O. è un tipo flemmatico. Ma mettigli in dubbio le regole del cinema di fantascienza e si inviperisce: insomma, capisci presto che se tu e lui in questo momento vi trovaste in un'astronave allegramente diretta verso Orione non esiterebbe a trasformarti in spazzatura cosmica lanciandoti fuori dal portellone. Inutile obiettare che quel dato film "sì, è sci-fi, ma in fondo mette in scena una tensione psicologica (o sociale, o ideologica)...": prima di rendertene conto sei già metaforicamente fuori dal portellone, a fare ciao con la manina.
A Trieste c'è ogni anno un bellissimo festival del cinema di fantascienza, Science plus Fiction, grazie al quale ieri abbiamo potuto vedere Possession di Andrzej Zulawski, versione originale sottotitolata: film che abbiamo inseguito per anni, un po' un mito adolescenziale, con quell'aria sempre vagamente peccaminosa che hanno le pellicole maledette o anche solo sfigate.
Ed eccolo, dunque: fotografia livida, ambientazione berlinese minevoecentottanta (una Berlino Ovest deserta, quasi metafisica), movimenti di camera continui e vorticosi, forse esagerati. Marc (una via di mezzo tra uomo d'affari e agente segreto, interpretato da Sam Neill) al ritorno da una delle sue missioni trova ad aspettarlo la moglie Anna (Isabelle Adjani) e il loro bimbo di cinque anni. Capisce subito che Anna ha qualcosa che non va: è distante, infastidita, sfuggente. In breve, ha un amante.
Solo che tra una scena isterica e l'altra si comprende che Anna non si dà a Heinrich, cultore saccente del sesso tantrico con cui ella ha avuto una relazione, ma – ben più appassionatamente – a un mostro tentacolare e viscido, un polpo gigante e sanguinolento uscito dalla fantasia di Carlo Rambaldi. Il mostro va prendendo progressivamente una forma più distinta, più umana. Diventa a questo punto chiaro, al pubblico ma non al marito ancora completamente all'oscuro della faccenda, che è Anna stessa ad aver dato forma alla creatura (partenogenesi? È solo un'ipotesi).
Per proteggere il suo segreto la donna fa fuori un paio di detective assoldati dal marito e anche un'amica; lui a sua volta uccide il maestro di sesso tantrico e un misto di poliziotti e altri personaggi. Marito e moglie, tra una cosa e l'altra, tentano entrambi, ma con poca convinzione, il suicidio con un coltello elettrico (follia). Dopo varie disquisizioni sullo sdoppiamento, sulla dicotomia corpo/anima, su Dio, sulla fede e il caos, il film si avvia verso l'enigmatico finale: il polpo ha preso le sembianze del marito della donna, è ora "completo"; Anna e Marc muoiono dopo una sparatoria con la polizia; il loro bambino tenta il suicidio cercando di annegare nella vasca da bagno, mentre la donna a cui era stato affidato (la sua maestra di scuola, che tanto per confondere le idee è impersonata sempre da Adjani) si appresta ad aprire la porta a colui che crede Marc (del quale è forse innamorata) e che invece è il mostro. Chiusura sullo sguardo attonito di Isabelle, mentre si sente il frastuono di quella che sembrerebbe una catastrofe nucleare.
In auto, poi, appesantiti dal film e dai tacos mangiati poco prima (perché le proiezioni di Science plus Fiction si tengono al multisala del centro commerciale Torri d'Europa, e la gente deve pure nutrirsi in questi ambienti artificiali), O. e io ci siamo scambiati alcuni commenti ("proprio come me lo immaginavo", e "che prodotto degli anni Settanta!") e delle informazioni utili.
E quindi, saranno stati i tacos, sarà stato il film, ma sarà stato soprattutto che O. aveva tutta l'aria di addormentarsi al volante: insomma ho detto le parole maledette.
"In fondo, non è nemmeno un vero film di fantascienza".
Lui, improvvisamente sveglissimo, ha cominciato a elencare le sue benedette regole del genere, e con questo siamo approdati sani e salvi in garage (ma io avevo messo la sicura).
A casa, comunque, in momenti distinti e facendo finta di nulla, abbiamo entrambi consultato The Aurum Film Encyclopedia of Science Fiction, ovvero il Tomo Unico della Legge.
Ed ecco.
Possession dovrebbe stare nell'anno 1981, tra Piranha II: Flying Killers e The Protectors, Book I. Invece neanche l'ombra.
Abbiamo scelto di non commentare la cosa.
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