Lo yoga, dicono, rilassa. Aiuta a ricaricarsi, allevia il mal di schiena. Fa fitness, fa paese benestante. Questo deve aver pensato il ministro dell’istruzione croato quando ha deciso di assegnare un contributo annuo a un programma di corsi di yoga per insegnanti. I corsi sono cominciati a ottobre nelle principali città croate (Zagabria, Spalato, Fiume e Pola), ma sono al centro di una polemica infuocata. Sentitevi male: mentre noi assistevamo alle tragiche peripezie del crocifisso sui muri scolastici e del Signor Smith nel videowall di Porta a Porta, la Chiesa Cattolica Croata viveva ormai da mesi il suo dramma.
Già a luglio i vescovi avevano protestato contro l’introduzione dello yoga per insegnanti (non ci credete? La notizia era rimbalzata anche sull’Hindustan Times). “È evidente che gli insegnanti applicheranno la pratica dello yoga mentre lavorano con i bambini”, aveva concluso la Conferenza dei vescovi croati. Affermando che il programma avrebbe favorito “l’introduzione della pratica religiosa induista nelle scuole del paese”.
Ma anche se il ministro è stato costretto a fare marcia indietro, a quanto pare i corsi sono cominciati ugualmente. Centinaia di maestre elementari croate si concedono la posizione del loto, mentre le più smaliziate e flessibili tentano già la locusta. Di certo non vedono l’ora di raccontarlo ai loro pupilli nell’ora di dettato. Di qui a predicare aggressivamente i precetti induisti e a far proselitismo con metodi manciuriani il passo è breve.
Sono tempi duri per i vescovi, bisogna capirli. E se il prossimo anno si passa al più laico pilates? Conosco personalmente un paio di maestre senza scrupoli che venderebbero il crocifisso per un gluteo più sodo.
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