Sempre a proposito dell'attentato "di dimensioni inimmaginabili" che sarebbe stato sventato dalle autorità britanniche il 10 agosto scorso, Enrico Franceschini su Repubblica riferisce di una "lunga e accurata inchiesta" del New York Times , che riassume così:
"la minaccia era seria, gli arresti vennero decisi dopo che alcuni dei presunti terroristi registrarono le rivendicazioni dell'attentato da rendere pubbliche dopo la loro morte suicida, ma apparentemente il complotto non aveva ancora raggiunto la fase finale e non è chiaro come e quando i complottatori lo avrebbero portato a termine. Qualcuno degli investigatori non è nemmeno sicuro se sarebbero riusciti a portarlo a termine, cioè se possedevano l'esperienza tecnica richiesta per fare detonare un esplosivo di quel tipo.
Questo non significa che il pericolo non fosse (e non rimanga) serio; né che un'altra cellula terroristica non stia portando avanti nell'ombra un piano analogo, in Inghilterra o altrove. Ma alcune affermazioni fatte nelle prime ore e nei primi giorni successivi all'arresto dei ventiquattro sospetti, scrive il New York Times, appaiono ora 'esagerate', imprecise, fuorvianti. Non ci sarebbero prove, ad esempio, che i terroristi volevano far saltare 'dieci' aerei, né che il loro attacco avrebbe causato un massacro 'inimmaginabile, senza precedenti'.
La dinamica degli arresti e soprattutto il modo in cui furono annunciati diffuse l'impressione che i terroristi fossero stati fermati all'ultimo momento: poche ore dopo o al massimo il mattino seguente sarebbero saliti sugli aerei compiendo le loro stragi. Invece dall'inchiesta del New York Times risulta che non avevano ancora acquistato i biglietti e neppure deciso date o rotte dei voli".
Cioè, quello che Craig Murray aveva osservato a pochi giorni dagli arresti, e che aveva ribadito in un commento sul Guardian: la scelta dei tempi è stata di natura politica ("qui c'è più propaganda che complotto"), il rischio era probabilmente reale ma vago, e soprattutto questa operazione non ha contribuito a eliminarlo.
L'inchiesta ieri è uscita solo sulla versione cartacea del New York Times, ed è stata esclusa dal sito Internet. Oggi c'è, a questo indirizzo.
(Per evitare la registrazione, c'è il solito bugmenot)
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