di Sergej Gandlevskij
Nel Nord selvaggio solitario se ne sta
uno scrittore con il collo non rasato e un tic
alla guancia, lì lì per mettersi a piagnucolare.
Solo soletto esce per la strada,
le periferie ascoltano Dio,
conversano le stelle; chiudere le virgolette.
Стоит одиноко на севере диком, 1994
Traduzione: Manuela Vittorelli.
Il primo verso riecheggia la traduzione di Lermontov della poesia di Heine "Ein Fichtenbaum steht einsam", "На севере диком стоит одиноко..." (1841):
Nel Nord selvaggio solitario su una desolata vetta
Un pino se ne sta
E dorme cullandosi
Sotto la bianca coltre di gelo e neve
E sogna che nelle distese lontane
Nella terra del sol nascente
Cresce una bella palma
Triste e sola su un dirupo ardente.
[Le traduzioni al solito sono mie, il correlativo visivo del Nord selvaggio è di Sten, il rumore che sentite è Lermontov che si rivolta nella tomba della famiglia Arsen'ev.]
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