Elegia per l'eliminazione dell'ultimo licantropo di questi luoghi,
in coincidenza con il Natale
di Sergej Kruglov
Smisurato Natale.
La notte sta finendo. Gennaio è come un palo conficcato nel cuore,
una bocca piena d'aglio;
rami di pino, agrumi; corpi imbalsamati d'abeti.
Un coltello piantato nel legno, solitario nella radura cristallina.
L'ultimo sangue di questi luoghi –
il sangue diluito del licantropo dei boschi, antico come una stella –
cola nella neve come argento. Crepita
la vita, raffreddandosi.
È stato un brutto viaggio, come tutti gli ultimi.
L'asse probabilmente logoro,
sabbia ghiacciata negli ingranaggi.
Tre piste conducono a Betlemme:
i babbi natale portano i doni,
gli scuri profili sfilano in mezzo all'ocra rossastra dei pini
tra le zampe croccanti degli abeti;
il viaggio è lungo, ma non ci sarà nessuno con cui dolersene.
E la mangiatoia a Betlemme è vuota, il vento
ha ammucchiato la neve sulla soglia.
Tra i resti impolverati
dei doni lasciati qui nei secoli
si congelano ragnatele e tane di ratti ciechi.
Imbalsamatori e terrei cacciatori di lupi,
gli abitanti del deserto di Betlemme
si riproducono qui da migliaia di anni,
ma nessuno mai genera bambini. Solo continua a sorgere, ogni inverno,
nel cielo grigio come pelliccia
una tassidermica stella.
Originale: Элегия на уничтожение последнего оборотня этих мест, приуроченное к Рождеству
Traduzione: Manuela Vittorelli
Sergej Gennad'evič Kruglov, nato nel 1966 a Minusinsk, nella regione di Krasnojarsk, ha studiato giornalismo a Krasnojarsk e ha poi lavorato come reporter nel giornale locale Vlast' Trudu. Scrive poesie dal 1993. Nel 1999 è stato ordinato sacerdote della Chiesa ortodossa russa. Vive in Siberia. È sposato e ha tre figli. Nel 2008 ha ricevuto il premio Andrej Belyj. Ha un blog: http://kruglov-s-g.livejournal.com/ (rus)
[Grazie a Sten per le finestre che ridacchiano.]
Nessun commento:
Posta un commento