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domenica, ottobre 17, 2010

domenica, ottobre 03, 2010

Paris po perec, po Paris perec

Sapevatelo di conoscenza: i russi non piantano mai una tastiera in mezzo a un campo invano.
Mai.

In russo la pronuncia di Paris è simile a quella di "perec". Dalla ricercata assonanza nasce "Po Paris Hilton skučaet moj perec", "Al mio peperone manca Paris Hilton".

Cantabile.
Coreografabile.
Causa dipendenza.
E non perdetevi il rap in blackface a 3.14.

Come sempre, mi ringraziate poi con calma.

mercoledì, dicembre 02, 2009

Na-na-na-na Neutra Face! Ode a un font

You'll read my,
You'll read my,
You can read my Neutra Face
(Even if it's bold italic).

Meravigliosi. Possono causare dipendenza.

sabato, gennaio 26, 2008

VV

Non è tornato dalla battaglia

Perché tutto è diverso? Eppure niente è cambiato,
Stesso cielo, di nuovo azzurro,
Stesso bosco, stessa aria e stessa acqua,
Soltanto lui non è tornato dalla battaglia.

Adesso non riesco a capire chi di noi due avesse ragione
Durante le dispute insonni e inquiete.
Ha cominciato a mancarmi solo adesso
Che non è tornato dalla battaglia.

Taceva a sproposito e cantava fuori tempo,
Parlava sempre di qualcos’altro,
Non mi lasciava dormire, si alzava all’aurora,
Ma ieri non è tornato dalla battaglia.

Non è il vuoto che ha lasciato,
A un tratto mi accorgo che eravamo in due.
È stato come se il vento avesse spento il fuoco,
Quando non è tornato dalla battaglia.

La primavera erompe, come un'evasa.
Per sbaglio l’ho persino chiamato:
– Amico, lasciami un po’ di fumo! – E per risposta il silenzio:
Ieri non è tornato dalla battaglia.

I nostri morti non ci lasceranno nella disgrazia,
I nostri caduti saranno sentinelle.
Il cielo si riflette nel bosco, come sull'acqua
E gli alberi si ergono azzurri.

Anche il posto ci bastava in questa trincea,
E il tempo scorreva per entrambi.
Ora è tutto per me. Solo mi pare
Di essere io quello che non è tornato dalla battaglia.

Vladimir Vysockij, 1969.



sabato, dicembre 29, 2007

Tactus i allupidi

Dal leggendario Harry Egipt, altra enigmatica pubblicità televisiva estone di epoca sovietica. Body sgambati, fucsia ovunque, pantacollant di lurex, fasce per capelli, aerobica, macchine da cucire, permanenti come solo negli anni Ottanta, foulard, gonne molto arricciate in vita, produzione di oggetti misteriosi (scarpe, pantofole, hot dogs di pannolenci)? Per fare breve e piacevole lunga storia complicata, ragazze estoni che ballano, operaie di mezz'età che confezionano calzature sullo sfondo. È evidente l'influsso di Flashdance (1983), il film che ha consacrato la commistione tra danza, fabbrica e scaldamuscoli.

 ù

Come vorrei sapere l'estone. Come lo vorrei.
Ma il desiderio di canticchiare questo motivetto è così forte che vi propongo questa trascrizione con il Sistema Fonetico Fjodor™ da scandire tutti insieme, possibilmente muovendo spalle e anche in modo leggermente scoordinato:

kisgüras badi passlai bahem bidi
isvim ze dizu turbarabbaviiii
neteritame tactus i allupidi
chel ghin gan un berneri gümmendiii iiiiii

usegon lunberguseit
ghime ghime kasi
on ol da tu siiiii.

Gloria all'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche e alle estoni bionde.

mercoledì, dicembre 19, 2007

Kana Kana Hak-Liha!

A parte le tarde eccezioni presentate e commentate qualche giorno fa (conto che i pregi del Reguljator, della manifattura Kompan'ony e del walkman da mezza tonnellata siano ancora vivi nella nostra memoria) nell'Unione indistruttibile di libere repubbliche non esisteva la pubblicità come noi la conosciamo: le fabbriche erano controllate dai ministeri, ed erano questi a imporre la quantità di beni da produrre per soddisfare il piano quinquennale e le quote di produzione. In un'economia pianificata non avrebbe avuto senso una competizione secondo le regole del libero mercato. La pubblicità si limitava a esporre l'articolo e a raccomandarne l'uso, magari per contrastare il consumo di prodotti di bassa qualità fabbricati in casa.
Per esempio:

Fumate sigarette, I. Rosanov, S. Sakharov, 1950



Ora, per ragioni di completezza questo blog deve rischiare il già visto e il già noto ricordando il folle, pruriginoso, psichedelico lavoro di Harry Egipt, cioè i filmati pubblicitari dell'Estonia sovietica: nessuna marca, neanche qui, ma l'influsso della vicina corrotta Finlandia si fa sentire per una cert'aria disinvolta e malandrina. Il bello di queste pubblicità è costituito dalla difficoltà di capire cosa esattamente pubblicizzino e dall'involontario senso dell'umorismo.

Alcuni voli di fantasia del leggendario Harry, vi avverto, ci faranno rischiare la bandierina nera di Blogger e la visita del Grande Revisore.

Comincerei con una cosa tosta.
Però.
Mandate a letto i bambini.
Fatto?
Adesso nascondete tutti i coltelli che avete in casa.
Voglio dire, a Charles Manson è bastato Helter Skelter e noi non vorremmo finire su un dossier di Repubblica Online, no?
Fatto?
Bene.
Enjoy.



Brividi lungo la schiena, sgrisoli dietro la nuca, veganizzazione [waiting... ] almost completed.
Il messaggio dovrebbe essere "mangiate carne macinata", quello subliminale è "facciamo sacrifici umani" e "la carne di bambino è buona".
Adesso per qualche giorno urlerete "KANA KANA HAK-LIHA! KANA KANA HAK-LIHA! KANA KANA HAK-LIHA! KANA KANA HAK-LIHA!"
È perfettamente normale.

giovedì, dicembre 13, 2007

Trittico sovietico/3

Ed eccoci alla terza parte del nostro trittico, preannunciata da un giovane batterista biondo e dalla scritta REKLAMA - REKLAMA - REKLAMA.
Musica frizzante, sfondo Fanta. Secondo un'abitudine già consolidata con l'Amfiton, entra in campo una giacca chiara animata di vita propria. Si materializza subito dopo un uomo che sembra stupirsi del proprio abbigliamento: pantaloni chiari con la piega, scarpe chiare, camicia bianca, cravatta e giacca grigia. Un'altra giacca, diversa da quella che si è persa nello spazio arancione poco fa.
Finalmente convinto, l'uomo fa una faccia compiaciuta e sorride. Appare la scritta Tkani Kompan'ony, Tessuti Compagnoni.
Nuovo ambiente, costituito da una scala e da uno specchio. Questa volta si materializzano in quattro.
Ecco cosa facevano i ragazzi del KGB per arrotondare lo stipendio e per potersi permettere un Reguljator e un Amfiton! I primi due sono ghebeisti classici, quello con barba e occhiali è il clone sovietico di Nanni Moretti in Bianca. Poi c'è un quarto personaggio, barba e occhiali anche lui: l'intellettuale del gruppo, quello addetto alle liste di epurazione.
Notate le possibilità d'abbinamento: giacca grigia con pantalone più grigio, giacca blu con pantalone più grigio, giacca più grigia con pantalone blu, ce n'è da sbizzarrirsi.
Li ho osservati a lungo, e quando sollevano un risvolto della giacca per esibire la fodera mi stupisco sempre di non vederci una Makarov ma il semplice marchio di fabbrica.
"La silhouette moderna diventa più morbida, più ampia. È nato un nuovo modo di vestire, libero e disinvolto". Osservate la corsa verso il futuro libero e disinvolto, un futuro dove il tessuto non punge, non tira e non stressa.
E poi la mia parte preferita: a due a due si vengono incontro, si soppesano, si apprezzano, si accarezzano il risvolto, si incrociano, si superano e infine guardano in camera con evidente soddisfazione. I due uomini dei servizi sono un po' rigidi, come due che non abbiano mai fatto la sauna insieme, mentre Nanni e l'intellettuale se la giocano da professionisti e assumono un'aria complice e divertita. L'intellettuale porta, naturalmente, il calzino bianco.
Fermo immagine sui due barbuti, con marchio della manifattura Bol'ševička.
Ma allora, se già negli anni Ottanta esistevano i formidabili Tessuti Kompan'ony - e oh, quel giubbotto di finta pelle marrone - cosa ci faceva Vova nel 1996 con il doppiopetto amaranto e i pantaloni della tuta?
No, non ditemelo: anni Novanta, li odio, li.



martedì, dicembre 11, 2007

Trittico sovietico/2

Già dallo sfondo stellato e dalla presenza di tre (3) falci di luna si capisce che ci verrà proposto un oggetto prodigioso ed estremamente desiderabile.
Un'audiocassetta? Un'audiocassetta che non sta mai ferma? Un'audiocassetta che non sta mai ferma dentro uno strano contenitore di plastica imitazione legno?
No!
Un Minjatjurnyj Kassetnyj Magnitofon "Amfiton-MC" STEREO (la voce narrante però dice mini-stereo, tanto per enfatizzare il piglio nanotech)! Magnetofono a cassette in miniatura, e mi permetteo di sottolineare miniatura.
Vediamolo in azione. Però vi avverto: l'Amfiton-MC (ah, il solito talento per il branding!) è davvero minuscolo e potrebbe sfuggire all'attenzione di un pubblico non smaliziato.
Eccola, compagni, la risposta sovietica al walkman. Per ascoltare la musica da soli e anche in coppia. La coppia a un certo punto è costretta ad appenderlo, l'Amfiton-MC: mentre la signorina sfoggia un buonumore molto professionale, lo sguardo del franzuto giovanotto è già un po' provato o forse imbarazzato, come se i due ascoltassero due robe completamente diverse (lei i Kino, lui Rimskij-Korsakov).
L'Amfiton intanto, provvisto di sostanziosa vita propria e forse di un'anima (lo spazio ci sarebbe), oscilla felice.



lunedì, dicembre 10, 2007

Trittico sovietico/1

Attenzione, che questa è roba pesante ma vi darà la forza per affrontare il lunedì. Nei panni di Agente Betulla ho trovato tre irresistibili pubblicità televisive sovietiche degli anni Ottanta. Ecco la prima (come dice un mio amico "questo non è cazzeggio, è analisi dei contenuti").

Interno: tinello benestante in armonia con l'ideale gorbačëviano. Lampadario acceso modello ziggurat ruota in primo piano, poi si allontana. Giovane sorridente signora bionda ripone la rivista e con un gesto suggestivo fa risalire la ziggurat verso il soffitto (senza toccarla). Cosa sarà, la pubblicità di un nuovo utilissimo lampadario incapace di star fermo, avanti e indrè e su e giù tutta la sera? No: del Poluprovodnikovyj Reguljator Toka s Sensornym Upravleniem (Semiconduttore Regolatore di Corrente con Comando a Sensore)! Novoe izdelie! Nuovo articolo! Più luce, meno luce nel vostro appartamento. Novoe, non so se l'ho ribadito. Vi prego di notare la discreta eleganza del pannello, la scelta spericolata di colori (e le dimensioni, saranno 5 centimetri di diametro) dei pulsanti, l'epilettica successione con cui vengono mostrati al voglioso spettatore, la musica. A un certo punto viene inquadrato un televisore acceso. Sullo schermo naturalmente lampeggia suadente la pubblicità del Reguljator Toka. La signora, che di illuminazione se ne intende, annuisce felice come a dire "ècolo lì che 'l xe" e ci fa l'occhiolino.
Sublime. Trovare un nome commerciale per Semiconduttore Regolatore di Corrente con Comando a Sensore, semplicemente, non era nelle loro corde. In ambiente elettricistico lo chiamavano Poluregtoksup, ci scommetto.



martedì, ottobre 23, 2007

Gitar Gitar Gitar

Vi avverto: tunnel pesante.

Peter Nalič, "Gitar Gitar Gitar":



Ritornello (scrittura fonetica Fjodor):
Gitar gitar gitar gitar
cam tu ma buduàr
beibe
iu ev a possabiliti
ple id uid mi.

Gitar gitar gitar gitar
giamp tu ma yaguar
beibe
iu ev a possabiliti
plei id uid mi

[Il tutto, a bordo di una Žiguli ferma. Non pretendo neanche che mi ringraziate.]

lunedì, marzo 05, 2007

Betullata del lunedì: la Soviet Cover Pacifista

L'anno era il 1969, loro si chiamavano Поющие гитары (Pojuščie Gitary, Le Chitarre Cantanti), erano stati il primo gruppo pop sovietico e avrebbero avuto un futuro di tutto rispetto: ma sentite qua che cover (titolo, "Byl odin paren'", letterale come la traduzione del testo). Ispirata regia minimalista, tocchi brežnevianamente beatlesiani, sguardi eloquenti, playback intenso, ottimo stato di conservazione.


via Kashin (in russo).


sabato, marzo 03, 2007

Tutti pazzi per la Moldavia/Moldova

Ma uit in ochi la americani
Ma uit in ochi la englezi
Ma uit in ochi la frantuji si nemti
Ma uit si la japonezi.

Ma vad in suflet
Numai una vad
Ma vad in suflet
Numai una aud
Ma vad in suflet
Numai una sunt
Invidia ca nu-s moldoveni.

De-atata ma mandresc
De-atata ma mandresc
De-atata ma mandresc
Si va spun:

Ca cate ganduri am
Decat american
Mai bine ca mine moldovan.

---

Guardo negli occhi gli americani
Guardo negli occhi gli inglesi
Guardo negli occhi i francesi e i tedeschi
E guardo anche i giapponesi

Loro guardano nella mia anima
E vedono una cosa sola
Guardano nella mia anima
E sentono una sola cosa
Guardano nella mia anima
E c'è una sola cosa
Sono invidiosi perché non sono moldavi.

C'è una cosa di cui sono fiero
C'è una cosa di cui sono fiero
C'è una cosa di cui sono fiero
E ora ve la dico:

Con così tanti pensieri
Per me è meglio essere moldavo
che americano.


Umorismo moldavo: Invidia! (via Dacia Felix)


Poi mi ringraziate con calma.


[avvertimento per i più sensibili: crea dipendenza.]


martedì, agosto 29, 2006

Il miagolante signor G.

La miagolante creatura e le sue graziose unghie su YouTube. È SFW, ma anche un po' WTF.