Mentre gli investigatori stanno analizzando un biglietto d'autobus acquistato il 1° novembre e trovato nella tasca di Litvinenko (argomento del giorno: "Cosa racconterà quel biglietto?"), si è saputo che pochissimo tempo prima di essere impolonito a morte l'ex ufficiale del KGB aveva cambiato non solo cittadinanza e religione, ma anche nome e cognome (Edwin Carter).
Tanta fatica per niente: cambiare bar, doveva.
Intanto i francesi si sono persi Evgenij Limarev (la fonte di Scaramella), scomparso con moglie e figlio, e secondo l'Echo Moskvy a portare il polonio dalla Russia è stato Kovtun (quello con il numero maggiore di parenti congiunti ricoverati: ex moglie, figli, ex suocera, perfino il convivente dell'ex moglie, toh). Poi è rispuntato il bel donnino, Julja Svetličnaja, che si era qualificata come studente russa a Londra e sosteneva che Litvinenko avesse espresso l'intenzione di ricattare un bel po' di gente famosa. L'Aftenposten ha scoperto che la studentessa in realtà lavora per una compagnia chiamata "Russian Investors", il cui presidente, che a sua volta aveva lavorato per la Yukos, è stato arrestato in maggio dall'Interpol e dalla polizia italiana, a Pisa.
A proposito dell'Interpol: finalmente è entrato in scena pure lui, nell'affare Litvinenko. Un caso internazionale senza l'Interpol è come un presepe senza polistirolo.
Popcorn?
Qua c'è una persona seria che ha raccolto un po' di informazioni sul polonio 210 e le espone in modo blonde-friendly. Grazie millemille, Zu :-)
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