Un giorno Vladimir Vladimirovič™ Putin e il vice-capo della sua Amministrazione Vladislav Jur'evič Surkov sedevano davanti al presidenziale televisore e guardavano un filmato della "Marcia dei dissenzienti" girato dagli uomini dell'FSB, il Servizio di Sicurezza Federale. Sullo schermo c'erano alcune persone con dei manifesti sui quali stava scritto "Putin, vattene", "Questa città è nostra" e "Vogliamo un'altra Russia".
- Ascolta, bratello, - disse Vladimir Vladimirovič™, - Io proprio non capisco. A queste marce vanno quattro gatti, ma fanno tanto rumore che li sente tutto il mondo. Neanche diecimila poliziotti dei reparti speciali riescono a zittire quel rumore. Perché, questo?
- È l'ultimo grido della moda, - spiegò Vladislav Jur'evič, - Nanotecnologie politiche.
- Nanotecnologie? - si interessò Vladimir Vladimirovič™.
- Nanotecnologie, - confermò Vladislav Jur'evič, - Poche persone, tanto rumore. Tra l'altro si tratta di una nostra invenzione. Già negli anni Sessanta, quando in America centinaia di migliaia di persone protestavano contro la guerra in Vietnam, bastava che da noi sulla Piazza Rossa si radunassero in sette e ne parlava tutto il mondo.
- Eh, parlarne ne parlava eccome… - concordò Vladimir Vladimirovič™, - Però non sono riusciti a cambiare niente, no? Facevano casino e basta.
- Ma è proprio questa la caratteristica principale delle nanotecnologie politiche, - spiegò Vladislav Jur'evič, - Fanno molto rumore, ma non danno altri risultati.
- Beh, sono nanotecnologie, - sorrise Vladimir Vladimirovič™, - Danno nanorisultati.
- Proprio così, - Vladislav Jur'evič annuì, - Per questo ci piacciono tanto...
- Ma allora perché mandiamo la polizia, se ci piacciono tanto? - Vladimir Vladimirovič™ non capiva.
- Perché possano restare nanotecnologie, - spiegò Vladislav Jur'evič, - È elementare.
Vladimir Vladimirovič™ guardò con rispetto il vice-capo della sua Amministrazione.
Originale: vladimir.vladimirovich.ru
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