Grandi manovre del vicino, anche detto Vecchio del Mossad, in quell'olla podrida che convenzionalmente chiamiamo "il suo giardino". Ha raddrizzato i rosai. Sfoderato la camelia dal suo bozzolo in tessuto non tessuto. Prima redarguito e poi pettinato le palme.
E poi c'è una cosa strana.
Lì dove stava un tombino è apparso un quadrato, una vistosa mattonella di moquette erbosa ingentilita da fiori multicolori. Se ne sta lì, in mezzo al marron, come un tappetino da doccia nel deserto. Chissà cosa nasconde. Un bunker. Un ingresso dell'inferno. Un tunnel segreto che sbuca accanto a una slot machine del bar da Teo.
Io aspetto.
Domani, al più tardi, il Vecchio ci inciampa.
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