"Via, via" disse Silver "basta con questi discorsi. È morto, e i morti non camminano, ch'io mi sappia. O almeno non camminano di giorno, sta' pur certo. Stiamo calmi: di smanie morì un gatto. Andiamo dritti a prenderci i dobloni."
Robert Louis Stevenson, L'Isola del Tesoro, Milano, Adelphi, 1990.
Traduzione di Lodovico Terzi.
Traduzione di Lodovico Terzi.
È morto l'uomo più morto del mondo.
Stava comodo comodo in una grande casa di Abbottabad, città pakistana di 30.000 abitanti sede di una base militare pachistana nonché del quartier generale per le operazioni militari e di intelligence alla frontiera afghana.
I casi della vita.
Comunque non potevano catturarlo perché ha opposto resistenza.
Comunque non potevano raccogliere prove perché hanno bruciato l'edificio.
Giusto il DNA, guarda.
Poi hanno buttato il corpo in mare, metodo quindici uomini su una cassa da morto, perché i sauditi e i pakistani non volevano seppellirlo, e quando i sauditi e i pakistani si impuntano su queste cose son cazzi.
Dispiace, ma ciccia.
Dunque si fa così.
Si prende l'uomo più morto del mondo e si decide di morirlo meglio.
Colpo di Photoshop alla testa e passa la paura.
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