Sempre a proposito di osservatori ODIHR/OSCE, scriveva un paio di giorni fa Eugene Ivanov:
"L'Ufficio per le Istituzioni Democratiche e i Diritti Umani (ODIHR), che si occupa di monitoraggio elettorale sotto l'egida dell'Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (OSCE), ha deciso di non mandare i propri osservatori a sorvegliare le elezioni della Duma.
Inizialmente l'ODIHR aveva previsto l'invio di circa 450 osservatori, ma la Commissione Elettorale Centrale, un organo ufficiale russo che sovrintende alle elezioni, ha ridotto questo numero a 70. La decisione di annullare la missione è giunta quando gli osservatori dell'ODIRH, che avevano ancora il permesso di viaggiare in Russia, hanno denunciato difficoltà nell'ottenere i visti. Tanto per soffiare sul fuoco, in una bizzarra dichiarazione il presidente russo ha accusato il Dipartimento di Stato USA di aver ispirato la mossa diplomatica dell'ODIHR.
Nella cacofonia delle accuse reciproche il senso delle proporzioni è andato completamente perduto. L'assenza degli osservatori dell'ODIHR non significa che le elezioni della Duma non saranno sorvegliate. Secondo il presidente della Commissione Elettorale, Vladimir Čurov, saranno comunque presenti circa 330-350 osservatori internazionali in rappresentanza dell'OSCE, della Shanghai Cooperation Organization, della Comunità degli Stati Indipendenti e dell'Assemblea Parlamentare del Consiglio Europeo.
Inoltre ci sono chiare prove che i 96.000 seggi della Federazione saranno presi d'assalto da eserciti di osservatori russi. La sola Unione delle Forze di Destra ha dichiarato l'intenzione di sguinzagliare circa 50.000 attivisti.
L'idea stessa che un'elezione russa abbia bisogno del sigillo dell'approvazione straniera per essere considerata legittima - come fa intendere il New York Times - è assurda. Ugualmente assurda è l'idea che degli osservatori stranieri possano fare la differenza. Cosa potrebbero fare 70, 450, o anche 4500 osservatori dell'ODIHR che non possa essere fatto da 50.000 rancorosi membri dell'Unione delle Forze di Destra?"
Fonte: The Ivanov Report
E a questo punto diventa interessante leggere un recentissimo articolo di The eXile, pubblicazione dissacrante, spesso divertente e mai tenera con il Cremlino: contiene l'intervista all'ex capo missione OSCE in Russia nel 1996, che rivela di aver subito pressioni per dichiarare "libere e corrette" delle elezioni che furono pesantemente contrassegnate dai brogli della mafia economica el'ciniana.
La perdita di credibilità dell'OSCE, lo screzio recente con Mosca, i precedenti in Kosovo, l'orientamento che il blocco orientale guidato dalla Russia vorrebbe imporre all'Organizzazione: "Chi ha fatto fuori l'OSCE?", di Alexander Zaitchik e Mark Ames.
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