Lo scorso settembre.
- Buonasera, favorisca patente e libretto.
- Buonas... un momento, eh.
- Torna a casa?
- Sì, ehm.
- Passato una bella serata?
- Abbastanza, grazie.
- Viene dalla Strada del Vallone?
- Sì. No, sa, perché io ero terrorizzata dalla guida, e invece adesso questa strada tutte curve di notte mi piace tantissimo.
- Attenzione, però.
- Vado piano.
- Attenzione ai caprioli.
- Certo.
- Se un capriolo le attraversa la strada, non lo schivi.
- Eh?
- Non lo schivi, mai.
- Ma.
- Un mio amico è morto per schivare un riccio. Sul Vallone.
- Va bene.
- Tutto a posto, buonanotte.
- Buonanotte.
- E si ricordi: mai schivare un capriolo.
Questa notte.
Stava immobile sul ciglio della strada, poi ha attraversato, si è bloccato, ho sterzato, ha ripreso a correre, ho inchiodato. Ho sentito i suoi zoccoli che scalciavano contro il mio paraurti mentre prendeva lo slancio per correre via e scartare verso il bosco.
Ho schivato un cucciolo di capriolo.
Quel tratto di strada non era ghiacciato, non arrivavano auto in senso opposto, i freni funzionavano e lui era bellissimo. La radio trasmetteva "All along the watchtower", versione di Jimi Hendrix, e da due minuti era il mio compleanno.
[Per M.: non te lo posso promettere, che non lo rifarò].
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