mercoledì, marzo 16, 2005

Misunderstood

Oh when sometimes I find myself alone regretting
Some little thing
Some simple thing I've done

I'm just a soul whose intentions are good
Oh Lord, please don't let me be misunderstood
Don't let me be misunderstood (Benjamin, Marcus, Caldwell)*

Vediamo se ho capito bene.
Ieri sera a Porta a Porta Berlusconi annuncia il graduale ritiro delle truppe italiane dall'Iraq: "già da settembre cominceremo una progressiva riduzione del numero dei nostri soldati in Iraq". Già che c'è dice che ne ha parlato con Blair "ed è l'opinione pubblica dei nostri paesi che si aspetta questa decisione". Certo, "dipenderà dalla capacità del governo iracheno di dotarsi di strutture di sicurezza accettabili".
Condoleeza Rice oggi minimizza: "qualsiasi decisione sarà pienamente coordinata in modo da non mettere in rischio la missione".
E Blair smentisce Berlusconi: "Né noi né l'Italia abbiamo fissato la data di inizio del ritiro dall'Iraq. Resteremo lì fino a quando il lavoro non sarà finito".
In un intervento che uscirà sul Foglio di domani Berlusconi dice: "dopo le elezioni del 30 gennaio, mentre si consolida il percorso costituzionale individuato dal governo ad interim e sostenuto dalla coalizione, si può cominciare a parlare di 'missione compiuta' senza escludere per il futuro nuovi, seri, solidi impegni nel sostegno politico, militare e diplomatico alla nascente democrazia irachena". Aggiunge che è possibile cominciare a discutere con il governo iracheno e gli alleati di "possibilità di graduale ritiro".
Poi telefona Bush. Cioè, Bush telefona per un altro motivo (la presidenza della Banca Mondiale), ma dice che Berlusconi ha sollevato lui il problema della permanenza in Iraq. Berlusconi dice a Bush che non è cambiato nulla, e che il suo era solo un auspicio.
Bush dice che la coalizione non si sta frantumando.
Fini dice che "non c'è motivo nè per esprimere sorprese nè di parlare di chissà quale nuova linea del Governo italiano".
Berlusconi dice che con Blair si sono capiti benissimo, nessun misunderstanding.
Bush dice: "La coalizione in Iraq è stata rafforzata dal coraggio degli iracheni: gli alleati si sono compiaciuti e rincuorati perchè gli iracheni sono andati alle urne e hanno votato e stanno adesso formando un governo. Si vede che ci sono progressi e io condivido il sentimento d'entusiasmo per quanto sta avvenendo in Iraq".
Berlusconi dice che la dichiarazione di ieri non aveva fini propagandistici.
E comunque lui pensa che a settembre il governo iracheno disporrà delle necessarie forze di sicurezza.
E comunque con Blair ne avevano discusso, di exit plan.
E comunque lui non ha mai parlato di date, aveva solo espresso un auspicio. Se non si può non si può, la decisione dev'essere concordata con gli alleati. Sono i giornalisti, che sono bravi a montare castelli in aria.

E le forze di sicurezza irachene, quelle che entro settembre dovrebbero essere in grado di garantire il mantenimento dell'ordine, e che motivano l'ottimismo di Berlusconi? La notizia di ieri era che il Pentagono (che parlava di 142.472 uomini addestrati ed equipaggiati) è stato smentito dal Government Accountability Office, ente di vigilanza del Congresso: quei dati sono inaffidabili, non c'è chiarezza neanche sui fondi federali stanziati per l'addestramento degli iracheni, e poi il tasso di assenteismo tra le truppe è altissimo (si parla di decine di migliaia di uomini). Reazione di un alto ufficiale statunitense: quelle assenze ingiustificate sono "una faccenda culturale".
Ah, beh.

* potete immaginarvi la versione di Nina Simone, di Joe Cocker, di Cindy Lauper. Io Berlusconi me lo vedo di più in quella flamenco-disco dei Santa Esmeralda, anno 1977. Al posto di Leroy Gomez, me lo vedo.

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