Arrivo. Freccia. Parcheggio in dieci manovre occupando precisamente un posto e mezzo. Folle, freno a mano, spegnere fari, tirar su finestrini, spegnere motore. Aprire portiera. No. Togliere cintura. Aprire portiera. Scendere. Risalire. Prendere chiavi. Fa caldo.
Cercare parchimetro. 5 euro per tutta la giornata, fatto bene a occupare un posto e mezzo. Esporre ticket, cambiare scarpette con sandali, prendere borsa e asciugamano. Chiudere macchina. Compiere giro rituale per ammirare parcheggio e, se necessario, fare autocritica. Sono una principiante.
Fa caldo. Spiaggia. Lettino.
– Dove ti metto oggi?
– Mi piacerebbe avanti ma non avantissimo.
– Non avantissimo.
– Perché pomeriggio si alza il vento.
– Ti sei studiata la situazione.
– Sì.
– La seconda volta che vieni. E.
– Esatto.
– Pomeriggio dovrebbe calare.
– Se ho caldo sto zitta.
– Se hai caldo ti compri un ghiacciolo.
– Sì.
Pomeriggio ho caldo. Però è ancora primavera, la spiaggia è un mondo a parte, un mondo in cui si sta in costume e ci si spettina. Sembra di stare in uno di quei film in cui all'improvviso si mette a fare troppo caldo, la gente va al mare fuori stagione, organizza grigliate all'aperto e fa il bagno di mezzanotte solo per scoprire che:
a) il sole si sta incazzando, e bisognerà centrarlo con venti bombe atomiche per riavere indietro le mezze stagioni;
b) un meteorite infuocato si sta avvicinando alla Terra, e per deviarlo toccherà mandar su una disperata spedizione suicida (se si tratta di un film europeo) o due astronauti che si contendono la stessa donna (se si tratta di un film americano);
c) il malvagio presidente russo Zvonimir Tupin, dopo aver avvelenato e ucciso la civile opposizione democratica, ha innescato il decrepito e mal custodito arsenale nucleare sovietico costringendo la popolazione a rifugiarsi sotto terra; fortunatamente gli americani hanno scoperto la Formula™ per riprodurre la vita e moltiplicare la vegetazione anche sotto la superficie terrestre (stranamente la Formula™ è molto simile a quella del milk-shake alla banana, bizzarra e miracolosa semplicità della scienza) e tutto è bene ciò che finisce bene (tranne che per un gruppo di musulmani, subito messo in minoranza);
d) gli ufi stanno facendo degli esperimenti sulle nostre capacità di termoregolazione; verso la fine del film si scoprirà che l'unico modo per sconfiggerli è sfruttare la loro allergia a cose banali come l'insalata trocadero, la frutta sciroppata o i ghiaccioli alla frutta.
– Ciao, un Solero giallo.
– Non ce l'ho, il Solero, mi dispiace. È troppo presto.
Troppo presto per un Solero giallo? È più freddo degli altri gelati, non fa voglia? E la granita, allora? Sta lì dentro a girare da settembre?
– Bòn, allora una granita all'arancia.
– Amarena.
– Amarena.
Pago.
– Io un cono da una pallina.
Indica con il dito.
– Un cono al pistacchio?...
– A me, non al pistacchio!
Lo guardo meglio. Piccolo, magro, sette anni mal portati.
– Momento.
Mi fissano tutti e due con curiosità.
– Offro io.
E poi, ti pareva se non si alzava il vento.
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