sabato, maggio 19, 2018

La donna che scambiò sua suocera per un cappello

La mia ex suocera divide confidenzialmente (cioè all'insaputa della sposa, per la quale ha sempre comunque parole sentitamente affettuose, compensando i chili di troppo con il "bel visetto", l'eccessiva magrezza con il "bel personale" e i nasi da aquilotto con un vago e sempre in voga "incarnato trasparente") i matrimoni in:

1. è da cappello.
2. non è da cappello.

Io ne imitavo la cantata milanese rallegrando il tavolo "dei giovani" già durante il primo giro di sorbetti.

Naturalmente:

1. la felicità di occupare un posto sotto un cappello;
2. di riempirne il vuoto o piuttosto di svuotarne il pieno;
3. di creare tramonti sul Nilo sistemandosi controluce con uno spritz Aperol in una mano e un canapè nell'altra;
4. di accogliere faune tropicali e microclimi, posticini per api operose o subdole zanzare, nebbie padane, arcobaleni e temporali;
5. di aggirarsi tra altri animali piumati e fioriti, timidi o appariscenti, e riconoscersi con sprezzatura in quella abissale e gloriosa noia che è il matrimonio da cappello.

sono tutte cose che non evocano scene di lotta di classe come pensavo io, né snobismi come pensavo sempre io (che a quel punto ero un genio).
Ma altro.

Su questo ha sempre avuto ragione lei.

domenica, aprile 22, 2018

Lo svuarbilut

Gorizia, La Casa Mia, garage. Animale lunghezza 12 cm, sconosciuto, morto acciaccato.
Scatto bella foto.
Mostro bella foto ai miei.

Ottimismo materno:
Nido di vipere trasloco scappare tanica benzina incendiare spargere sale avvertire amministratore avvertire vicino piano di sopra quello che ha tutte le chiavi di emergenza e sa cambiare le lampadine chiamare Digos.

Parere paterno (senza occhiale):
No no. Niente.

Parere paterno (con occhiale rosa Big Babol di madre):
No no. Niente.

Parere paterno (con occhiale proprio):
Sì. È uno svuarbilut. Noi da ragazzini lo infilavamo dentro la camicia e ce lo portavamo a casa. Perché? Perché è simpatico, dolce, di buon temperamento.

Parere paterno (riposti gli occhiali):
È una lumaca. Tu non hai idea delle lumache che esistono.

- Vi mando la foto, posso?
- No.
- No.

sabato, gennaio 06, 2018

Là dov'era più morbida

Il maestro di musica diceva che lui l'Olivieri l'aveva conosciuta da giovane ed era bellissima, la ragazza più bella di Gorizia. Adesso però la Olivieri aveva un viso smunto tappezzato da una peluria chiara e folta e faceva spavento.
Antonia, sempre aggiornata sui progressi della chirurgia grazie alla lettura di pubblicazioni scientifiche come «Cronaca Vera» e «Stop», diceva che probabilmente quel viso era la conseguenza di un brutto incidente di macchina o di ustioni gravi, e che alla Olivieri avevano trapiantato la pelle prelevandola là dove era più morbida, il sedere, metodo già collaudato con la somma diva Sylvie Vartan.

Da dove venisse quella pelle non si sapeva, fatto sta che la Olivieri suscitava paura, sgomento e ribrezzo. Per non incrociare i suoi occhi, enormi e tossici, lo sfortunato chiamato alla lavagna si vedeva costretto a concentrarsi sulla peluria, un paesaggio nel quale controluce e in giornate particolarmente umide potevano formarsi arcobaleni.

Alla Olivieri io piacevo.
«Vittorelli, il mio arbiter elegan-»
«-tiarum» ero obbligata a scandire, perché lei ci faceva anche i rudimenti di latino, latino alle medie in una scuola che aveva fama di essere la migliore e nella quale per banali questioni di residenza confluivano soprattutto figli di operai, gente di Straccis, del Torrione, di via Cordaioli, insomma del Bronx.
«Vittorelli, che colori. Sei la nostra Madame... »
«Henriot.» Perché ci faceva anche un po' di storia dell'arte, l'arte che piaceva a lei.

Valerio Colella era figlio di operai pure lui, e a casa sua linguisticamente parlando vigeva il doppio corso monetario: ci si scambiava cioè mozziconi di frasi in dialetto e in un italiano molto elementare. In più il Colella era un ragazzo introverso, a scuola stentava, e soprattutto arrossiva forte e senza motivo sopra lo scollo di maglioni che sua madre gli sceglieva sobri come un monoscopio a colori.
Poi un giorno, in un compito in classe sul Leopardi, dopo una sfilza di pensieri convenzionali il Colella partì temerario per la tangente, forse per spiegare certe sue afasie esistenziali: "Mi sento come la Simca di mio papà, che bisogna sburtarla per farla partire".
La Olivieri lesse la frase a voce alta. Poi la rilesse. Nel mondo della Olivieri non esisteva il verbo sburtare. E del resto non esisteva neanche quella classe di poveracci, né l'odore di Big Babol, di sudore e di panni asciugati male. Il suo mondo erano i fiori freschi da Voigtländer, il caffè al Verdi o al Garibaldi, i tè danzanti della Ginnastica, le uscite sul fiume con gli amici della vecchia banda, una banda in cui le ragazze si chiamavano Argia e i ragazzi facevano alpinismo e si tiravano un colpo di rivoltella passati da poco i vent'anni. Quel mondo esisteva solo nei suoi occhi spaventosi, e nella peluria che alla minima corrente d'aria ondeggiava e si illuminava come lino delle fate. Nel mondo della Olivieri non si sburtava.

Fu così che la Olivieri quella mattina si scagliò sul Colella urlando.
Alla fine di lui rimase soltanto un mucchietto di pelle ossa e cartilagini, un ciuffo di capelli, un maglione lacero, un paio di Clarks contraffatte, due tubolari bianchi ingialliti sulla pianta, qualche cartina di caramella Golia, una pozzanghera di lacrime, un astuccio contenente una penna biro, un compasso, una matita 2B, una scolorina e una gomma profumata.
Questo vidi io, Madame Henriot, arbiter elegantiarum, sesto banco a sinistra nella disposizione a ferro di cavallo.
All'uscita della scuola il Colella trovò come sempre ad attenderlo suo padre con la vecchia Simca.
Come sempre toccò sburtarla per farla partire.

giovedì, gennaio 04, 2018

La prima fetta



Quel pomeriggio eravamo in spiaggia quando alla Barbara venne proprio voglia di un panino. E disse ho proprio voglia di un panino.
Allora mia madre disse mi raccomando, se prendete il salame taglia via la prima fetta e buttala. Mi raccomando, ripeté mia madre.
Con la Barbara salimmo in casa, spalancammo il frigo, tagliammo il pane, tagliammo il formaggio, tagliammo il salame e preparammo un panino. La Barbara se lo mangiò con gusto, piano piano ma con gusto. E disse mi è proprio piaciuto questo panino.
Quando riscendemmo in spiaggia mia madre mi prese da parte e mi chiese se avevamo buttato la prima fetta di salame. Io dissi di sì, ma ce ne eravamo dimenticate.
È risaputo che se non butti la prima fetta di salame puoi morire quasi subito, diciamo entro una o due ore.
E infatti la Barbara quel pomeriggio morì, puntuale.
Mia madre disse te l'avevo detto.
Mio padre disse te l'avevo detto.
E i vicini d'ombrellone fecero sì con la testa, perché loro non l'avevano detto ma comunque l'avevano pensato.
Mentre mia nonna rimase zitta a rosicchiare la matita interrogandosi sulla soluzione del 12 orizzontale, per poi bisbigliare assorta comincia con la D e forse ma solo forse c'è una M in mezzo.
Infine tacquero tutti, e si sentì solo il ronzio lontano di un aereo che trainava uno striscione pubblicitario con su scritto Mobili Donda.
Quella sera dopo cena andammo tutti a mangiare un gelato.
La Barbara prese una coppa con tre palline di stracciatella e un succo di frutta alla pera, che consumò piano piano ma con gusto. Mi piace proprio, la stracciatella, disse.

giovedì, dicembre 07, 2017

Johnny

È stato durante la conferenza stampa del Prefetto di Parigi dedicata ai dispositivi di sicurezza e alle misure di ordine pubblico per il corteo funebre di sabato (400 biker, musicisti che suoneranno lungo il percorso, schermi giganti, centinaia di migliaia di persone, forse mezzo milione), quando il signor Prefetto ha voluto ricordare quella volta che Johnny è venuto a visitare la prefettura perché aveva con essa un legame particolare, e quella volta che lui, il Prefetto, è andato a un concerto di Johnny e poi è stato ricevuto personalmente nel suo albergo,

insomma è stato dieci minuti fa e comunque dopo due giorni di rocchettari, reumatiche, inconsolabili, scolaretti, garagisti, armonicisti, harleydavidsonisti e dopo la notizia di 250.000 ascolti di "Je te promets" su Spotify che mi sono accorta che questa cosa di Johnny è piacevolmente

piacevolmente

piacevolmente

sfuggita di mano.

venerdì, dicembre 01, 2017

Ça va

Così vanno le cose. Con i vicini, in panetteria, al supermercato le cose vanno così:
Persona: Ça va?
Vittorelli: Ça va. Ça va?
Persona: Ça va, ça va.
Ma. Ci sono eccezioni.
Persona: Vous allez bien?
La Miru: Ça bien merci bonjour grumh buh va.
E la Miru si allontana sconfitta.

martedì, novembre 28, 2017

Trentatré



Nella cittadina di Verchnie Jamki un dentista scopre che l’operaio Ivan Sergeevič Travkin ha in bocca ben 33 denti. Il dolorante Ivan Sergeevič viene così portato a Mosca, dove gliene capitano di tutti i colori: prima finisce in manicomio vittima delle macchinazioni di un invidioso (che finirà ricoverato a sua volta) e poi diventa famoso grazie alla sua particolarità. Gli scienziati ipotizzano che con i suoi 33 denti sia un discendente dei marziani e lo scelgono per una pericolosa missione spaziale.
E "Trentatré" è il titolo del film.
In bella immagine, Ivan Sergeevič torna nel suo paesino.

Il fatto che Verchnie Jamki non esista non gli impedisce di venire nominata altre due volte nel cinema sovietico: in Šla sobaka po rojalju (1978) e in Afonja (1975) dello stesso Danelija.

Tridcat tri (1965)

Regia: Georgij Nikolaevič Danelija
Direttore della fotografia: Sergej Arkad’evič Vronskij

giovedì, ottobre 19, 2017

I bless the rains down in Africa

La macchina da presa inquadra un mappamondo che ruota e sfuma in un ventilatore a soffitto, poi scende, passa in rassegna scaffali pieni di grossi volumi e si ferma su uno con un mezzo vokuhila che canta assorto mentre sullo sfondo una bella ragazza nera con gli occhiali siede a una scrivania coperta di libri. (Primo piano della ragazza nera che si lecca un dito per sfogliare un libro.)

Poi c'è nuovamente il mappamondo rotante, lui che canta, una mano che timbra un passaporto, lui che canta dietro pile di libri alla luce di una LAMPADA a olio. In seguito appaiono un batterista, un percussionista, un tastierista e un chitarrista affaccendati con gli strumenti loro, mentre Mezzo Vokuhila canta e la ragazza lancia uno sguardo seducente o dubbioso al di sopra degli occhiali. Ma a cosa lo lanci non si sa, forse al tizio che canta da solo.

Mappamondo che ruota, sfogliare furioso di pagine, e infine il mappamondo si ferma per permettere alla macchina da presa di zoomare su AFRICA.
La band suona sopra una pila di volumi, in particolare su un librone intitolato AFRICA.
Ma Mezzo Vokuhila durante le sue ricerche bibliografiche ha trovato un brandello di carta, cosa sarà?
Intanto fuori, in mezzo a una vegetazione tropicale, succede qualcosa, c'è qualcuno. Qualcuno con una LANCIA.
Ma da dove verrà quel pezzetto di carta?
Mezzo Vokuhila (visibilmente sudato) prende un libro, ed è finalmente soddisfatto. Sulla copertina c'è scritto: AFRICA.
Una mano nera con braccialetto di piume e perline scaglia infine la sua LANCIA che sfiora una pila di libri e va a conficcarsi sulla parete tra un paio di maschere africane. Sul pavimento, gli occhiali rotti della ragazza nera.
A questo punto però i vari membri della band spuntano cantando dietro gli scaffali della libreria, nei varchi aperti tra un libro e l'altro, occupandosi serenamente del refrain.
Comunque a posto, abbiamo scoperto dove stava il pezzo di carta, solo che la LANCIA ha fatto cadere i libri che hanno rovesciato la LAMPADA e il libro si incendia. La montatura di plastica degli occhiali della ragazza si scioglie.
Poi c'è Mezzo Vokuhila adagiato sul librone in modalità colazione sull'erba, mentre il libro intitolato AFRICA brucia.

E noi? Noi riservavamo a queste scene uno sguardo imperturbato e sornionamente "goriziano", una sovrana sprezzatura.
Erano gli anni Ottanta.

martedì, settembre 05, 2017

Una cosa che ho fatto quest'estate

Il tema dal titolo “Una cosa che ho fatto quest’estate” lo aprii quell’anno con sintetica franchezza: “Quest’estate con i miei familiari siamo stati sul Lago di Raibl e all’andata io ho gomitato nella vettura di mio papà”.
“Ma dove sta il Lago di Raibl?” si informò poi la Claudia che vantava una passione per la geografia. “Praticamente in Isvizzera” risposi io con un gesto nobile che abbracciava un esteso arco montuoso in cui la Carnia fraternizzava con le Dolomiti e le Alpi Graie, e i laghi erano un unico specchio d’acqua che emergeva e scompariva, addormentandosi furlano e svegliandosi elvetico.

La Svizzera era sinonimo di lungo soggiorno fatto di passeggiate, sedie a sdraio e pranzi al sacco, di albergatori riservati e puntigliosi, di versanti cordiali. Invece noi al Lago di Raibl ci eravamo andati in giornata, partendo all’alba carichi di canne stivaloni e mulinelli per partecipare al Torneo di pesca a coppie “Lui e Lei”. Lui era mio padre, Lei ero io.
Antonia era addetta alla distribuzione delle cotolette impanate, mentre il contributo di mia madre si esauriva in un tifo un po’ scolastico (“Dai dai”, “Tiralo su tiralo su”) che si spegneva alla vista delle esche vive. Io in quanto Lei sapevo maneggiare i lombrichi, sapevo lanciare, sapevo dosare lo strattone, sapevo recuperare. A papà bastava. Papà faceva tutto il resto.
Quel giorno appena scesa dall’auto mi ero innamorata, all’improvviso, con le gambe che ancora mi facevano Giacomo Giacomo. Lui era mio coetaneo, era biondo, indossava una polo a righe rosse e blu ed era il figlio del Pagorani, nostro avversario, acerrimo rivale pescasportivo del padre mio. Naturalmente non ci scambiammo neanche una parola, solo sorrisi ebeti. Io lì, con la canna in una mano e una cotoletta impanata nell’altra, mentre mia madre faceva “Dai dai!” e mio padre bisbigliava “Quando mangia, polso fermo e tac. Polso fermo e tac!”. Lui là, a sorridere abbracciato a un barattolo di vermi.
Vincemmo noi, non so perché. Un buon posto, pasturato bene. Fortuna nel sorteggio. Bilance truccate. Giudici corrotti.
Con il figlio del Pagorani ci salutammo nel parcheggio facendo ciao con la mano in mezzo ai clacson e alle auto in retromarcia, avvolti in una nuvola di polvere, moscerini e freschìn. Così voleva il nostro destino di Montecchi e Capuleti del Lago di Raibl, nel Friuli svizzero. Io però almeno mi tenevo stretta la coppa “Lui e Lei”.
Sulla strada del ritorno lui gomitò in macchina, ma questo me lo raccontò poi mio padre ridendo sotto i baffi.
Nel tema furono naturalmente omessi gli aspetti romantici.
“Mi piace la tua sintesi” commentò la maestra Burziani. “Vomitare, però, con la V.”
“Maestra, a me solo scrivere o dire la V mi fa gomitare!”
“Va bene” disse lei, e con la matita fece un segno morbido come una traccia lieve di rossetto.

martedì, agosto 15, 2017

La cornacchia

Tre giorni fa al citofono: "Manu aprimi. C'è qui un signore che cerca una cornacchia, lo lascio entrare in giardino?" "Ok."
Stasera, davanti al cancello di casa: "Scusate avete mica visto una cornacchia?" "Vuole entrare in giardino?" "Grazie."
Certe volte si sta come in un film di Carpenter Sam Neill.

giovedì, giugno 08, 2017

Cosa ho fatto ieri sera

C'era questa maestra, la maestra Burziani, che ogni tanto ci buttava il tema "Cosa ho fatto ieri sera". Allora io personalmente la sera:

andavo con mio papà a prendere la mamma all'uscita dal lavoro ma prima ci fermavamo in un baretto di Straccis dove gli amici gli dicevano "I te gà riciamà", "Ti hanno richiamato", per via della camicia kaki stile militare, e mio papà rideva sotto i baffi a ferro di cavallo, poi mi diceva scegli un gelato pìciula e io prendevo sempre la Cristallo, cioè stracciatella in una tazzetta di plastica blu trasparente;

oppure guardavo la tv.

La maestra Burziani accettava di buon grado la storia della coppa Cristallo, se la gustava ogni volta come una bella replica a volte condita da un seguito come la mamma che saliva sull'auto sbagliata o papà che fermava la macchina sul marciapiede, scendeva e poi tornava con un mazzetto di erbe per la frittata, mentre io dicevo "papà ma è legale?", "siamo sicuri che è legale?" e lui diceva "tira giù la testa che c'è la polizia".

Sulla tv la maestra Burziani aveva qualche riserva. Aveva qualche dubbio.
Non è corretto dire ho guardato la tv, diceva. Ho guardato il televisore? No, perché così sembra che hai guardato l'apparecchio spento. (Risate.) Ho guardato la televisione?
La maestra Burziani faceva la faccia pensosa.
Poi sentenziava: ho assistito alla televisione. Ho assistito a un programma televisivo.
Ma la vedevo incerta, e per non darle un dispiacere il tema lo facevo sempre sulla Coppa Cristallo, una storia on the road piena di tappe bellissime e prevedibili, di finestrini abbassati, di profumi di prati annaffiati di fresco e della mamma che saliva sull'auto sbagliata.

Tranne quando c'era la partita.
Allora lì dicevo abbiamo assistito alla partita.
Per la verosimiglianza.
Però ci infilavo la camicia kaki di papà anche se magari a casa stava in canottiera.
Per l'arte.
La maestra Burziani non si è mai lamentata.

giovedì, settembre 17, 2015

Le nozze di Auschwitz e Poesia

Il membro della giuria di un premio letterario per esordienti, sezione “Poesia”, recita la long list e poi contempla in silenzio il buio oltre i vetri, pensando ad Adorno

di Sergej Kruglov

Su tutta la terra si fa buio
Dall’ora sesta all’ora nona
E avanti fino al mattino.
È la festa di nozze di Auschwitz e Poesia.
Anzi, la festa è già finita:
Non restano più cibo né bevande, gli ospiti se ne sono andati,
La notte di nozze è cominciata.

Il poeta, costretto ad assistere alla scena,
È una candela
Che arde d’amore e di paura
E osserva dal principio alla fine
Tutto questo incredibile kamasutra
(Chiudere gli occhi non può – il secolo
fa da stabile stoppino nella cera).

All’alba si è ormai consumato,
Solo di lui rimane in terra
Un mucchio di lacrime
Piccolo e accartocciato.
(Il che, si sa, non è indicativo
della qualità della cera, ma offre solo l’illusoria speranza
Che questa volta il fuoco
Possa essersi saziato.)

giovedì, novembre 06, 2014

Guardiamo Serie Tv So You Don't Have To: il cagnoletto degli Hamptons

Allora in questa serie c'è lui che fa lo scrittore impegnato che va in vacanza con la moglie e i quattro figli a casa dei suoceri straricchi e incontra lei che è una poveraccia del posto. Lui va bene perché è Dominic West, che è un omazzone di quelli all'antica, già vecchiotto anche da giovane, musclé ma con un'ombra di finta panzetta. Dominic West va sempre bene, va bene poliziotto e va bene mezzobusto retrofitted, dunque andrà bene anche come bietolone adultero. La moglie invece è una delle dottoresse di ER, dunque è sottoposta alla crudele Legge di ER, quella che rende detestabile a vita l'intero cast. In ogni caso lei deve essere detestabile per forza, dice Sua Cinicità, perché tutto in questa serie tv è già dato.
La poveraccia del posto è Ruth Wilson, adesso mi dite che avete dei problemi con Ruth Wilson e io li accetto.
Metà puntata è narrata dal punto di vista di lui (=lei carina e seducente esibisce provocanti cosciotti bianchi sotto l'orlo di vestitini succinti), l'altra metà dal punto di vista di lei (=figlioletto morto, suocera accorata ma leggermente pallosa e colpevolizzante, e in tutto questo arriva il forestiero seduttore con la station wagon piena di famiglia). Poi si capisce che è tutto un doppio flashback perché c'è un'indagine in corso (è morto uno e non si sa ancora chi, io almeno ancora non lo so), tipo True Detective versione Bolero-Teletutto.
Il tutto è un po' noioso. Due cose si fanno notare:
1. Dominic West ha un modo di alzare le sopracciglia che gli deforma tutta la faccia, i capelli arretrano plasticamente alla Franco Franchi, la bocca si adegua in una smorfia prognate, forse non sono cose belle da vedere.
2. Nella cittadina vacanziera tutto costa tantissimo. Certo lo fanno apposta per farmi capire che lì girano i ricchi tipo famoso uno per cento, ma io tanto ho già capito mica mi serve il comunicato della CGIA di Mestre sui dati Istat. Lui va al mercatino con la figlia a comprare le marmellatine e 28 bucks, sull'unghia, 28 bucks di botulismo non so se mi spiego. Poi entra nel baretto-negozio per vedere lei con la scusa di comprare qualche maglietta souvenir: ma lei non c'è e gli tocca prendere le magliette, 100 dollari, cifra tonda, e sì sì cosa vuole costicchiano. Poi lei lo porta da un pescatore pesce fresco pesce buono signo', i pesci hanno pure un nome strano che lui non conosce, sfido io che non lo conosce probabilmente non esistono, sono cagnoletti della settimana prima. Madonna penso io, adesso gli spara duecentomila dollari di cagnoletto, ma per fortuna c'è un contrattempo tipo cognato di lei e lui i pesci non li compra ma finisce a sbaciucchiarsi con la tizia dietro una baracchetta: con molti sensi di colpa, sì, però almeno per ora è gratis.
Punto 1 e punto 2 si abbinano in una combo abbastanza divertente. 28 bucks, e la faccia di Dominic West trema come un aspic. 100 dollari, e il cuoio capelluto retrocede per effetto della bassa marea dello sconforto portandosi dietro un bel pezzo di fronte e forse di cervello. Dopo ciascuno di questi traumi il Dominic infatti pare un po' più brutto e un po' più scemo di prima, e se ne torna a casa mogio a farsi insultare dai suoceri che gli pagano il mutuo mentre quella di ER lo guarda con la faccia stanchina che hanno tutti quelli di ER prima di prescriverti l'emocromo completo. Che non è mica gratis. Ma questo è già dato.

sabato, ottobre 18, 2014

L'amore e l'amarezza

– Cos'è quella faccia?
– No niente.
– Dài.
– Ho fatto bollire lo zenzero per marinarlo. L'ho bruciato. Ho bruciato anche il pentolino. Poi ho fatto lo sciroppo con lo zucchero e l'aceto. E ho bruciato anche quello. E il pentolino, tutto annerito. Tuo padre!
– Mamma, e il timer?
– Ma che ci faccio con il timer. Dovevi sentire tuo padre, le urla.
– Immagino.
– Sempre così: due minuti prima è l'amore, e due minuti dopo è l'amarezza del rimprovero.
– Buttati i pentolini?
– Buttati. Neri, erano. Ne-ri.
– Molto fumo in casa?
– Molto fumo.

martedì, giugno 17, 2014

Il borsello

Sms #1: Ciao! Come stai? Noi bene ci si ramena e via. Tu molto lavoro? Il tempo qui

Sms #2: Ma non capisco è uscita una musica come una suoneria ma bella e non c'è nessuno baci baci.

Sms #3: Ora aspetto.

Sms #4: Guarda roba da matti per me era un cell al citofono ma se non lo alzi non puoi sentire. Ti saluto.

Sms #5: Risolto! Era il telefono di tuo padre all'ingresso nel borsello da giorni, io lo ammazzo.

Sms #6: Tanti baci.

giovedì, marzo 20, 2014

Sanzioni


Sanzioni. Il Presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha perso il diritto di entrare nel negozio "Miele".

Firmato: La Direzione del negozio "Miele".

via @tjournalru @sopli32

domenica, febbraio 16, 2014

Tutto questo = Stormy Weather: We Read Eugenio Scalfari So You Don't Have To

Dimissioni Enrico Letta = brutto.
Mannaia crudele.
Governi Dc cambiarono spesso ma ---> no strepiti/condanne ad personam ---> staffetta con cavalli di razza ---> partitocrazia, bellezza.
Periodo non bello.
Periodo dopo ---> peggio.
Oggi ---> mannaia di 1 partito che fa a pezzi governo guidato da 1 suo dirigente ---> mai visto.
Tempi bui = Stormy Weather.
Io (=Scalfari) ha riascoltato canzone Stormy Weather.
Tempi: bui.
Mio uomo: mi ha abbandonata.
Fuori: piove.
Qui uomo non ha abbandonato partito. È partito che ha massacrato uomo.
Tutto questo = Stormy Weather.

3 asterischi

Grillo e Lega ---> attacco a Napolitano.
Però Napolitano bene.
Rinviare Letta al Parlamento = altra umiliazione.
Procedura extraparlamentare ok.
Bene.

3 asterischi

Governo Renzi fino a 2018 = manna x deputati e anche x senatori (riforma Senato ---> con calma).
Forza Italia non parte di governo ma parte di programma su legge elettorale e riforme costituzionali.
Pregi Renzi = andare d'accordo con tutti + smisurata ambizione + smisurata vitalità.
Renzi = leader 24 carati = Berlusconi giovane.
Ma Berlusconi ---> voterà contro fiducia Renzi.
Alfano: salvo per ora.
Però: paletti.

3 asterischi

Qualcuno rimprovera Napolitano per Berlusconi a consultazioni.
Berlusconi condannato.
Napolitano ---> no grazia senza ammissione colpevolezza.
Ma Berlusconi = uomo politico & leader partito.
Veto impossibile.
Veramente ---> Costituzione non prevede consultazioni.
Napolitano ---> non obbligato.
Io deve dire questo.

3 asterischi

Politica economica Renzi.
Stessi propositi & stessi problemi governo Letta.
Ma Renzi ---> andare oltre coperture previste da impegni europei (= Squinzi, = Camusso, = Vendola).
Possibile in barba a Europa?
Se Renzi rispetta impegni europei ---> come Letta.
Se Renzi non rispetta impegni europei ---> commissariamento.
Chi fa mestiere di informatore & osservatore ---> aspettare & seguire eventi dando conto a pubblica opinione [= informare & osservare, N.d.T.].

domenica, febbraio 09, 2014

Militari, banditi & carriaggi: We Read Eugenio Scalfari So You Don't Have To

Discorso di Giorgio Napolitano a Strasburgo ---> bene molto bene.
Molti capi di Stato ---> parole gentili.
Nessun capo di Stato ----> giudizio su Europa di oggi & esortazione intensa su Europa di domani.
Nassun capo di Stato ---> come Napolitano.
Napolitano ---> solco di Adenauer, De Gasperi, Monnet, Delors, Schmidt, Kohl & Altiero Spinelli.
Napolitano  Altiero Spinelli profeta di Europa ancora incompiuta.
Napolitano ---> intervento appassionato & apertura orizzonte & scossa-quasi-frustata.
Obiettivi x Italia: continuità & stabilità governo in carica, agire su Europa.
Media ---> molto gossip & poca attenzione x discorso Napolitano.
Discorso Napolitano molto molto bene & molto impo.

3 asterischi

Pd = unico partito che esiste in Italia.
Pd = tipica scena film western = cavalleria di militari o banditi & carriaggi imboccano strada stretta circondata da alte rocce, terra agguati & trappole. Non sempre: cattivi tra rocce & buoni in strettoie.
Vittoria: incerta.
Spettatori attendono: finale.
Tutto questo: in film.
Nella realtà: chi buoni & chi cattivi?

In bella foto, Scalfari guarda buoni in agguato che massacra cattivi in strettoie in film di western commovente
intitolato Mezzogiorno meno dieci di fuoco a Portella della Ginestra.
Immagine & sintesi di Sten.
3 asterischi

3 appuntamenti decisivi [ma Io indica solo uno, N.d.R.].
1. Incontro Letta-Napolitano. Argomenti: programma di governo x rilancio economia con risorse disponibili; sostituzione ministri. Letta ---> no dimissioni. Napolitano ---> ok.
Governo Letta non è governo "di nessuno". X buttarlo giù ---> dimissioni o sfiducia.
X staffetta serve regolamento & accordo tra corridori.
Regolamento: non ha.
Accordo tra corridori: non ha.
Squinzi & Camusso: Letta accetti proposte o vada a la casa sua.

Ma se Europa non cambia politica ---> niente risorse.
Alternativa teorica: patrimoniale su immobili & mobili da applicare a ricchi & agiati (reddito > 70.000 euro).
Possibile? E fuga capitali? E perdita valore immobili? E sconvolgimento imprese del lusso? E rabbia sociale?
Io (=Scalfari) vorrebbe vedere Squinzi & Camusso a governo.
Diminuire eguaglianze! Aumentare asili! Aumentare borse di studio & concorsi!
+ educazione & cultura ---> effetti a lunga scadenza su produttività & creatività sistema.

Come si vede ---> no staffetta.
Staffetta = solo fonte confusione.

Napolitano bene, Letta bene, no staffetta, staffetta confusione.

domenica, febbraio 02, 2014

Renzi adesso bene: We Read Eugenio Scalfari So You Don't Have To

Prima ---> Renzi non simpatico a Io (= Scalfari)
Articolo di Il Fatto quotidiano ---> 4 milioni di finanziamenti illeciti a Renzi.
Adesso ---> Renzi simpatico a Io.
Nemici di Il Fatto quotidiano: Napolitano, Letta, Pd.
Il Fatto quotidiano male molto male.
Renzi adesso bene.

3 asterischi

Parlamentari grillini = male molto male.
Aula sorda & grigia, bivacco di manipoli = retaggio fascismo.
Grillini: odio x euro , odio x Europa, odio per politica, aggressioni Boldrini & Napolitano inqualificabili molto inqualificabili.

Circuito mediatico  cattive notizie & giova a demagoghi.
Gesù ---> conoscere proprie debolezze prima di gettare sasso su altri.

3 asterischi

Nuova legge elettorale = accettabile in impianto ma molti errori & dubbia conformità a
sentenza Corte Costituzionale.
Errore capitale: + governabilità - rappresentanza.
Alleati essenziali x vittoria maggioranza ma esclusi da premio di maggioranza = male molto male.
Mancata scelta di candidati eleggibili = male molto male.
Collegi uninominali = unica soluzione valida.
Ma Berlusconi: non vuole.

Comunque: prima modificare Senato con legge costituzionale e poi entrata in vigore legge elettorale = poco meno di un anno.
Urgenza è: figurativa, non sostanziale.
Tuttavia: elemento di stabilità del Governo (= bene molto bene).

3 asterischi

Economia europea in sofferenza.
Paesi emergenti ---> fuga capitali verso mercato americano ---> fondi alto rischio e non titoli Tesoro Usa. Dove investono fondi alto rischio? Su dollaro? No. Speculazione.

Europa & Italia ---> handicap dollaro debole.
Bene se dollaro = 1 o 1,10.
Allora sì.

Comunque: non siamo in deflazione.
Produzione industrie & servizi ---> miglioramento ormai visibile & duraturo.
Purtroppo: no miglioramento occupazione.
Entro metà anno: plus di risorse dall'Europa x investimenti pubblici e giù cuneo fiscale.
Draghi farà resto.

Stabilità governo Letta = bene molto bene.
Renzi: ha capito.
Speriamo: che non cambi idea.
Berlusconi: può cambiare idea.
Berlusconi: abituato a capriola.

Meno male che: Napolitano c'è.

domenica, gennaio 26, 2014

We Read Eugenio Scalfari So You Don't Have To

Qualcuno ricorda legge truffa (premio 15% a coalizione > 50,1 voti)?
Io (= Scalfari ≠ qualcuno) ne dubita.
Io ricorda bene.
Eppure non era: grande truffa.
Altri tempi. De Gasperi, Togliatti, La Malfa & analogo conio.
Einaudi al Quirinale.
Napolitano = devoto cultore di Einaudi nonostante passato comunista (ma non marxista [Napolitano bene, N.d.R.]).

Oggi: riforma elettorale voluta da Renzi e Berlusconi.
Max governabilità con min rappresentanza = imbroglio.
Berlusconi ---> salvatore Patria = missione compiuta
Renzi ---> portare risultato casa.

Pietro Marzotto ---> espulsione Berlusconi associazione Cavalieri del Lavoro ---> nessuna risposta ---> dimissioni di Marzotto.
Marzotto ---> bel gesto.
Altri associati ---> brutto segnale.
Altri associati = cavalieri smontati da cavallo? [Ironia, N.d.R.]

3 asterischi

Renzi x Io = molto male.
Sua legge = poco accettabile.
Partiti minori = cancellati.
Uniche forze in campo = Pd, Forza Italia & incomunicabile Grillo.

2 punti fermi:
1. libertà mandato parlamentare
2. Renzi segretario Pd.

Parlamento libero di pronunciarsi su legge.
Se legge rivista ---> Renzi deve accettare risultato.
Dimissioni Renzi = scissione Pd = male molto male.

Legge + appropriata secondo Io: + rappresentanza - governabilità (ma non governabilità = 0).
Soluzione secondo Io: collegi uninominali, soglia minima x premio di maggioranza = 40% cento, abolire soglia 5% o abbassarla a 3%, abbassare in proporzione soglia 8% per partiti che vanno soli.

Berlusconi non ci sta?
Pd si appelli a parlamentari buona volontà.
No soluzioni ---> voto con proporzionale ---> vinca migliore.

3 asterischi

Osservatori & editorialisti di altri giornali ---> "governi amici" esistono solo in casi di emergenza.
Opinione di Io da primi anni 80 secolo scorso (XX, N.d.R.) = completamente diversa.
Secondo Io ---> governo titolare potere esecutivo. Presidente del Consiglio ---> potere dello Stato. Presidente del Consiglio = amico maggioranza parlamentare che lo sostiene ma autonomo da essa.
Tutto questo: visione Berlinguer.
+ autonomia governo & Parlamento.
+ forza a potere esecutivo.
+ forza a Parlamento.
Riforma Corte dei Conti.
Riforma Consiglio di Stato.
Galli della Loggia su Corriere di ieri ---> invadenza soffocante burocrazia.
Io concorda interamente.
Semplificare & disboscare pubblica amministrazione = madre di tutte riforme.
Senza madre, altre riforme = barchette di carta in acqua.

Eugenio "senza macchia" (ma no cavaliere! [se non in senso di ironia]) Scalfari disbosca pubblica amministrazione.
Immagine © Surrealistovich, bella sintesi di Sten.