Quando ho cominciato a raccogliere informazioni sul caso del memoriale sovietico a Tallinn non avevo, come molti, un'idea precisa delle responsabilità e delle motivazioni dello scontro. Qui non sono interessata a dare una versione filorussa degli eventi, ma a rendere la complessità di una situazione che si presta a molti livelli di lettura. Quindi citerò anche dei testi che rappresentano molto bene il sentimento dell'etnia estone. Però il desiderio di capirci di più ha sempre un inizio, e per me l'inizio è rappresentato dalla lettera di Maksim Reva pubblicata su Megachip, che copio e incollo.
Maksim Reva è uno degli organizzatori del picchetto di protesta a Tallin, ed è stato arrestato dalla polizia estone il 27 aprile. Questa lettera precede lo smantellamento del memoriale e aiuta a comprendere il contesto di quei giorni.
"Nel centro di Tallinn, nella piazza Tonismae, si trova un monumento dedicato ai caduti della seconda Guerra Mondiale. L'attuale Governo estone spinge per la sua rimozione. Per molti residenti nel nostro Paese questo monumento è stato da sempre un simbolo della vittoria sul nazismo.
Ogni anno in occasione della giornata per l'Europa e della commemorazione della Vittoria sui Nazisti, che cadono entrambe il 9 maggio, si assiste ad una continua processione di persone che depositano fiori ai piedi della statua. Per i cittadini il 'Monumento del Soldato di Bronzo' è un ricordo tangibile dei loro fratelli, padri, figli e nipoti che non tornarono mai a casa dalla guerra. Per alcuni è il solo posto dove commemorare i propri cari, i cui corpi non sono mai stati identificati o ritrovati.
Vicino al monumento si trovano le tombe di tredici soldati e ufficiali sovietici che persero la vita nello scontro finale con i nazisti nel 1944. Le lapidi riportavano i nomi dei tredici caduti. Nel 1995, su ordine del Consiglio di Tallinn, queste lapidi vennero rimosse, con il pretesto di un restauro, e demolite. La Convenzione di Ginevra del 12 agosto 1949, nel protocollo aggiuntivo dell'8 giugno 1977, dichiara che tutte le lapidi di guerra devono essere conservate e accessibili al pubblico. Chiara risulta dunque la violazione della Convenzione.
Nella primavera del 2006, estremisti neo-nazisti armati di bandiere estoni e slogan nazionalisti, manifestarono in Piazza Tonismae chiedendo la demolizione del Monumento. In tale occasione un membro di Night Watch e della Comunità ebraica, Artum Tamme, fu selvaggiamente picchiato dai dimostranti perché cercava di dissuaderli dai loro intenti vandalici: un cappio fu messo al collo della statua che nella notte fu imbrattata con la vernice.
Nello stesso tempo, il nostro Primo Ministro Andrus Ansip (come Siim Kallas, alto ufficiale della Commissione Europea, è membro del Partito Riformista Estone), in linea con la richiesta dei manifestanti di estrema destra, dichiarava il suo accordo alla demolizione del monumento.
Il Parlamento ha in seguito approvato una legge impopolare che consente alle autorità estoni di riesumare i resti dei caduti di guerra per ri-seppellirli in cimiteri civili. Recentemente è stato inoltre annunciato che nel giorno in cui si celebra la Vittoria sui Nazisti, il 9 maggio, sarà vietato l'acceso al monumento. Questa misura non fa altro che acutizzare le tensioni tra estoni e minoranza russa.
In questi ultimi anni sono stati eretti tre monumenti ad altrettanti 'eroi' nazionali: tutti appartenuti alla 20° divisione delle SS. Questi 'eroi' giurarono lealtà a Hitler e combatterono in uniforme nazista contro l'esercito Sovietico. Oggi vengono considerati come 'liberatori' e combattenti per l'indipendenza estone, mentre il 'Monumento del Soldato di Bronzo' é visto come il 'simbolo dell'occupazione sovietica'. Questo dimostra la prontezza estone nel riscrivere la storia della Seconda Guerra Mondiale.
Il 25 aprile 2007, ignorando completamente l'opinione dei due terzi della popolazione estone (di cui il 30% è di origine russa), il Ministro della Difesa ha informato le autorità della città di Tallin di essere pronto alla rimozione del monumento in ottemperanza alla suddetta legge sulla ricollocazione dei caduti di guerra.
Prevedendo disordini a Tallin il Governo estone sta mandando rinforzi alla polizia e all'esercito. In sostanza, con un atteggiamento esplicitamente provocatorio rischia di far scoppiare una guerra civile in uno Stato membro dell'Unione europea. Ci rivolgiamo ai membri dei parlamenti nazionali dell'Unione Europea, ai membri del Parlamento Europeo, ai Capi di Stato e al pubblico Europeo, con la richiesta di coinvolgere il Governo Estone allo scopo di prevenire la guerra civile".
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