Ho appena scoperto con colpevole ritardo che esiste una disciplina sportiva chiamata chess-boxing. È quello che sembra, cioè si gioca a scacchi e si tira di boxe. Non contemporaneamente (come speravo io, con tanto di colpi bassi e di sortite illecite alla Wiley Coyote che si concludono con te che metti una carica di esplosivo ditta ACME sotto la sedia dell'avversario per il gran finale) ma a round alterni. Cioè, ti metti seduto a petto nudo (perché sei un pugile) davanti a una scacchiera indossando le cuffie (perché sei anche uno scacchista e non devi deconcentrarti) e con un asciugamano sulle spalle (perché comunque sei un pugile). Giochi quattro minuti.
Poi sbling, su i guantoni, su il paradenti, e fai a pugni per tre minuti. Poi sbling e ti risiedi (è fondamentale che ti levi i guantoni). Avanti così per sei round di scacchi e cinque di boxe, il genere di attività che la mia amica D. classificherebbe come "un po' stanchevole". A decidere l'incontro, o il ko o lo scacco matto: comunque una strage di cellule celebrali che tra qualche anno ti renderà complicato risolvere uno schema di parole crociate facilitate.
Ah, e poi naturalmente i giocatori hanno soprannomi godibili ("Il prete", "Il joker", "Anti terror").
La disciplina in origine avrebbe tratto ispirazione da una striscia del 1992 del disegnatore Enki Bilal. Poi un artista olandese, Iepe Rubingh, ha deciso di metterla in pratica nella vita reale (prendi la fantasia di un fumettista visionario e make it real: sensatissimo, non fa un plissé). Motto della Federazione Mondiale: "Si combatte sul ring e ci si fa la guerra sulla scacchiera".
Aggiungerci anche una cantatina sotto la doccia non renderebbe il tutto più completo ed emozionante?
Ve lo racconto perché il campione mondiale di pugno e arrocco è un giovinotto russo di Krasnojarsk, Nikolaj Sažin detto "Il presidente", che ha sconfitto in finale un poliziotto tedesco ex-peacekeeper in Kosovo (tanto per star tranquilli sulle forze di peacekeeping in Kosovo).
Sapete i nuovi orizzonti che mi ha aperto il chess-boxing?
Oggi ho già inventato quattro sport.
Per esempio, il makeup-swimming: si alternano complesse sessioni di trucco a vasche a stile libero. Si vince per miglior tempo complessivo o per sbavatura del trucco dell'avversario.
Oppure il poetry-cycling: tappe in bicicletta inframmezzate da estenuanti reading poetici con voce impostata.
Il graffiti-climbing consiste invece nello scalare una parete decorandola a imperitura memoria. Vince chi fa prima, è prevista la squalifica per chi scrive "tuo per sempre Bagigio" e "I love you by Pingu" e per gli ultimi e ormai anziani irriducibili di "3msc" (che io credevo la pubblicità di un gestore telefonico di ultima generazione o di una nuova rotta di crociere).
Infine, il Mar Rosso-Risiko: si alternano i lanci di dadi alla visione dei filmini delle vacanze, per demoralizzare gli avversari e spiargli la carta degli obiettivi.
Ho già in mente il motto della Federazione Mondiale Mar Rosso-Risiko: "Combattere a Sharm per vincere in Kamchatka".
Adesso mi informo se già esiste.
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