venerdì, marzo 31, 2006

giovedì, marzo 30, 2006

I love you, Lou

Sono contraria per principio all'uso dei blog a fini personali. Per i fatti privati ci sono i diari, o meglio, ci sono i lucchetti sui diari. Ma non capita tutti i giorni di innamorarsi. Lui si chiama Lewis, è un tabby bianco e nero a pelo lungo di cinque anni, ed è disperatamente psicopatico. Con i suoi 6 (sei) artigli per zampa terrorizza da tempo una cittadina del Connecticut: ha aggredito tutto quello che c'era da aggredire, compresa una rappresentante dell'Avon, e poi è finito agli arresti domiciliari. Asociale e genio del male, il "terrorista di Sunset Circle" ama attaccare alle spalle e di sorpresa, graffiando, mordendo e saltando come una molla. Le autorità locali gli hanno imposto il Prozac, lui è scappato e ha colpito di nuovo. Adesso è chiuso in casa, e io amo pensare che dietro quegli occhi convergenti un cervellino pazzo stia lavorando a pieno regime per preparare un'elaborata e feroce vendetta.

Lo ammetto, è stato il suo muso da ciclotimico a far scattare il colpo di fulmine.
Quello, e la geniale azzannatina alla tizia dell'Avon.



[disclaimer: in questo post non sono stati in alcun modo maltrattati i sentimenti del Signor G.]

Mr Funny Guy

Bush alla Freedom House, ieri (via First Draft):

Qual è il suo piano?
D: Sono australiano. Ho una domanda sul surriscaldamento globale... Parlando di fronte al Parlamento australiano Tony Blair ha raccomandato azioni più incisive. E qui a quanto pare il Presidente degli Stati Uniti potrebbe fare la differenza. C'è un consenso virtuale sul fatto che il pianeta si sta surriscaldando. Se lei negli ultimi anni della sua presidenza si occupasse della riduzone delle emissioni, di efficienza di combustione, di questioni che hanno a che fare con l'energia alternativa, penso che farebbe una grande differenza... E insomma, vorrei sapere: qual è il suo piano?
PRESIDENTE: Bene. Noi... innanzitutto, c'è... il globo si sta surriscaldando.

Caratteri piccoli, niente figurePRESIDENTE: Prego. Adesso mi chiederà se ho letto il libro.
D: Signor Presidente, come ha notato all'inizio... io sono della Freedom House, e ho dato al Presidente una copia del nostro rapporto annuale, Libertà nel Mondo, prima che salisse sul palco. E come ha notato, i nostri rapporti...
PRESIDENTE: Caratteri piccoli, niente figure. Continui.
D: È la bibbia della libertà, sì.
PRESIDENTE: Faccio il pagliaccio. Continui.

La domanda fa accadere le cosePRESIDENTE: Una delle forme... una delle forme più pure di democrazia è il mercato, dove la domanda fa sì che qualcosa accada. L'eccesso di domanda fa sì che i prezzi... l'offerta fa sì che i prezzi salgano, e viceversa.

Lo stesso libro che ha letto Silvio,
PRESIDENTE: Penso che la Cina abbia letto di recente il libro su Mao. È la sorprendente storia di un paio di cose... uno, di come il mondo sia stato preso in giro, e due, di quanto fosse brutale questo paese.

mercoledì, marzo 29, 2006

The Forza Italia Wednesday Roundup

Un po' di pensierini dal mio sito preferito.

Con tutti i mezziORE LAVORATIVE STRAORDINARIE ESENTASSE, QUINDI PULITE IN TASCA AL LAVORATORE. UN PROVVEDIMENTO IMPORTANTE, FACCIAMOLO SAPERE CON TUTTI I MEZZI, ANCHE POSTER GIGANTI.

RicordiamociRicordiamoci che dobbiamo andare a votare, nonché di condurre a votare chi è sbadato (ma costui o costoro solo se di dx)....

Cazzi tuoiEro di sinistra, ho votato per gli azzurri e me ne sono pentito, per chi votare il 9 aprile?

Tu, credioggi parlando con un amico (indeciso), l'ho convinto a votare x F.I. Sono veramente contento e mi sento più libero... un voto in meno ai rossi x ferrara è una bella cosa.

San Valentino Pacs Dayx s.Valentino maestra mio figlio 8anni, fatto scrivere 1 biglietto di auguri dicendo alla classe che potevano scambiarselo anche tra maschi tanto è uguale! Come si fa?!

ForseForse non bravo a navigare su internet... però è veramente difficile trovare il "programma dell'Ulivo". Forse lo stanno modificando.

Son coseMA E' POSSIBILE CHE DEVO PAGARE IL CANONE RAI X SENTIRE PARLARE MALE DEL MIO SCHIERAMENTO POLITICO?

Dal Brasile, in setteNoi abbiamo gia votato, siamo in sette ed abbiamo votato tutti FI ma servirà a qualche cosa?

Silvio!SILVIO vieni in Friuli !!

Noi ci frega l'11 settembrePresidente l'11 settembre ha scombussolato il Mondo non solo l'Italia, non è colpa del Suo Governo se qualcosa non è andata benissimo. Lo dica lo dica spesso questo.

Lasciamo stare il mostro di FirenzeDelle due l'una: o sono i RIS che attirano i matti oppure sull'Appenino prodiano non si vive tanto bene (e lasciamo stare il mostro di Firenze...)

ParoliberismoMedialum non fà come UNIPOLL che trovi santini della CGL e DS e il suo scandalo(Co nsorti) si è dovuto strano dai rientri dei soldini dall'Estero disprezzata da chi?

Quelli che vorrebbero scrivere BerlusconiRicordiamo a chi vota per la prima volta e ai nostri anziani che sulla scheda non devono scrivere NULLA! Molti vorrebbero scrivere BERLUSCONI accanto al simbolo!

E quelli che lo faranno
Questa volta voto il cavalier Berlusconi. Lo scriverò bene anche sulla scheda. Auguri di cuore e sempre attivi così.

Un suggerimento
Un suggerimento. nei gazebo distribuite salviette rinfrescanti con il titolo RINFRESCATI LA MENTE e una LISTA DELLE MALEFATTE DI SINISTRA.

Geografia
Berlusconi ha detto che in Italia va tutto bene a me sembra che vada tutto male forse dove abito io non fa parte dell'Italia.

Per questa volta passi
In famiglia siamo in quattro persone io mia moglie e le mie due figlie. Tutti e quattro voteremo Forza Italia, però la prossima volta reintroduciamo le preferenze.

Mille!

Doveva saperlo, che non c'era da fidarsi e che non mi sarei accontentata di tenerlo lì fermo a fingere indifferenza tra gli esercizi di stima ("mi hai messo nei link, per il 2006 siamo a posto"). E poi aveva insistito troppo sul millesimo post per cavarsela con il basso profilo.
C'è questo blog nuovo. C'è un autore misterioso che non ha voglia di dire io e che vorrebbe occuparsi d'altro (caramelle allo zucchero, forse, o infusi combinati "frutti di bosco più vaniglia"; questo autore non esiste, ma io sono quasi certa di aver assaggiato una sua Tarte Tatin con aggiunta di mele cotogne), un editore a scomparsa che gli commissiona le proprie false memorie, la scelta forzata di uno pseudonimo e la costruzione di un alias stralunato e (sembrerebbe) incompreso, un indiano metropolitano che lavora su poche righe, e le inizia tutte con "oggi", che bara spudoratamente e che si compiace della banalità facendo credere che questa sia una sua scelta retorica. Fuori della cornice della storia ci sono mail e bozze, brevi sessioni di writely e uno scambio di file .doc pasticciati, e non è detto che prima o poi non invadano lo spazio della finzione.
E poi a quanto pare - in cambio del mio silenzio, visto che ho pronto il solito ricatto basato su un paio di volumi di chat history rilegati in peccaminoso marocchino rosso - mi è stato concesso il diritto di ficcare il naso qua e là, di protestare se mi annoio, di scegliere la tappezzeria, di animare il salotto e di decidere come la storia dovrà continuare. In virtù della mia accertata natura felina* posso anche dare zampate a tradimento.
Si gioca, e a me piace giocare. Vi presento Uitanubi.

*sfortunatamente sono petulante come un siamese, curiosa, sfuggente, perfezionista, rompiscatole, indolente, territoriale, addomesticatrice e rieducabile. Graffio e faccio le fusa, tendo a sbuffare per fingere distacco, sono capace di cadere senza sfracellarmi al suolo e ho la deprecabile abitudine di sputare palle di pelo che poi nascondo sotto il tappeto. Quello che si dice in giro, che mi lego alla casa ma non alle persone, è solo un luogo comune: mi affeziono meno ai blog che a chi li scrive.

martedì, marzo 28, 2006

Vintage

Il pezzo di Repubblica ispirato al sondaggio di Total Guitar sul miglior assolo di chitarra mi ricorda quella fase dell'adolescenza in cui invece di accompagnare le mie coetanee a rubare cosmetici alla Standa mi chiudevo in una stanza a stilare feroci classifiche con tre o quattro amici maschi pronti a lottare per la supremazia del loro preferito.
Li amavo, quando se ne uscivano con commenti a me parzialmente oscuri del tipo:
"Il chitarrista degli Anthrax: ve-lo-cis-simo! Purtroppo sbaglia un casino."

Poi leggo la pagina di Wikipedia in cui si ricorda che il cantante Turbin (matrice heavy metal classica, voce potente e stridula) venne allontanato dalla band "per mancanza di carisma".
Espulsione per difetto di magnetismo: la giudicammo perfettamente lecita.

He-len, He-len!

Ve lo ricordate il memo di cui si parlava agli inizi di febbraio, quello che raccontava di un incontro di due ore tra Bush e Blair avvenuto il 31 gennaio 2003 (due mesi prima dell'invasione dell'Iraq), durante il quale Bush parlò della possibilità di orchestrare un incidente in cui Saddam sarebbe stato costretto ad attaccare aerei da ricognizione delle Nazioni Unite, fornendo un valido pretesto per colpire l'Iraq? Ne parlavamo qua.
È emerso che anche il New York Times ha visto quel memo.

Ed ecco Helen Thomas e Scott McClellan durante la conferenza stampa di ieri alla Casa Bianca:

D: Rifacendomi alla conferenza informativa di questa mattina, ho detto che il Presidente durante la corsa alla guerra era consapevole del fatto che non c'erano armi - non erano state trovate armi non convenzionali, e lei ha in un certo modo negato che questo fosse nel memo.

McCLELLAN: No, questa mattina lei ha detto che il Presidente era consapevole del fatto che non c'erano armi di distruzione di massa. E questo non è ciò che dice quel documento.

D: Ecco quello che dice il memo: il Presidente e il Primo Ministro riconoscono che in Iraq durante la preparazione della guerra non era stata trovata alcuna arma non convenzionale.

McCLELLAN: Sì, mi permetta di riportarla indietro a quel periodo, perché c'era una squadra di ispettori nucleari delle Nazioni Unite che si occupava della questione. E quella squadra emise una specie di rapporto nel dicembre 2002, e secondo quel rapporto il regime non raccontava la verità. E all'epoca dicemmo che se il regime perseguiva il proprio schema di non collaborazione e continuava così...

D: Dicevano anche che non avevano trovato armi.

McCLELLAN: ... che se continuava su quella strada eravamo pronti a usare la forza. Il Presidente perseguiva una soluzione diplomatica. Ecco perché siamo andati alle Nazioni Unite. Ecco perché abbiamo passato una diciassettesima risoluzione che chiedeva al regime o di raccontare la verità o di affrontare gravi conseguenze.

D: Il memo dice che voleva la guerra, fondamentalmente che era deciso a farla, e che non c'erano armi.

McCLELLAN: No, Helen, questa non è un'affermazione precisa, e lei lo sa. Perché lei si è occupata...

D: Questo memo dice il falso?

McCLELLAN: Beh, lei si è occupata di questo all'epoca. E mi permetta di ricordarglielo, torni a quel periodo, si legga i commenti pubblici che furono fatti, guardi alle numerose dichiarazioni pronunciate dal Presidente degli Stati Uniti. Continuavamo a perseguire una soluzione diplomatica, ma riconoscevamo che era necessario prepararsi e pianificare di conseguenza se fosse stato il caso di usare la forza, e questo è quello che facemmo all'epoca.
Ma a Saddam Hussein era stata data ogni possibilità di adeguarsi, e lui sfidò la comunità internazionale, anche quando gli fu data l'ultima possibilità di fare chiarezza o di affrontare gravi conseguenze. Quindi cerchiamo di non riscrivere la storia. È molto chiaro quello che accadde in quel periodo.

D. Questo memo dice il vero?

McCLELLAN: Non... Non ho visto quel memo, Helen.

D: Non ha visto il memo del New York Times?

McCLELLAN: Ho visto il New York Times.

lunedì, marzo 27, 2006

Le Giornate di Primavera dell'Emicrania

Ho appena festeggiato le Giornate di Primavera dell'Emicrania.
Il mio mal di testa si distingue in emicrania con Laura e senza Laura; Laura essendo un'amica di mia madre, quella che fa la grappa di grano, si cura con le erbe svedesi e passa buona parte del tempo a fissare i cristalli o ad arare un giardinetto zen che ha la stessa forma e apparentemente lo stesso contenuto della cassettina igienica del signor G. Laura ha una missione, disintossicarmi dai farmaci antiemicranici a colpi di Reiki, e non è bene. In questo caso per fortuna l'emicrania era senza Laura, in vacanza alle terme dalle parti di Maribor. Non sono mancati tuttavia i consigli disperati degli amici ("stenditi a letto al buio", "cerca di stare immobile", "immergi le mani nell'acqua fredda" e la sensazionale new entry di quest'anno: "hai provato a tenere sulla fronte quel blocco di ametista che ti hanno regalato?"), assecondati al telefono mentre mi trascinavo in pigiama e calzettoni antiscivolo tra lo studio e la cucina mormorando "sì sì, ora lo faccio" e sorseggiando tazze di infusi amarissimi. In realtà l'unico rimedio conosciuto è costituito dall'inviso antiemicranico, il Difmetre. Il Difmetre è molto più di un cocktail di indometacina e caffeina: è una divinità capricciosa che durante le Emicranie di Primavera agisce a caso, a volte sì e a volte no, basandosi su complicati calcoli astrali, sull'avvicendarsi dell'ora legale e di quella solare, sulle fasi lunari, sulle condizioni di luce e umidità e sul mio personale carisma del momento. Se questa roulette russa farmacologica non funziona, tanto vale picchiare la testa contro il blocco d'ametista fino a perdere conoscenza.

Sono ormai passati i tempi in cui mi piaceva pensare che le Giornate dell'Emicrania fossero una condizione sciamanica durante la quale i Padri della Rivoluzione sceglievano di mettersi in contatto con me: più banalmente si tratta di uno stato allucinatorio doloroso ed estremamente ricettivo, e va preso come tale. Mi sono accorta che in queste condizioni riesco ad assorbire qualsiasi nozione con pochissimo sforzo: ricordo una primavera di cinque anni fa in cui mi addormentai con il televisore acceso e appresi passivamente le abitudini riproduttive dei marsupiali, il metodo di distillazione del Calvados e la storia della Coppa Davis. Mi svegliai che sapevo anche dire "Tafadhali niletee chakula moto haraka. Nina njaa sana!" "Mi porti in fretta, la prego, del cibo caldo. Ho molta fame!". In swahili.
Quest'anno ne ho approfittato per perfezionare la mia imitazione di Silvio Berlusconi ma soprattutto per mandare a memoria 50 specie di alberi e arbusti in quattro lingue.
Oggi l'emicrania di primavera è sotto controllo, Laura torna dalle terme, ho perso un chilo, ho perso l'ametista, ho due occhiaie interessanti e sono finalmente quasi certa che l'albero che vedo dalla finestra è un tiglio comune (tilleul à large feuilles, large-leaved lime, Tilia platyphyllos Scop.). Fiorirà a giugno.

sabato, marzo 25, 2006

Sushi lesso al WSJ

Dalla pagina delle correzioni del Wall Street Journal (via Regret the Error):

"Un esperto di pesce giapponese, quando gli è stato chiesto a quale temperatura si debba conservare il tonno per il sushi per poterlo consumare in tutta sicurezza, ha risposto che la temperatura ideale è di meno venti gradi. Nell'articolo apparso lunedì a pagina uno su un gruppo di discussione chiamato Foodsafe abbiamo erroneamente omesso il meno."

I lettori del WSJ chiusi in bagno da mercoledì (e un po' ben gli sta) ringraziano.

venerdì, marzo 24, 2006

I dubbi del venerdì

Trovo fantastico che a uno venga in mente di chiedere a un motore di ricerca se c'è da fidarsi dei traduttori.



Vedi anche: "give me the pen cosa significa in italiano".



(Babelfish, alla grande: "diami la penna". Poeta.)

Diplomazia, eh?

"I nostri diplomatici prestano servizio in prima linea in complessi negoziati, guerre civili e altre catastrofi umanitarie."
Casa Bianca, National Security Strategy, sezione IX
(via John Brown's PD Review, USC Center for Public Diplomacy)

Il flauto dolce tiene famiglia

Chiave di ricerca: "Quante famiglie ha il flauto dolce".
Paura, mi fate.



giovedì, marzo 23, 2006

La luce in fondo alla caverna

Argomento: Cinema e spiritualità

"Inoltre tra loro si realizza un chiasmo interessantissimo che ha a che fare con il bagliore luminoso che penetra nel buio, un richiamo alla luce che fa la comparsa in fondo al tunnel o alla caverna: una luce di senso che irrompe nell'oscurità".

E.: qualcuno gli spiega che se la luce è in fondo alla caverna è girato dal lato sbagliato?

(Grazie di essere Creative Commons, E.)

mercoledì, marzo 22, 2006

Un paese difeso da oceani e diplomazia



Per gli ammiratori di Helen Thomas, ecco lo scambio di ieri alla Casa Bianca con Bush. Gli unici ad associare ancora i talebani con l'Iraq sono rimasti lui e quello che su Google continua a cercare "filmati di video di innocenti uccisi da talebani in Iraq", con il solo risultato di farsi insultare su questo blog.

HT: Vorrei chiederle, signor Presidente: la sua decisione di invadere l'Iraq ha causato la morte di migliaia di americani e di iracheni e causato ferite permanenti a tanti americani e tanti iracheni. Tutte le ragioni che sono state fornite, almeno pubblicamente, sono risultate non vere. La mia domanda è: perché ha voluto davvero entrare in guerra? [...] Qual è stato il vero motivo? Ha detto che non si trattava del petrolio, che non si trattava di Israele, o altro. Di cosa si trattava?

Presidente: Penso che lei parta dalla premessa... con tutto il rispetto per la sua domanda e per la sua lunga carriera di giornalista... è che... io non volevo la guerra. Dire che volevo la guerra è completamente sbagliato, Helen, con tutto il rispetto...

HT: Tutto...

Presidente: Aspetti un momento...

HT: ... tutto ciò che ho sentito...

Presidente: Mi scusi, mi scusi. Nessun presidente vuole la guerra. Tutto ciò che può aver sentito è questo, ma semplicemente non è vero. Il mio atteggiamento sulla difesa di questo paese è cambiato l'11 settembre. Noi... quando siamo stati attaccati, ho giurato di usare tutti i mezzi a mia disposizione per proteggere il popolo americano. Quel giorno la nostra politica estera è cambiata, Helen. Sa, eravamo convinti di essere al sicuro grazie agli oceani e alla diplomazia. Ma l'11 settembre 2001 ci siamo accorti che gli assassini potevano distruggere vite innocenti. E non lo dimenticherò mai. E non dimenticherò mai il giuramento che ho fatto al popolo americano che avremmo fatto tutto quello che era in nostro potere per proteggere il nostro popolo.

In parte significava assicurarci che al nemico non potesse essere dato asilo. Ed ecco perché ho fatto la guerra all'Iraq... aspetti un attimo...

HT: Non hanno fatto niente, né a lei né al nostro paese.

Presidente: Guardi... scusi un secondo. Mi scusi un secondo. Lo hanno fatto. I talebani hanno fornito un rifugio sicuro ad al Qaeda. È là che al Qaeda si addestrava...

HT: Io sto parlando dell'Iraq.

Presidente: Helen, mi scusi. È là che... l'Afghanistan ha offerto asilo ad al Qaeda. È là che si addestravano. È là che complottavano. È là che pianificavano gli attacchi che hanno ucciso migliaia di americani innocenti.

Io ho visto una minaccia anche nell'Iraq. Speravo di risolvere questo problema diplomaticamente. Ecco perché sono andato al Consiglio di Sicurezza; ecco perché è stato importante passare la 1441, che è passata all'unanimità. Come ha detto tutto il mondo, o distruggete le armi, o rivelate i vostri piani, o affronterete gravi conseguenze...

HT: ... o la guerra...

Presidente: ... e quindi abbiamo collaborato con tutto il mondo, abbiamo lavorato per assicurarci che Saddam Hussein ascoltasse il messaggio del mondo. E quando ha scelto di impedire le ispezioni e di non rivelare nulla, ho dovuto prendere la difficile decisione di eliminarlo. L'abbiamo fatto, e il mondo per questo è più sicuro.

Come maltrattare Google e vivere felici/5

E dopo Abu Grim e Abu Ghiri, ecco a voi Abu Craig.

martedì, marzo 21, 2006

Ma non lavora nessuno in questa città?

Bush tiene un discorso a Cleveland, Ohio, e seccato dalle molte domande fa lo spiritoso dicendo: "Ma non lavora nessuno qua a Cleveland?".

Alcuni dati:
- 5,8%: tasso di disoccupazione di Cleveland, gennaio 2006
- 4,5%: tasso di disoccupazione di Cleveland, gennaio 2001

- 5,3%: tasso di disoccupazione dell'Ohio, gennaio 2006
- 4,0%: tasso di disoccupazione dell'Ohio, gennaio 2001

- 31,3%: tasso di povertà di Cleveland, 2003
- 24,3%: tasso di povertà di Cleveland, 2001

"E dunque la risposta, Signor Presidente, è che un sacco di persone a Cleveland non lavorano perché non riescono a trovare un lavoro."
Think Progress

lunedì, marzo 20, 2006

Bush, in una parola

In un recente sondaggio del Pew Center (quello da cui risulta che in fatto di consenso l'attuale presidente americano sta messo molto peggio di Reagan dopo lo scandalo Iran-Contra) è stato chiesto agli intervistati di descrivere George W. Bush con una parola. Ecco i risultati (non in percentuale, i numeri si riferiscono agli intervistati che hanno fornito ciascuna risposta):

29 incompetente
23 buono
21 idiota
17 bugiardo
14 cristiano
14 onesto
13 arrogante
13 forte
10 integrità
8 imbecille
8 leader
7 scemo
7 ok
7 sincero
7 stupido
6 presidente
6 egoista
6 falso

Vorrei conoscerli, i sei che hanno risposto "presidente".

Con quel riff un po' così

Compito di oggi: andare sul sito dell'Udeur e scaricare l'mp3 dell'inno, se non l'avete già fatto (io devo ringraziare Chubby per l'inestimabile segnalazione).
Questo è il testo, per chi volesse dare una mano alla catarsi con un po' di karaoke:

Un'idea la speranza
un progetto per
costruire migliorare
la realtà con te
fare centro nel paese
dentro i cuori della gente
per ridare serenità
la certezza del domani
il futuro che tu vuoi
con noi presto verrà

sì verrà sì verrà
sì verrà
presto vedrai verrà!
udeur verrà udeur verrà
udeur udeur udeur
verrà
una nuova realtà

riprendiamo gli ideali
la fiducia nel domani
i valori che sono al centro
di noi tutti e della società
la difesa della vita
la certezza nel domani
il sorriso di chi sa
ritrovare dentro al cuore
il senso vero delle cose
la più profonda verità

cambierà cambierà
cambierà cambierà
nuova luce splenderà
Il futuro che tu vuoi
verrà verrà verrà
presto vedrai verrà
udeur verrà udeur verrà
udeur udeur udeur
verrà
una nuova realtà!

Fatto? Non è un gran pezzo da ascoltare in una giornata di primavera, con i finestrini abbassati, il sole negli occhi e il vento nei capelli (o viceversa) mentre un camion ucraino in sorpasso sta invadendo la vostra corsia?

Una brevissima analisi dei contenuti e dello stile vi convincerà. Il conteggio delle parole - tralasciando per un attimo i travolgenti udeur e verrà del ritornello - mi dà 4 cambierà, 3 nuova, 3 realtà, 3 presto, 3 domani, 2 certezza, 2 vedrai, 2 futuro, 2 noi, 2 tu, 2 centro, 2 dentro, 2 cuore/i. Veniamo ai verbi più significativi: migliorare, ridare, riprendiamo, costruire, ritrovare, difendere (difesa). E ai sostantivi che ricorrono solo una volta (ma è chiaro che qua stiamo arando lo stesso fertile campo semantico): speranza, progetto, ideali, fiducia, verità, senso, valori, idea, vita, sorriso, luce (e il relativo splenderà). L'autore vuole comunicarci l'urgenza e la sicurezza del cambiamento, e ci proietta con entusiasmo nel domani: lo fa letteralmente urlando il futuro (verrà) ma senza dimenticare le certezze, il senso vero delle cose, la più profonda verità. Ed è particolarmente convincente quando allude all'ambizione dell'udeur di proporsi come novella e trionfante democrazia cristiana in quel "fare centro nel paese dentro i cuori della gente", dove "fare centro" è anche - in un'elegante proliferazione di sensi - "farsi centro".

Lasciatemi anche dire che non era facile modulare un riff così fulminante con la parola udeur.
Se riuscivano a farci stare anche "campanile" li votavo.

venerdì, marzo 17, 2006

Il favoloso mondo di Scott McClellan/3: minacce!

Ve la ricordate, Helen? Non è stata licenziata, e lotta per noi.
Dalla conferenza stampa di ieri di Scott McClellan.

D: Il Presidente sa di violare la legge internazionale quando si dichiara a favore della guerra preventiva? La carta delle Nazioni Unite, Ginevra, Norimberga. Violiamo la legge internazionale quando ci dichiariamo pronti ad attaccare una nazione che non ci ha attaccati.

McCLELLAN: Helen, non sono d'accordo con la tua affermazione. Prima di tutto, si tratta di un vecchio principio della politica estera americana...

D: Non è un nostro vecchio principio. È un vostro principio.

McCLELLAN: La tua domanda?

D: È una violazione della legge internazionale.

McCLELLAN: Prima di tutto, fammi riprendere, la prevenzione è un vecchio principio della politica estera americana. Fa anche parte...

D: Non lo è mai stato.

McCLELLAN: Fa anche parte di un innato diritto all'autodifesa. Ma qui quello che cerchiamo di fare è affrontare le questioni diplomaticamente collaborando con i nostri amici e alleati e con i nostri partner nell'area. Ecco quello che facciamo in relazione alla minaccia rappresentata dal programma nucleare iraniano. Ecco quello che facciamo quando si tratta di risolvere la questione nucleare con la Corea del Nord. Cerchiamo soluzioni diplomatiche per far fronte alle minacce. Ed è importante quello che ci ha insegnato l'11 settembre...

D: Tutta l'enfasi del vostro documento di oggi è sulla guerra e sulla guerra preventiva.

McCLELLAN: Posso finire di rispondere alla tua domanda, perché credo che sia importante dare una risposta. È una buona domanda, ed è corretta. Ma dobbiamo aspettare che una minaccia si concretizzi appieno, prima di reagire? L'11 settembre...

D: Secondo la legge internazionale bisogna prima essere attaccati.

McCLELLAN: Helen, non mi lasci rispondere. Hai la possibilità di fare una domanda, e io vorrei essere in grado di fornirti una risposta, così che il popolo americano possa sapere qual è il nostro punto di vista. Non è una cosa nuova per la nostra politica estera. È un principio di lunga data, la questione che stai tirando fuori. Ma ti rifaccio la domanda. Dobbiamo aspettare che una minaccia si concretizzi prima di reagire...

D: Non c'era stata nessuna minaccia da parte dell'Iraq.

McCLELLAN: L'11 settembre ci ha dato...

D: Quella non era una minaccia dell'Iraq.

McCLELLAN: ... alcune importanti lezioni. Un'importante lezione che ci ha dato è che dobbiamo affrontare le minacce prima che si concretizzino appieno. Ecco perché lavoriamo per far fronte alla minacce relative alle questioni nucleari che coinvolgono l'Iran e la Corea del Nord. Ecco perché perseguiamo soluzioni diplomatiche, collaborando con i nostri amici e alleati e con i nostri partner nell'area che comprendono appieno la posta in gioco e le conseguenze di un fallimento nel far fronte tempestivamente a quelle minacce, prima che sia troppo tardi.