I prigionieri al guinzaglio, le piramidi di corpi nudi, l'utilizzo di cani per terrorizzare i detenuti non sono mica forme di tortura. Sono tecniche di umiliazione, approvate e incoraggiate dai superiori. Il soldato Lynndie England dice che ad Abu Ghraib succedeva ben di peggio. Una notte per esempio le capitò di sentire urla da far gelare il sangue. "Non gridavano mai così quando li stavamo umiliando". Dice che quelle urla la perseguitano ancora, che riesce ancora a sentirle come se fosse successo ieri.
Invece le tecniche usate da lei e da altri (denudare, umiliare, ammanettare ai letti e al soffitto) erano tattiche per ammorbidire i detenuti prima degli interrogatori, normale amministrazione. E gli ufficiali della polizia militare la mattina dopo vedevano le foto e approvavano: "Oh, buon lavoro, continuate così!".
Ma quelle urla erano un'altra cosa, roba da far accapponare la pelle a una Lynndie England. Dice lei. Mi permetto di dubitare che sia ancora perseguitata dal ricordo.
Altre 87 fotografie di abusi e torture a Abu Ghraib saranno presto rese pubbliche per decisione di un giudice federale dopo il ricorso dell'American Civil Liberties Union. Ma il Dipartimento della Difesa probabilmente farà di tutto per impedirlo, perché queste cose finiscono sempre per alimentare la propaganda antiamericana. Chissà come mai.
Link: "Lynndie England speaks of worse abuse at Abu Ghraib", Mail&Guardian Online.
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