lunedì, ottobre 31, 2011

L'amour en anglais

Nel bagno, cioè nel modulo lunare per fantini, si è materializzato questo biglietto:


Forse è un messaggio dal futuro, come il fossile di polpetta. 
Forse no.
Chissà se dietro l'amore si nasconde anche una riserva di accenti acuti.


sabato, ottobre 29, 2011

Boomerang

Boomerang
di Grigorij Kružkov

Allora dico addio a questa casa,
Al cubo d'aria sopra un letto duro,
Alla studiata inclinazione della lampada
E a questo terrazzo ingombro,
Simile per forma a un boomerang.
Lascio tutto nelle mani di Dio, come si dice.

Dio mi disegna simile
A un aborigeno australiano,
Nudo e scarmigliato
Nel suo bush selvatico e deserto,
Lanciatore di boomerang-anime
In rapido volo all'orizzonte.

L'anima che colpisce con tutta la sua forza
Un cuore caldo e vivo
Vince un trofeo di cenere.
E centrato il bersaglio
Curva la propria traiettoria
Per tornare a colui che l'ha lanciata

Perché egli nuovamente scagli l'arma
Con un alto grido e con un balzo barbaro.
Significa che è tempo di congedarsi
Dal fronte interno delle braccia aperte, dall'alta palizzata
Di scaffali; ai libri io non credo più.

Credo solo in quella terra incantata
Dove, come racconta un testimone,
Passeggia Dio, immemore,
E pascolano adrosauri
E sfrecciano uccelli privi d'ali.

Originale: "Бумеранг", Бумеранг: Третья книга стихов, 1998.

Traduzione: Manuela Vittorelli.


Grigorij Kružkov, nato nel 1945, è laureato in fisica teorica e specializzato in fisica delle particelle. Dal 1971 pubblica e traduce poesie, principalmente dall'inglese. Ha pubblicato quattro saggi sulla letteratura inglese e scrive libri per bambini. Ha insegnato alla Columbia University. Vive a Mosca.

[Grazie a Sten per l'immagine.]

giovedì, ottobre 27, 2011

Questa impronunciabile Europa (We Read Spazio Azzurro So You Don't Have To)

Ammantare
Presidente non dare troppa corda a sarkozy. E' un comico alla de funes capace di far ridere e attirare l'attenzione sugli altri per ammantare i suoi grossi problemi.

Nonno
per fini mio nonno diceva semre mai sputare veleno in cielo, ti ritornera" in faccia TRADITORE FARO DI IPOCRISIA

Regole
i diritti accuisiti non si toccano ogniuno ha fatto i conti con le regole del momento.giusto per il futuro mettere le aziende in condizioni di licenziare per non falli

Dice
NAPOLITANO DICE CHE L'ITA GLIA DEVE FARE DEI GROSSI SACRIFICI INCOMINCIASSE PRORIO LUI PIù CHE UN PRESIDENTE REP SEMBRA UN DITTATORE IMPERATORE CI COSTA PIù DI UNA RE

Auto
per un passaggio di auto in europa costa 30 euro in itala costa 500 euro ecco fate questo prima adeguarle con l éuropa NO LE PENSIONI.non toccarli se no cade Berluscon

Pure
ci sarà pure in Italia qualcuno in grado di: -zittire, o -spedire a lavorare in miniera, o -spedire a lavorare in altoforno quella faccia di bronzo traslucido di F

Child
..........anche Di Pietro è un child pensionato!

Perché
perche' l'evasore fiscale italiano suscita odio,schifo repulsione,mentre il vu cumpra' che non paga iva,inps e irpef,suscita simpatia e comprensione ?

Vivente
On, Presidente Berlusconi,non mollare,gli Italiani moderati sono e saranno sempre con te,perchè sei il più grande legislatore vivente

Fine
SE L'ITALIA FARà QUEL CHE GLI IMPONE QUESTA IMPRONUNCIABILE EUROPA SARà LA NS FINE NON SAREMO PIù LIBERI DOBBIAMO DISOBBIDIRE ALLA MERKEL FRAULEN DOCTOR E AL VIVER SA

martedì, ottobre 25, 2011

In Giorgio we trust

"In tartiflette we trust."
Così stava scritto, bianco su rosso, sul casco del motociclista che stava davanti a noi in fila dal tabaccaio. Volevo farlo notare a Sua Cinicità, ma siamo stati distratti dal fatto che il tabaccaio continuava chiamarlo madame. Lo chiamava madame e poi si scusava, madame e désolé, madame e désolé. Poi siamo andati a prendere i kebab. Il Cinicità non si ricorda mai dove sta, l'arabo, bisogna percorrere un paio di vie dall'aria serale e confusamente pericolosa e poi andare a caso. Sua Cinicità dice sempre "adesso ci menano", ma a dire il vero non ci menano mai.

L'arabo chiama Sua Cinicità "Giorgio". Come Giorgio Armani, dice, mica posso chiamarti Berlusconi. Bunga bunga, spiega. A quel punto i suoi cinque avventori impegnati a guardare a Napoli-Bayern si voltano pigramente. Bunga bunga, ripetono, prima di tornare a fissare lo schermo appollaiati sugli sgabelli vagamente pop di plastica lucida color caffelatte.
E tu come ti chiami, già?, chiede il Cinicità all'arabo. Giorgio Armani anch'io, risponde lui come sempre. Allora me stavolta chiamami Sergio. Per cambiare.

Quando siamo ormai a casa mi ricordo della scritta sul casco.
La tartiflette è una delle invenzioni più tristi dei francesi, dice Sua Cinicità. Patate, formaggio, pancetta. Che tristezza. E il frico friulano, allora? Non è triste come la tartiflette, dice lui. Vedremo, penso io.

Il giorno dopo incrociamo Giorgio Armani davanti a Monoprix.
Sergio, ma sei ancora vivo?
Quel kebab me l'hai consigliato tu, dice il Cinicità.
No, io ho consigliato quello di madame.

Ciao, Sergio, dice Giorgio Armani.
Poi se ne va.

sabato, ottobre 22, 2011

Elegia puškiniana

Elegia puškiniana 
di Sergej Kruglov

Ad Avgust B., con un'avvertenza: neanche sui pini russi crescono le mele blu, 
ma esse sono abbastanza gustose, e i loro torsoli scivolosi. 

Prima di lui non c'erano versi né linguaggio.
Sarà buffo e desolante
quando neanche dopo ce ne saranno.

L'autunno ci sorprende sempre in cammino.
Ultima fermata, Boldino. Più in là non si può andare, caro:
nel mondo c'è il colera. In quarantena sotto cieli stranieri,
resterai ospite indefinitamente.
La casa senza padrone è vuota, avvolta nella nebbia fin dal mattino.
I servi si sono dispersi lungo le strade acide:
non c'è nessuno a cui versare caffé decaffeinato,
nessuno da sbarbare o da svenare –
l'autunno arrugginisce tutto quel che è tagliente.
Siediti accanto alla finestra, mescola le carte
e disponi il solitario in questo o in quel modo – uscirà sempre e comunque
Puškin, nessun altro. E non sorprende:
Puškin in questo mazzo è tutti e quattro i semi.
Dovrai sciogliere gli inchiostri secchi, come nella fiaba?
Ma i tuoi testi di Boldino
non li conoscerà nessuno,
forse due o tre volte
si rivolterà nella tomba
l'ossuta musa russa.
Musa fortunata: è riuscita a morire per prima.
Quando qui ti raggiungerà
il colera del secolo, l'ultima cosa che vedrai
sarà il Puškin di quel solitario, un cielo basso da cornacchie
e una fine del mondo interminabile e crudele.
Che voglia di andare a casa, dolce amico mio,
amico lontano, mia soffice nuvola!
Noi, certo, sapevamo dell'autunno – ma davvero,
davvero la nostra estate è stata tanto lunga?

Originale: "Пушкинская элегия", Снятие Змия со креста, 2003.

Traduzione: Manuela Vittorelli.



Sergej Gennad'evič Kruglov, nato nel 1966 a Minusinsk, nella regione di Krasnojarsk, ha studiato giornalismo a Krasnojarsk e ha poi lavorato come reporter nel giornale locale Vlast' Trudu. Scrive poesie dal 1993. Nel 1999 è stato ordinato sacerdote della Chiesa ortodossa russa. Vive in Siberia. È sposato e ha tre figli. Nel 2008 ha ricevuto il premio Andrej Belyj. Ha un blog: http://kruglov-s-g.livejournal.com/ (rus).


[Grazie a Sten per l'immagine.]

mercoledì, ottobre 19, 2011

Box di sx (We Read Spazio Azzurro So You Don't Have To)

Visto

visto che quando si votera' perderemo,impegniamoci fin da ora,quando rivinceremo(2o18)ad abrogare con effetto retroattivo leggi per voto/cittadinanza stranieri

Tutti
MEGLIO I CONDONI CHE FANNO PAGARE CHI NON HA MAI PAGATO CHE REINTRODURRE L'ICI CHE PAGHIAMO TUTTI DI NOI

Diretto
la conpagna bindi usa termini da bettole,panella è nel suo diretto dissentire senza essere trattato male.VERGOGNA A CASA HA ROTTO

Conosc
alla prossima manifestaz.in qualsiasi città, propongo l'invio di ag.digos di tutte le città per control.aeropor.stazion.strad.e autostr.loro li conosc.gli esaltati

Solo
I soliti giornalist ed opinionisti starnazzano a vanvera che ora bisognerà "pagare" x manifestare. No, è solo una fideiussione che sarà restituita in assenza di devastazioni.

Maxi
Svecciamo la pubblica ammini. Immettete giovani laureati e competenti al posto di fannulloni e incompetenti! Serve una maxi ingresso dei giovani!

Dove
NON GUARDIAMO PER UN PO' TUTTE LE TRASMISSIONI, SOPRATTTUTTO QUELLE DI STAMPO SINISTROIDE, DOVE CI SONO I POLITICI.


Grande
SILVIO...Fai un acosa GRANDE...Azzerra i Privilegi della CASTA e Vai in Parlamento, Metterai all'Angolo i SINISTRI, che Voteranno Contro e Guadagnerai Molti VOTI....

Dettato
Erano indignati con Pannella ed ereno anche tanto democratici perchè non ci si comporta così in parlamento; si deve seguire il dettato del box di sx (Melandri, Bindi).

martedì, ottobre 18, 2011

Buonamente un po'

Al mondo

Mondo, sii, e buono;
esisti buonamente,
fa' che, cerca di, tendi a, dimmi tutto,
ed ecco che io ribaltavo eludevo
e ogni inclusione era fattiva
non meno che ogni esclusione;
su bravo, esisti,
non accartocciarti in te stesso in me stesso

Io pensavo che il mondo così concepito
con questo super-cadere super-morire
il mondo così fatturato
fosse soltanto un io male sbozzolato
fossi io indigesto male fantasticante
male fantasticato mal pagato
e non tu, bello, non tu «santo» e «santificato»
un po' più in là, da lato, da lato

Fa' di (ex-de-ob etc.)-sistere
e oltre tutte le preposizioni note e ignote,
abbi qualche chance,
fa' buonamente un po';
il congegno abbia gioco.
Su, bello, su.
                     
                    Su, münchhausen.


Andrea Zanzotto, La Beltà, 1968.

lunedì, ottobre 17, 2011

A ferro caldo (We Read Spazio Azzurro So You Don't Have To)

Adesso
adesso a ferro caldo si dice che questi teppisti avranno una pena esemplare, poi usciranno sub. con arrest.domiciliari. è una VERGOGNA!!!!!!!!!!

Ma
Ma perchè i blach blok non vanno mai a fare una protesta in IRAN????????????????????????????????????????????????????

Ini
CASINI? BACCHETTONE E PORTA BORSE NELLA 1° REPUBBLICA, PORTA BORSE E BACCHETTONE NELLA 2° REPUBBLICA.DIFFIDATE DI TUTTI I PARLAMENTARI CHE I COGNOMI FINISCONO CON INI.

Anche
DIFFIDATE ANCHE DEI PARLAMENTARI DOVE I COGNOMI FINISCONO IN "ANI"

Dimenticavo
deportiamo nel dserto libico immigrati nullafecenti,clandestini,autonomi,blac blok e compagnia bella.chi lo fa,prende il70% alle elezioni.dimenticavo i rom...

Inutile
INUTILE DIRVI CHE IL POPOLO DI DX ASPETTA UNA DECRETO SVILUPPO FATTO DI TAGLI ALLE LOBBY (ORDINI PROFES.... ABOLITELI). OPPURE LA GENTE NON VI VOTERA' LA PROSSIMA VOL

Sicuramente
Avete senti come hanno insultato Pannella ?e con che ciglio! Ma quegli scalmanati per chi votano?Sicuramente non sono dei moderati e non sono per la pacifica convivenz

Neanche
anche questa volta non ce' l'anno fatta,sig.presidente veda di tenere duro che tanto sti' criticoni non riescono neanche a mettere in fila due frasi di senzo concre

giovedì, ottobre 13, 2011

Per far piacere ai nemici (We Read Spazio Azzurro So You Don't Have To)

Possibile
Contro Berlusconi soltanto odio puro, e Fini ne è la migliore componete, da che parte sta , possibile che il nostro presidente non lo contesta, delegitimandolo

Comunque
MA NON SI PUO' SUONARE UNA CAMPANELLA 5 MINUTI PRIMA DEL VOTO ,UNO POTREBBE ESSERE ANCHE AL BAGNO NO??COMUNQUE TREMONTI FA SCHIFO LO STESSO

Bile
Silvio non avere paura di spaccare tutto,noi ti rieleggeremo nel caso di nuove votazioni, cascherà la bile ai compagni.

Perché
Dove starà oggi Fini,in parlamento o sull'aventico comie i suoi amici? perchè non viene sfiduciato dal governo?

Qualcosa
NON CAPISCO PERCHè B.KE TIENE TANTO AL CONSENSO DEL POPOLO NON FA CIò KE CHIEDIAMO, OPPURE RIMANDA O ESCONO PALLIATIVI? QUALCOSA NON QUADRA! KI LO CONSIGLIA?MEGLIO SE FAI DI TESTA SUA

Perversi
FINI E COMPANY LE STATE STUDIANDO TUTTE AFFINCHE' BERLUSCONO SE NE VADA. PERVERSI! SOLO IL POP0LO PUO' BOCCIARE PERLUSCONI, MA NON VOI. IL POPLO LO HA ELETTO. E ZI

Spariglia
mio amatissimo presidente fonda un altro partito cacci via gli ex democristiani :pisanu scajola e altri . spariglia i giochi meschini del BOLSCEVICO NAPOLITANO e FINI!

Le OO
SB ha sbagliato TANTO,TROPPO e,ora,farà da capro espiatorio:chi è causa del suo mal,pianga se stesso!Al- mostri le OO di COMUNICARE a chi l'ha votato il XCHE' di ciò squadra vincente nel 2013?

Psicologo
inizi subito con: candeggio del partito contattare dei giovani con ideali e farli valutare tutti da un psicologo e gli attutali fuori tutti

Ambe di due
IN QUESTI GG NEI SCHERMI DI TUTTI I TG NELLE RIVOLTE FRA CRISTIANI E MUSSULMANI IN EGITTO NON SI SONO PIù VISTE DONNE LE DONNE DI AMBE DI DUE SCHIERAMENTI LE HANNO GIà

Mio
Non faccio la formica per poi farmi rapinare dal primo venuto della Corte dei Conti i MIEI beni reali che serviranno per il MIO inverno.

Spade
SAPETE COSA PENSIAMO DI VOI POLITICI DEL PDL SIETE COME I GIAPPONESI CHE PER FAR PIACERE AI NEMICI SI FACEVANO TRAFIGGERE UCCIDENDOSI CON LE SPADE CHIAMATI KAMIKAZE IL

martedì, ottobre 11, 2011

Via del Boschetto

Sms di mia madre:

"Stiamo pensando alla polpetta. Papà avrebbe un'ipotesi. Ricordi via del Boschetto?"

Via del Boschetto: eravamo andati ad abitarci quando il boschetto già non c'era più. Una cucina, un bagno, una legnaia, un sottoscala, una scala, tre camere, un salotto. Una moquette giallo zabaione. Un giardino. Erba, ghiaia. Ortensie lungo i muri. Un'altalena.

Cosa dovrei ricordare di via del Boschetto?
Eravamo costruiti su un cimitero di carne macinata?

Nel dubbio, non chiamo.

venerdì, ottobre 07, 2011

Great meatballs of fire



Ieri, sotto lo sguardo saccente di Pinocchio e del suo doppelgänger, ho infine avvitato tutto l'avvitabile e sono stata trascinata fuori dal modulo perfettamente incolume.

Però in una cavità poco accessibile dietro il wc ho trovato una cosa strana. 
Sarebbe stato bello imbattersi in un oggetto dolcemente sinistro come un origami, una trottola, una clessidra, uno spettrale carillon.

Invece ho trovato una polpetta. 

Dice Sua Cinicità: "Non scriverlo perché la gente capisce altro". Invece è proprio un'innocente polpettina. Ormai perfettamente fossilizzata, ma ancora integra nella sua polpettità. Inodore. Del peso e della consistenza di una palletta di gesso.
La gente qui chiede dov'è il bagno e ci nasconde le polpette.
E la cosa davvero strana è che noi le polpette non le facciamo mai, al limite estremo e conradiano le compriamo surgelate da Picard, e quelle di Picard sono più piccole.
La gente qui si porta le polpette da casa e le nasconde nel bagno, sotto lo sguardo omertoso dei due Pinocchi.

Magari la casa era abitata dal demone della polpetta, uno spirito dispeptico che portava infelicità, allentava le viti, faceva scuocere la pasta e asciugava l'acqua nella caffettiera. Magari adesso abbiamo risolto.

Però, nonostante tutta questa fatica costellata di scoperte, la tavoletta si muove ancora. 
Il Cinicità ha detto: "Sei stata bravissima. Inutile ma bravissima".
Mia madre ha mandato un sms di conforto: "Anche noi nel 2 bagno si muove ed è di plastica. Baci".

giovedì, ottobre 06, 2011

Que reste-t-il de nos armoires?


Qui ogni dieci metri c'è una brocante. È tutto un raccogliere, scaricare, riparare e ridipingere tavoli zoppi, sedie miserabili, mobiletti che sembrano fatti solo per reggere centrini bucati o gondole di plastica. Sospetto che questo spreco di impregnante sia una pacata forma di disoccupazione.

Qui il sabato e la domenica si pedonalizza tutto e si fa un bel vide-grenier, occasione perfetta per bighellonare travestiti da fricchettoni vegani e svuotare con solenne sprezzatura le proprie cantine per riempirle con la roba vecchia altrui.

Quel che resta va a finire in una vetrina sporca di segatura dove si trasforma in ironia.

mercoledì, ottobre 05, 2011

VVP e il sistema politico

Un giorno Vladimir Vladimirovič™ Putin andò nel suo futuro ufficio presidenziale per parlare con Dmitrij Anatol'evič Medvedev, il presidente ancora in carica.
Dmitrij Anatol'evič appariva molto turbato.
– Ancora stai lì a tormentarti? – sorrise Vladimir Vladimirovič™, – Ma piantala! Al secondo mandato non ci arriva neanche Obama.
– Cosa c'entra adesso Obama... – borbottò il Presidente, – Pensavo... tutti credevano che sarebbe uscito l'iPhone 5! E invece hanno presentato ancora il 4. Mi secca parecchio.
– Che? – Vladimir Vladimirovič™ non capiva.
In quel momento la porta si aprì. Era il vice capo dello staff presidenziale, Vladislav Jur'evič Surkov.
– Si può? – chiese Vladislav Jur'evič.
– Evviva! – si rallegrò Vladimir Vladimirovič™, – Entra!
– È ancora il mio ufficio, comunque, – disse il Presidente senza rivolgersi a nessuno in particolare, – E questo qui è ancora il vice capo del mio staff.
– Scusa, scusa, – Vladimir Vladimirovič™ allargò le braccia, – Abitudine.
Vladislav Jur'evič si avvicinò alla scrivania e vi posò un piccolo forziere di legno.
– Cos'è? – chiese il Presidente.
– Mi avete chiesto di elaborare un sistema politico che rispondesse ai problemi che attualmente ci affliggono, – rispose Vladislav Jur'evič, – E io l'ho elaborato.
Con queste parole Vladislav Jur'evič aprì il forziere. Vladimir Vladimirovič™ e Dmitrij Anatol'evič vi guardarono dentro con aria preoccupata.
Nel forziere, su uno strato di marocchino blu, c'erano due dadi di platino.
Sulle facce di uno dei dadi c'era il ritratto di Vladimir Vladimirovič™.
Sulle facce dell'altro c'era il ritratto di Dmitrij Anatol'evič.
– E allora? – sbottò Vladimir Vladimirovič™, – A cosa servono?
– A tirarli, – disse Vladislav Jur'evič, che li prese e li lanciò sulla scrivania.
Su un dado uscì la faccia di Vladimir Vladimirovič™. Sull'altro, la faccia di Dmitrij Anatol'evič.
– Adesso io! – disse il Presidente agguantando i dadi e lanciandoli.
Su un dado, Dmitrij Anatol'evič. Sull'altro, Vladimir Vladimirovič™.
– Ma geniale! – esclamò Vladimir Vladimirovič™, – Anch'io, anch'io!
Vladimir Vladimirovič™ prese i dadi e li lanciò.
Su uno uscì Vladimir Vladimirovič™. Sull'altro, Dmitrij Anatol'evič.
– Bòn, allora io vado, – disse Vladislav Jur'evič, lasciandosi alle spalle il rumore dei dadi che rotolavano sulla scrivania.

martedì, ottobre 04, 2011

La paura della gravità


All'inizio sono a casa con mia madre, nella luce abbagliante di un dopopranzo estivo. Siedo sotto una finestra, un grande rettangolo dai grossi bordi bianchi e arrotondati.
Dico a mia madre che se va tutto bene ci mettiamo sette ore, dunque al suo ritorno dal lavoro sarò nuovamente qui ad aspettarla. E che il pullover lo lascio sotto la finestra.

Mio padre apre la porta del garage, io porto fuori la macchina.
D'un tratto è notte fonda, lui dice "non capirò mai come fai a guidare a fari spenti". "Non tanto per te", aggiunge, anche se la strada è deserta. Sul sedile posteriore c'è Antonia, mi rendo conto che ci aspettava in macchina, stranamente composta, la borsetta sulle ginocchia e una caramella balsamica in bocca.

L'aeroporto è grande, formato da un corpo centrale e da grandi padiglioni circolari. Gli interni sono di legno, naturale o verniciato a colori vivaci: di legno sono i pavimenti, le pareti, le finiture, i pannelli scorrevoli da cui entrano ed escono i passeggeri. D'un tratto sembra di stare in un vecchio albergo di montagna. D'un tratto il presente assomiglia a un futuro immaginato negli anni Cinquanta. Noi tre passiamo da un padiglione all'altro, alla ricerca dei banchi del check-in. Sono in ritardo, so che mi stai aspettando. Il mio telefono segnala cinque tue chiamate perse. Finalmente vediamo una grande insegna verde a forma di freccia irregolare con la scritta ARRIVI e la sagoma stilizzata di uno steward (simile ai cuochi di cartone che salutavano gli automobilisti di passaggio, fuori dei ristoranti). La scritta ci tranquillizza: siamo arrivati. Tu infatti ci aspetti al banco del check-in con il biglietto in mano. Ma come, mi preoccupo, la destinazione sul tuo biglietto è la Georgia, non può essere. Tu spieghi che è una destinazione di comodo. E con un gesto veloce abbracci il viavai di gente nella sala: "qui nessuno va dove sta scritto sul biglietto, dai". Poi mi racconti un sogno che hai fatto, un sogno complicato e pieno di numeri. I numeri me li dici adesso che non possiamo farci niente, dico io. Improvvisamente non ho più borsa né valigia, solo una manciata di oggetti: gli occhiali da vista, piccoli fermagli per capelli.

Entriamo in uno dei padiglioni. Mi dici "spero che la piccola faccia la brava". Io ti rispondo che dobbiamo preoccuparci non della piccola ma di Antonia, anche se oggi è insolitamente disciplinata. Poi ti dico che Antonia ha un regalo per la piccola, un piccolo scheletro di dinosauro. "Sarà contentissima. Sai com'è fatta lei" dici.

Siamo pronti. Mentre davanti a noi sta per aprirsi il pannello scorrevole mi torna in mente un programma che ho visto alla tv, dove due astronauti rispondevano a una domanda sulla paura della gravità e uno di loro diceva: "Quando scendi dall'ultimo piano di un grattacielo altissimo sai che avrai paura, ma che il viaggio in ascensore durerà solo sette minuti. Lo spavento dura poco, passa quando tocchi il suolo. Per noi non è mai il viaggio a far paura, ma la gravità che non ci tiene più". 
Capisco che non ci metteremo sette ore. Sette erano solo i minuti di un viaggio in ascensore, in un programma alla tv.

L'ultima immagine è quella della bambina con il suo bianchissimo scheletro di dinosauro.
L'ultimo ricordo è quello del pullover abbandonato sotto la finestra, in una luce senza scampo.

lunedì, ottobre 03, 2011

Guadagna 20.000 sterline con il pc! Comodamente dalla tua università!

Finalmente una notizia che unisce nomi diversamente occidentali, falso allarme, sospetto braccidestrismo e lieto fine con assegno non trasferibile.

Nome: Rizwaan Sabir.
Età: 26 anni.
Occupazione: studente all'università of Nottingham.
È stato: arrestato in base al Terrorism Act.
Accusa: scaricamento di materiale per utilizzo illegale.
Il materiale: "The Al Qaeda Training Manual", 140 pagine.
A scopo di: studio.
Seguono: sette giorni e sei notti di detenzione.
Poi: il rilascio senza accuse né scuse.
Perché: il materiale gli serviva per la tesi di dottorato, e comunque
Fermi tutti: l'aveva scaricato da un sito del governo americano.
Tutto questo succede: nel 2008.
Gli avvocati di Sabir però scoprono che: la polizia è in possesso di un fascicolo su di lui nel quale sono contenute false informazioni e si dice che è stato arrestato per terrorismo.
Adesso si spiega perché: da allora lo fermano e lo perquisiscono più spesso.
Lieto fine: per evitare il processo la polizia del Nottinghamshire accetta di risarcirlo.
In tutto: 20.000 sterline più le spese legali.
La polizia continua a definire il suo arresto: una misura necessaria e adeguata.

È evidente. Porti quel nome e scommetto che non sei bianco. Scarichi il .pdf del manuale di addestramento di al Qaeda, che si chiama proprio manuale di addestramento di al Qaeda. Lo salvi non nel tuo computer, ma in quello dell'amministrazione della tua università. Prima però chiedi il permesso. Chi ti concede il permesso ha un nome strano pure lui. Sfiga.
E poi te lo studi con la scusa del dottorato. Certo, ogni volta che ti viene un dubbio devi andare in amministrazione. Un po' due palle, soprattutto quando cominci a metterlo in pratica: "cos'è che devo fare se tiro la cloche e non succede niente?", "com'era già la ricetta della ricina senza colesterolo?", "niente, io i 44 modi per sostenere il jihad non me li ricordo mai tutti, quando arrivo alla fine sono sempre 42".
A questo punto sei famoso. 
Da qualche parte c'è un fascicolo che parla proprio di te.
Poi non lamentarti se ti fermano sempre con il pretesto patente-libretto. 
Scusa, sai.


domenica, ottobre 02, 2011

La distribuzione degli elefanti sulle isole

La distribuzione degli elefanti sulle isole
di Sergej Kruglov

Denso come marmellata è il sangue del tango portoricano.
Robinson si entusiasma, ulula, bacia
una sbavatura su un alluce calloso!
Oggi tiene a battesimo una nuova letteratura insulare.
Felice Venerdì s'inchina
agli applausi del mare,
lancia goffi baci in aria verso i gabbiani,
i granchi strisciano sulla scena con imbarazzanti bouquet
di moccio salato.
Venerdì ha vinto il Premio Booker!
Culla tra le braccia l'enorme busta viola.
Venerdì è un poeta, oggi per l'emozione è agitato
come un cocktail “El Choclo”, ha perfino una cannuccia
che gli spunta in mezzo all'inguine!
Robinson, ballando, accarezza la radiolina
che tiene in mano –
“Girl, Don’t Cry Fo’ Louie!” –
e aggira felice la madre passandole alle spalle,
il battesimo all'ombra di una palma da cocco:
barbuto e giallodentato, spaventoso,
simile al cammello del Battista, il canuto Crusoe
benedice il suo dio-bambino, attaccandosi
al capezzolo di cioccolato al latte
del giovane maestro-stilista;
il succo della letteratura! tutto immacolato;
ah, se soltanto – prega Venerdì – la celebrazione della poesia
e la pioggia di premi non finissero mai! aiuto, Signore!
Ma Robinson, sintonizzando la sua radio su un tango – qui l'unico
fardello dell'uomo bianco è questo – lo istruisce:
così, così, figlio mio! sei il nuovo orgoglio del mondo!
Spalma uno strato di preghiera più spesso dell'olio di cocco – sull'orecchio di Dio!
su e giù, su e giù! tango nelle pieghe! Così!
E intanto quel Dio bruno dalle vermiglie labbra se la ride:
D'ora in poi su queste isole lo spirito
creerà a proprio piacimento.

Originale: Раздача слонов на островах


Traduzione: Manuela Vittorelli



Sergej Gennad'evič Kruglov, nato nel 1966 a Minusinsk, nella regione di Krasnojarsk, ha studiato giornalismo a Krasnojarsk e ha poi lavorato come reporter nel giornale locale Vlast' Trudu. Scrive poesie dal 1993. Nel 1999 è stato ordinato sacerdote della Chiesa ortodossa russa. Vive in Siberia. È sposato e ha tre figli. Nel 2008 ha ricevuto il premio Andrej Belyj. Ha un blog: http://kruglov-s-g.livejournal.com/ (rus).


[La motosega me l'ha prestata Sten.]

venerdì, settembre 30, 2011

They got this guy, in Germany. I don't know. Maybe it was Yemen

"He's the most dangerous man in Yemen. 
He's intelligent, sophisticated, Internet-savvy, and very charismatic. 
He can sell anything to anyone, and right now he's selling jihad."
Yemeni official

"Terrorist No. 1, in terms of threat against us."
Representative Jane Harman, (D-CA)

"al-Awlaki is the most dangerous ideologue in the world. 
Unlike bin Laden and al-Zawahiri, he doesn’t need subtitles on his videos 
to indoctrinate and influence young people in the West."
Sajjan M. Gohel, Asia-Pacific Foundation

Ci dissero che c'erano tre gruppi molto interessati ad attaccare gli Stati Uniti: l'Al Qaeda del Pakistan, l'Al Qaeda della Penisola arabica e i Taliban pakistani.

Ci dissero che l'Al Qaeda più aggressiva era quella della Penisola arabica, che la sua base era lo Yemen e che la sua guida era il predicatore islamico, reclutatore e motivatore Anwar al Awlaki.

Ci dissero che Anwar al Awlaki era il boss dei boss, che era nato negli Stati Uniti e aveva la doppia cittadinanza americana e yemenita. Che aveva ispirato il maggiore Nidal Malik Hasan (autore del massacro di Fort Hood), Umar Farouk Abdulmutallab (il ragazzetto nigeriano ricco con il plastico negli slip) e Faisal Shahzad (sospettato del fallito attentato a Times Square). E anche i tizi di Londra, quelli di Fort Dix e il gruppo chiamato Toronto 18, quello dei furgoni imbottiti di fertilizzante. Ci dissero che era stata sua l'idea di spedire negli Stati Uniti tetranitrato di pentaeritrite nascosto in un toner per stampante.

Ci dissero che era figlio di una cultura rigida e arcaica ma che predicava su YouTube e aveva un sito internet.
Che era stato condannato per sfruttamento della prostituzione ma che non stringeva la mano alle donne.
Che raccomandava la riconciliazione ma che minacciava gli Stati Uniti.
Che conosceva tre attentatori dell'11 settembre, ma che aveva cenato al Pentagono poco tempo dopo.
Che era uno dei tre most wanted della CIA, o forse un suo agente.
Adesso dichiarano che è morto, ma suo fratello afferma il contrario. Ossia, che è vivo.

Come diceva quel tizio, Fritz qualcosa, o forse Werner, a volte più guardi e meno conosci. Il semplice guardare cambia il fatto. La scienza, la percezione. La realtà, il dubbio.
Il crucco aveva anche buttato giù una formula.

Non puoi sapere quello che sarebbe successo se non ci avessi ficcato il nasone.

Ecco perché preferiamo ficcarci un paio di Predator della CIA.

lunedì, settembre 26, 2011

Falsi amici

– Buone queste patatine italiane!
– Ti piacciono?
– Tantissimo. Hanno un gusto anziano.

venerdì, settembre 23, 2011

Andare a Parigi

E così, dopo due anni di idillio e di voli low-cost, Sua Cinicità ha scoperto le sue carte.
Come sei magra, come sei flessuosa, diceva.
Mia coniglietta.
Quand'è che vieni?

Ora mi trovo qui, in compagnia di buona parte del mio guardaroba autunnale, per fissare meglio la tavoletta di un water. Il water si trova in un luogo minuscolo, punitivo e illuminato bene – sostanzialmente un modulo spaziale per fantini ascetici – situato a metri e metri di distanza dal bagno, quello che ha la vasca al posto giusto e il cesto della biancheria al posto del bidet.

La tavoletta del water si muove un po' perché la vite che la tiene al suo posto si è leggermente allentata. La vite va riavvitata. La vite è naturalmente inaccessibile a chiunque non sia un nano molto smilzo o un coniglio biondo di 43 chili.

Amore, devi infilarti lì sotto, vedi? Devi entrarci strisciando, supina, con il braccio già alzato dietro la testa e pronto ad avvitare. Senso orario, mi raccomando. Fa' vedere com'è, orario? Bene. E avviti. L'inferno è che non la vedi, la vite. Sei completamente alla cieca. Poi probabilmente dovrò estrarti tirandoti per i piedi. Magari telefoniamo a tuo padre per l'assistenza remota, non si sa mai.

Ma come non si sa mai.

Ah, naturalmente ti tolgo di mezzo lo scopino.

Naturalmente.

Le nonne, quando volevano alludere alle proprie funzioni fisiologiche, dicevano con provinciale eleganza "vado a Parigi". Con permesso, devo andare a Parigi. Com'è signora, tutto bene? Ah, dottore, vado a Parigi tutte le mattine.

Bene.

Sono a Parigi, con il braccio già alzato e un cacciavite in mano.
Se posso scrivo.
Se non scrivo telefono.
Se non telefono mandate un fantino.

domenica, settembre 18, 2011

Più tristi più saggi

Ah! tutti quali occhiate, quale atroce sguardo 
volsero a me, giovani e vecchi! 
Un Dodo al collo in luogo dei diamanti 
m'appeser le compagne.
Anonimo, La ballata della giovane escort

"Cioè vai lì davanti all'imperatore, che cazzo fai, vai con il filettino di Dodo, di... di... cioè vai con delle cose importanti, lui apprezza perché è un esteta."
Terry De Nicolò, 16 settembre 2011.