Ieri era il compleanno ortodosso della signora Miru, secondo il calendario giuliano. In origine il programma prevedeva una sobria cerimonia di sepoltura sotto il piumone, con adeguata riserva di "mandarini senza ossetti" (volgarmente detti clementine), ma poi ha cambiato idea e si è alzata presto per farsi bella. Cinguettava per la casa uno dei canti amati dai Giovani Pionieri sovietici, con i capelli vaporosi come un Deutscher Zwergspitz:
Odo la voce di una dolce meta lontana
Nella rugiada argentata del mattin
Odo la voce e la strada mi invita
E come su una giostra mi sento turbinar
Dolce meta lontana
Non essere crudele
Non essere crudele
Non esser sì crudel
Da questa origin pura
Verso la dolce meta
Verso la dolce meta
Il viaggio mio comincerà
Odo la voce da una dolce meta lontana
Che mi chiama verso un magico avvenir
Odo una voce che mi chiede
Che il mio oggi possa il domani diventar
Dolce meta lontana
Non essere crudele
Non essere crudele
Non esser sì crudel
Da una fonte pura
Verso la dolce meta
Verso la dolce meta
il viaggio mio comincerà
Giuro di diventar buono e migliore
E che un amico mai abbandonerò
Odo una voce e mi affretto
Sulla strada che segnata ancor non è
Dolce meta lontana
Non essere crudele
Non essere crudele
Non esser sì crudel
Da questa origin pura
Verso la dolce meta
Verso la dolce meta
Il viaggio mio comincerà*
Se la Grande Epopea Spaziale del Colonnello Jurij Alekseevič Gagarin, novello Giasone, e dei suoi Cosmonauti costituiscono il fulcro della personale Mitologia Sovietica della signora Miru, i Giovani Pionieri sono la porta d'accesso a questo mondo leggendario.
Ambizioso dipinto murale sovietico raffigurante
Giovani Pionieri attorno a un falò ("Poli, questo mi
ricorda un altro celebre inno, 'Levate in alto i vostri falò!'").
La signora Madre conserva ancora le numerose istanze e la corposa documentazione allegata che la petulante bambina regolarmente le chiedeva di spedire.
Prima di partire per la dolce meta lontana la signora Miru mi ha rivelato, pensando forse di rendermi felice, che la sera avremmo cenato alla russa: salat "zdorov'e" (insalata "salute"), foršmak (aringa tritata), bliny, pel'meni siberiani, sudak o belom vine (luccioperca al vino bianco), per chiudere con macedonia di frutta "Yalta" e una strana torta con tre soli ingredienti che la signora Miru ha imparato a fare al tempo della perestrojka. Pasticcio di Radicchio alla Goriziana, avrei voluto, altro che pel'meni e luccioperca! Ma è la sua festa e solo il suo foodtrainer personale gode del diritto di veto. Ho potuto invece rifiutarmi di accompagnarla a comperare gli ultimi ingredienti, era abbigliata in maniera davvero imbarazzante: camicetta bianca di popeline, gonnellina celeste, calzini immacolati, tufli-baleriny ai piedi e fazzolettone rosso carminio al collo. Nel frattempo ho potuto nasconderle sotto il cuscino il mio regalo, un paio di calzini con suola anti-scivolo e una fantasia di matrioški.
Altro ambizioso dipinto murale raffigurante Giovani Pionieri
("Poli, che dici, è un missile intercontinentale quello lì?").
Al centro, il motto dei pioneri: "Vsegda Gotov!" ("Sempre pronto!")
"Da oggi comincia una nuova vita", ha proclamato al ritorno, "una vita senza scrupoli, no more scruples. Hello takeiteasy, goodbye scruples!". Non ho compreso bene il proposito, ma aveva un'aria decisa. Contenta lei... a me basta una ciotola di gulasch, acqua e un grattino dietro le orecchie. Attraversa un periodo strano, è evidente. Ha cominciato il 2007 all'insegna del bianco: ingolla quantità industriali di latte, yogurt e svariate altre cose bianche. Al supermercato può fissare incantata gli stracchini per un quarto d'ora. Spero che non si tratti di uno dei suoi piani quinquennali, ormai in questa casa è bandito perfino l'arricchimento del pane con farina integrale o semi. E io ho lo stomaco in continuo fermento lattico.
Anche il signor G. attraversa un periodo particolare, credo che somatizzi la signora Miru. Quei due sono simbiotici, un vero lichene. Chi sia il fungo e chi l'alga, non è importante stabilirlo. Dunque, dicevo che anche il signor G. non è in lui. Tanto per dire: in che cosa sono bravi i gatti, rispetto a noi cani? Nel saltare, ma soprattutto nell'arrampicarsi. Se non fosse così, li avremmo già sterminati da un pezzo. Saltare, il signor G. se la cava ancora. Arrampicare, un disastro. Perde la presa, scivola, soffre di vertigini. E invece di concedersi una pausa, di rifondare alle basi la sua essenza felina, osa sempre di più. Non lo puoi perdere di vista un momento che subito senti il tump tump tump del gatto che precipita dalla libreria, sbatacchiando come un'auto dalla scogliera in un film poliziesco. E alla fine, mica la solita, morbida flessione sulle zampe e l'elegante allontanamento con l'espressione da "Tutto calcolato, che cosa credi?". No, ora abbiamo tump tump tump SPLAT! A pelle di leone, cade. Come se un ciclista si dimenticasse di mettere il piede a terra allo stop.
Secondo me, vive una specie di adolescenza, con un rapporto ambiguo nei confronti della stessa signora Miru. Ho smesso perfino di tormentarlo, ha già i suoi problemi. Alterna momenti di estrema affettuosità, alimentati generosamente dalla sua sdolcinata padrona, a momenti di auto ed etero-distruzione. La signora Miru se ne è accorta da una decina di giorni, ma per quanto ne sappiamo ci lavora da tempo. Sta lì e lavora, lavora, lavora. Si gode una piccola siesta, torna al lavoro interrotto e ricomincia a trafficare. Svita le viti, viola il comodato d'uso del ricevitore Sky affilandosi le unghie sulla griglia di raffreddamento, sbadiglia rumorosamente e rutta ("non rutta, digerisce", puntualizza la signora Miru). Se fosse dotato di pollice opponibile, avrebbe già distrutto la casa. Quando il signor G. è sveglio ma non visibile, è certo che sta tramando qualcosa. Ti passa davanti con la sua faccia da poker e un attimo dopo è in camera col piede di porco. Quel gatto è da manuale psichiatrico. L'altro giorno ha demolito la propria cassettina igienica e, lamentandone la perduta idoneità, ha orinato nella vasca da bagno. Ora il signor Elio ne deve approntare una d'emergenza e io ho suggerito una colata unica di ghisa o una pressofusione di acciaio. Con il signor G. e tutto, possibilmente. Nel frattempo, si potrebbe somministrare la fluoxetina.
*karaoke per tutti (su youtube, qui). Firmato: la signora Miru.
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