Con gli udarniki, o infaticabili lavoratori modello, abbiamo toccato il sublime della correttezza socialista. Oggi conosceremo uno di loro, il diligente compagno Borodìn.
Tovàrišč Borodìn - choròšij graždanìn
Kradët li Borodìn karandašì?
Konèčno, net!
Il compagno Borodìn è un buon cittadino
Borodin ruba forse le matite?
Naturalmente no!
Čto on dèlaet kàždyj den'?
On rabòtaet na zavòde s èntuziàzmom.
Počemù?
Potomù čto on nastojàščij udàrnik.
Cosa fa ogni giorno?
Lavora nella fabbrica con entusiasmo.
Perché?
Perché è un vero lavoratore modello.
Tovàrišč Borodìn - òčen' kul'tùrnyj čelovèk.
Il compagno Borodin è una persona molto colta.
Poètomu on čitàet knìgi.
I ja dùmaju, čto on mòetsja kàždyj den'.
Per questo legge libri.
E io penso che si lavi tutti i giorni.
Ljùbit li on kurìt' v trollèjbuse?
Konèčno, net!
On snàet, čto èto ne chorošo, a plocho.
Gli piace fumare sul filobus?
Naturalmente no!
Sa che ciò non è bene, ma male.
Svampito file audio, qui. Frusciante video-lezione su YouTube, qui.
Prima di passare al devastante senso del dovere di Borodìn, familiarizziamo con la particella interrogativa "li". In russo, per trasformare una frase affermativa in interrogativa, è spesso sufficiente agire sull'intonazione:
Tovarišč Borodìn rabòtaet.
Tovarišč Borodìn rabòtaet?
Oppure ricorrere alla particella "li", che segue sempre la parola a proposito della quale si desidera ottenere risposta (parola che viene solitamente messa all'inizio della frase):
Rabòtaet li Tovàrišč Borodìn?
Va aggiunto che a volte - come in questo caso specifico - la particella "li" esprime dubbio, e sottintende che chi pone la domanda si aspetta una risposta negativa.
Momento sexy del giorno: la differenza tra la ш (š) la щ (šč).
Innanzitutto, pronunciamo la ш. Solleviamo la parte posterodorsale della lingua spingendola all'indietro verso il palato molle. Abbassando poi la parte mediodorsale, solleviamo in alto verso gli alveoli l'apice della lingua, rovesciato verso l'alto. Poi solleviamo anche i bordi della lingua, così che nella parte medio dorsale si formi un incavo. Spingiamo leggermente le labbra in avanti. Teniamo le corde vocali aperte per ottenere il suono sordo.
Adesso passiamo alla fricativa щ.
Premete l'apice della lingua contro gli alveoli superiori. Allo stesso tempo la parte mediodorsale della lingua dev'essere sollevata, tutto il corpo della lingua dev'essere spostato in avanti e i bordi devono premere contro i denti laterali superiori. Quindi allontanate leggermente l'apice della lingua che si trova alla radice degli incisivi inferiori senza mutare la posizione di tutta la lingua. Tra la lingua e il palato duro si forma una fessura. L'aria passa con un forte fruscìo attraverso questa fessura formando il suono desiderato, che è sordo, sempre palatalizzato e lungo.
Voglio sentire quel fruscìo.
Adesso per sperimentare le due consonanti ripetete a lungo chorošò (хорошо) e karandašì (карандаши), tovàrišč (товарищ) e nastojàščij (настоящий).
Speriamo che il Grande Revisore di Blogger non passi di qui proprio in questo momento, vaglielo a spiegare che stiamo solo palatalizzando.
Ora passiamo alle riflessioni iconografiche: rettangolino con camino fumante + falce e martello + faccia sorridente = personcina che lavora in fabbrica con entusiasmo. Tre cerchietti + rubinetto = lavarsi tutti i giorni (i tre cerchietti sono dei soli e indicano il trascorrere del tempo, Compagni!). Cuore sbarrato + rettangolino su ruote + cicchino fumante = non piace fumare su filobus. Faccina con aureola = bravo cittadino.
Il Borodin (che potremmo tradurre liberamente come Barbosetti, visto che borodà è la barba) sa distinguere il bene dal male, lavora quando c'è da lavorare, legge quando c'è da leggere, non sottrae le altrui matite, si lava tutti i giorni e non fuma sui mezzi pubblici.
Gli occhi sgranati, le pupille dilatate e l'espressione euforica segnalano tuttavia il probabile abuso di sostanze chimiche esilaranti e/o stimolanti. Il nostro Borodin aureolato è a metà tra la mistica del lavoro e strawberry fields forever: la classe operaia va in paradiso, però potevate dircelo che era un paradiso artificiale.
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