«Visitiamo una grande sala cinematografica del XXI secolo. Essa è più larga che lunga. Soffitto alto, aria condizionata, comodissime poltrone. Nulla che possa ricordare le sale di oggi, scatole senz'aria e senza finestre, con sedili serrati uno accanto all'altro, con poco spazio. Nel cinematografo dell'avvenire, durante le giornate afose, si sentirà una deliziosa frescura; d'inverno, intimità e calore. Un enorme schermo di 50 metri di lato abbraccia la metà di tutta la larghezza della sala. Si spengono lentamente le luci nascoste ai margini del soffitto, la sala per un istante rimane immersa nel buio, poi lo schermo si illumina. Adesso possiamo capire a che cosa servono i varî apparecchi di proiezione. L'immagine su tutta la superficie dello schermo è composta da alcuni fasci di luce proiettati da varî apparecchi disposti in diversi punti. L'immagine cinematografica cambia continuamente di dimensione, estendendosi su tutto lo schermo quando vengono proiettate scene panoramiche e di massa, e diventando piccola o piccolissima quando vengono riprodotti ambienti chiusi o primi piani. La scena combinata dalla fusione delle varie sincrone proiezioni è talmente perfetta che allo spettatore sembra di partecipare all'azione.»
E Goldovskij ci spiega che è stato realizzato l'"effetto di presenza".
L'oggi e il domani della scienza in Russia. Le previsioni di 29 scienziati sovietici, Aldo Martello Editore, Milano 1959.
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