Un giorno Vladimir Vladimirovič™ Putin sedeva nel suo studio all'interno del Cremlino e si preparava ai dibattiti pre-elettorali di "Russia Unita". Sulla scrivania di Vladimir Vladimirovič™ squillò il telefono. Vladimir Vladimirovič™ sollevò il ricevitore senza indugio.
- Ascolta, bratello, - nel ricevitore risuonò una voce bassa e insinuante, - Come ti va?
- Come, come mi va - Vladimir Vladimirovič™ non capiva, - Chi è? Da dove chiama?
- Che differenza fa, sapere chi sono, - disse quietamente la voce, - Sei andato alla cerimonia al poligono di Butovo?
- Sì che ci sono andato, - annuì Vladimir Vladimirovič™.
- E allora, come ti è sembrato? - domandò piano la voce.
- Che enorme tragedia, - rispose Vladimir Vladimirovič™, - Dobbiamo ricordarla e... e insomma, cose così.
- Sì, tu ricorda, ricorda, - disse piano la voce, - Noi intanto abbiamo tenuto tutto in ordine, sai. Possiamo riaprire anche domani e lavorare, lavorare, lavorare. Cioè, se serve di nuovo il poligono, basta che ce lo dici.
- Perché dovrebbe servire? - Vladimir Vladimirovič™ non capiva, ma lo sconosciuto aveva già riagganciato.
Vladimir Vladimirovič™ si strinse nelle presidenziali spalle e ritornò ai suoi dibattiti pre-elettorali.
Originale: vladimir.vladimirovich.ru
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