- No, e allora. L'altro giorno, verso le sette di sera, suonano il campanello. E cosa penso, io?
- Col cavolo che apro.
- E infatti, che magari è la suocera che mi porta in dono una confezione natalizia di zampe di gallina.
- O di criceti morti.
- Appunto. Però mi accorgo che stanno suonando anche agli altri appartamenti, dunque tiro su il citofono per sentire se qualcuno risponde. E infatti la tizia del piano di sotto risponde.
- Grande origlio.
- Grande origlio, ma già ero un po' alterata perché pensavo a quelli che si approfittano delle persone anziane e sole per spillargli soldi. Tipo i miei, che se a mia madre dicono "Signora, raccogliamo soldi per un'ambulanza, potrebbe servire anche a lei", quella scuce subito. Maledetti. Così la vicina dice "Chi è?" e questo le fa "Sono di una grande azienda, mi apra".
- Sè, grande azienda. L'Uomo del Monte.
- "Ma come si chiama?" insiste lei; e lui "Sono di un'azienda, lei mi apra che poi glielo spiego". E allora non ce l'ho fatta più.
- E?
- Gli ho urlato nel citofono con la mia peggiore voce da prof: "Senta. Lei capisce, vero, quanto tutto ciò risulti patetico e ridicolo? Chiedere alla gente di aprirle la porta di casa così? Se ne rende conto? Sì? E allora alzi i tacchi e se ne vada!"
- Alzi i tacchi!
- Ah, sì. E se ne vada.
- Come vorrei essere capace di dire esattamente questo, nei momenti giusti, invece di balbettare imbarazzo e buona educazione.
- Io sono capace di dirlo solo al citofono, però.
- Ma è già qualcosa. "Patetico, ridicolo, alza i tacchi".
- Piace?
- Tantissimo.
- L'altro giorno il medico mi ha chiesto se soffro di ansie immotivate.
- Ma esistono, le ansie immotivate? Un motivo c'è sempre. Almeno per noi.
- Infatti: gli ho chiesto cosa intendesse.
- Curioso.
- E lui, "Mettiamo che sia seduta tranquilla sul divano di casa sua e che improvvisamente si innervosisca all'idea che possa squillare il campanello".
- Ma pensa te.
- Quell'uomo non conosce i venditori di Folìto.
- Quell'uomo non ha idea.
- "No, allora niente ansie immotivate", ho detto io.
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