Ho pensato di fare cosa utile e gradita proponendovi, nei giorni della mia assenza per motivi di studio ("Storia, epistemologia e analisi della tapa andalusa"), i rudimenti della lingua russa e un po' di conversazione. Ma perché, mi sono detta, non abbinare agli adorati liquidi e fruscianti fonemi alcune preziose indicazioni sui comportamenti, le abitudini più o meno accettabili e soprattutto i valori dell'Unione Indistruttibile delle Libere Repubbliche?
Così ho deciso di utilizzare come libro di testo il fondamentale Lipson del 1974 (seconda edizione "preliminare" 1977) stampato dalla Slavica Publishers Inc., Columbus Ohio: più che una grammatica un pregevole tentativo di sovietizzazione degli americani.
In men che non si dica non solo sarete in grado di parlare il russo, ma anche di cavarvela all'interno di qualsiasi efficiente fabbrica sovietica, dove saprete distinguere tra bravi stachanovisti e subdoli pigroni, buoni e cattivi ispettori, sorveglianti modello e deprecabili fannulloni. Imparerete a rispettare le quote di produzione, a stilare un ineccepibile piano quinquennale e a dedicare le ore d'ozio a letture edificanti. Più avanti vi insegneremo anche due utili sistemi per non rispondere alle domande.
Il tutto con l'aiuto di semplici e gradevoli disegnini.
E se non bastano i disegnini potrete ascoltare le lezioni audio del Miro, che sostituiscono le cassette perdute del caro Lipson.
Vi sento da qui, che siete tanto contenti.
[Disclaimer: il Miro, si sa, ha una cadenza buffa già quando parla l'italiano (il fatto che si diletti a imitare balie ciarnielle, mule bisiache, navigatori satellitari e vecchi telegiornali jugoslavi non aiuta), e qui si è particolarmente divertito. La pronuncia è quella giusta, rischiate solo che in una fabbrica sovietica vi prendano per l'anima della festa. Russohablantes: voi limitatevi a concedervi quattro risate. Insonni: questa è roba capace di spedirvi in fase rem in dieci secondi netti, fatene buon uso].
[A m., che aveva acquistato un biglietto per un locale e si è ritrovato sulla Transiberiana: grazie].
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