Sembrava che andasse tutto bene. Poi la squadra è cambiata. Prima, bastava che un attaccante svedese muovesse un passo perché fosse circondato da un branco di celestini. Dopo, la catastrofe.
Scarpini che si rompono, Vieri che si pietrifica, Del Piero che - come scrive Toni in un sms sbigottito - invece di far gol li ferma, l'uscita incomprensibile di Cassano. E due cronisti che a beneficio di un pubblico sgomento lodano i vantaggi della dieta mediterranea. È ormai chiaro: le partite standard con ben due tempi da 45 minuti più recuperi non fanno per noi. Le regole del gioco del calcio ci stressano. Finalizzare fondamentalmente ci rompe.
Leggo oggi che un produttore di birra ceco ha mandato via fax alla squadra e al C.T. del suo paese una proposta irresistibile: voi vincete gli Europei, e noi vi riforniamo di birra. Gratis. A vita. Cerco di pensare a un incentivo simile per la nostra selezione di divi, qualcosa che sia in grado di entusiasmarli per almeno 90 minuti, ma se si esclude il commercio di sostanze illecite e la tratta delle bianche non mi viene in mente niente di altrettanto persuasivo.
Sto girando attorno al problema, ma il fatto è che neanch'io me la sento di tifare contro la Bulgaria.
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