Ed eccoci arrivati alla lezione di approfondimento sui lavoratori modello e i fannulloni. Qui impareremo a distinguere tra kulturnye e nekulturnye, cioè tra colti e ignoranti/incolti: con il termine "incolti", puntualizza il Lipson, ci si riferisce più precisamente alle persone rozze, ai bruti che "picchiano la moglie, parlano ad alta voce durante i concerti, buttano per terra le carte delle caramelle e si mettono le dita nel naso" (vi prego di notare la progressione). Sempre il Lipson ricorda che nel parco Gorkij di Mosca c'era un cartello con su scritto: "Riposate culturalmente, compagni!"
Pronti? Via.
Udàrniki čàsto kultùrnye ljùdi.
I lavoratori modello sono spesso persone colte.
Kultùrnye ljùdi čitàjut knìgi.
Le persone colte leggono libri.
I onì mòjutsja kàždyj dèn'.
E si lavano tutti i giorni.
All together now, se proprio volete. Altrimenti video-lezione su YouTube che comprende anche il brano successivo.
Bezdèl'niki čàsto nekultùrnye ljùdi.
I fannulloni sono spesso persone incolte.
Naskòlko ja snàju, nekultùrnye ljùdi ne mòjutsja.
Per quanto ne so, le persone incolte non si lavano.
Nikogdà?
Da, onì nikogdà ne mòjutsja.
Mai?
Sì, non si lavano mai.
I onì ljùbjat kurìt' v trollèjbusach,
E amano fumare sui filobus.
Tutti insieme, senza stupirci di nulla, seguendo questo link.
Nota sulla pronuncia: la "ju" (ю) di ljùdi e di ljùbiat è praticamente una "u". Adesso divertiamoci un po' con la "l" in queste due parole (ma anche in kultùrnye e nekultùrnye): otterrete il suono desiderato abbassando il retro della lingua e toccando gli incisivi superiori con la punta. Eh? Ditemi che non è sexy quella "l".
Noterete anche che la "t" dell'infinito del verbo fumare, kurìt' (курить), seguita da segno debole ь, si palatalizza diventando quasi una "z" sorda con un pizzico di "c".
Richiamo inoltre la vostra attenzione sullo stato in luogo v trollèjbusach: la "v" diventa praticamente una "f" e si aggrega alla parola successiva, la e è una "je", tanto che la pronuncia diventa di fatto "ftralièjbusach" (la doppia "l" qui diventa quasi "gl", appena appena: so che c'è ma quasi non la sento).
Nota iconografica: persone colte = faccine con occhiali. Persone incolte = teste pelose e spettinate in cui si fatica a intravedere i lineamenti (con l'eccezione di una sorta di ombelico fuori posto e due orecchie). Lavarsi = rubinetti (vi chiederete: perché sempre due di tutto; perché parliamo al plurale, che domande). Cuore + rettangolino su ruote + cicchino fumante = piace fumare su filobus.
I fannulloni le hanno proprio tutte, anche se per amor di giustizia va sottolineato che le persone colte si lavano in tre usando due rubinetti.
Approfondimento psico-sociologico: il Lipson pensa bene di andarci giù pesante e di spiegarci la teoria di G.G. Gubkin, il quale ha dimostrato "un'interessante correlazione tra il comportamento sui mezzi di trasporto di massa e il rapporto tra l'individuo e il suo ambiente".
Gli studi di Gubkin hanno individuato due sottogruppi predominanti, dice Lipson:
- le persone che leggono sui filobus, e cioè gli individui stabili e ben adattati al loro ambiente.
- le persone che si lavano sui filobus, e cioè gli individui compulsivi con conflitti interiori e spesso caratterizzati dall'incapacità di concentrarsi (cliccate sull'immagine per ingrandirla):
Lavarsi sui filobus? Possibile? Ma sì, c'è perfino il simbolo del rubinetto! Così il Lipson, a quanto pare, interpreta la grande lezione di Gubkin, non esitando a portarla alle estreme, catastrofiche conseguenze dello schema seguente:
Dunque: le persone che leggono sui filobus, nei parchi pensano e in fabbrica lavorano. Fin qui.
La persone che si lavano sui filobus, nei parchi amano fumare e in fabbrica pensano. A cosa? A un candelotto di dinamite con i piedini? Non si capisce.
Ma i disadattati non fumavano sul filobus e calpestavano i fiori del parco? E non avevamo detto che non si lavano mai?
Ecco, compagni, spero che questo non mi costi la promozione ma secondo me l'amico Lipson qui ha fumato qualcosa di più di un semplice cicchino (ho dei sospetti su quel candelotto di dinamite).
Da tutto questo ricaviamo fondamentalmente due conclusioni:
1. il fantomatico G.G. Gubkin ha dimenticato una terza categoria di individui: oltre agli integrati e ai disadattati ci sono quelli che la sera prendono il filobus, tornano a casa, vorrebbero riposarsi leggendo un bel libro e invece pensano "chi cazzo mi ha rubato le matite, che le avevo lasciate lì?"
2. Dopo l'ultimo disastroso schema psico-sociologico avrete capito che siamo nelle mani di un pazzo. Di due pazzi, se ci aggiungiamo il mio modesto contributo.
Questo tocco lisergico, io ritengo, renderà le nostre lezioni di russo meno prevedibili e sicuramente più divertenti.
[E ora ripassiamo e interroghiamoci a vicenda interpretando a turno l'integrato e il disadattato. Poi, quando non ci vede nessuno, inanelliamo una serie di "l" palato-dente. Su che è bello].
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