"Šuchov si addormentò che si sentiva pienamente soddisfatto. Quel giorno gli erano andate bene molte cose. Non lo avevano messo in cella di rigore, la squadra non era finita a Socgorodok, a cena aveva mangiato la kaša, il caposquadra aveva ottenuto una buona percentuale, gli era piaciuto costruire il muro, non gli avevano trovato il seghetto durante la perquisizione, la sera aveva guadagnato un po' di soldi extra da Cezar e aveva comprato del tabacco. E non si era ammalato, non aveva ceduto.
Era passato un giorno, un giorno per niente cupo, quasi felice.
Uno dei tremilaseicentocinquantatré giorni della sua pena, dalla campanella del mattino a quella della sera.
I tre in più per gli anni bisestili".
Aleksandr Isaevič Solženicyn, Un giorno nella vita di Ivan Denisovič.
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