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giovedì, novembre 27, 2003

Una persona che

"Direttive del Governo militare israeliano ai soldati dei Territori occupati:
Una persona che cammina con fare nervoso è un sospetto terrorista arabo.
Una persona che cammina tranquilla è un sospetto terrorista arabo dal sangue freddo.
Una persona che cammina con lo sguardo in alto è un sospetto terrorista arabo religioso.
Una persona che cammina con lo sguardo in basso è un sospetto terrorista arabo timido.
Una persona che cammina con gli occhi chiusi è un sospetto terrorista arabo che dorme.
Una persona che se ne sta a casa è un sospetto terrorista arabo malato.
I suddetti sospetti vanno arrestati e, dopo uno sparo di avvertimento, portati all'obitorio".

Hanoch Levine, drammaturgo israeliano.

lunedì, ottobre 13, 2003

Funerali con ritmo

E questa settimana si apre così: con la rivelazione dell'Observer che Stati Uniti e Israele collaborano nell'eqipaggiamento di missili Harpoon (forniti dagli americani) armati di testate nucleari sui sottomarini israeliani classe Dolphin. Uniamo questo alle intenzioni dell'Unica Democrazia del Medio Oriente (colpire chiunque dia asilo a terroristi) e possiamo stare tranquilli.
Intanto 2000 palestinesi sono rimasti senza casa a Rafah. Ci aggiungiamo i funerali del weekend:
Ibrahim Krinawi, 8 anni
Sami Salah, 12 anni
Mabruk Juda, 18 anni
Yihyeh Sharif, 19 anni
Nader Abu Taha, 22 anni
Mohammed Abd al Waheb, 23 anni
Mohammed Yunis, 28 anni
Ala Mansour, 23 anni.

Un portavoce dell'esercito israeliano ha dichiarato che uno di questi era armato.

Intanto l'agile diplomazia del bulldozer fa scuola tra gli americani in Iraq.

In Italia abbiamo appreso dal ministro Castelli che Fini sta a sinistra, con i comunisti insomma. Mi chiedo se non sia il caso di spostarsi un po' più in là, allora (e adesso sto proprio sul bordo). Da parte sua, La Russa precisa che "già Faccetta nera dimostra l'attenzione della destra italiana per l'integrazione".

domenica, settembre 14, 2003

Oggi peggio

"Ormai il conflitto ha raggiunto l'anima e non consente più scorciatoie: i palestinesi sentono che Israele punta alla loro fine e non intendono morire in silenzio. Vivono una disperata solitudine in un mondo guidato da mediocri e complici e stanno tirando fuori tutto quello che hanno accumulato lungo un secolo, nel bene e nel male. Il presidente Arafat sta in mezzo a tutto questo, simboleggia una storia difficile, carica di dolori e di passioni, protagonista a effetto di sconfitte brucianti e pagine gloriose, testimone ed autore delle vicissitudini del suo popolo. Oggetto e obbligatoriamente fautore del degrado che lo circondano, non ha mai abbandonato l'idea di traghettare il suo popolo verso una soluzione politica anche a prezzo di rinunce dolorose e di più che legittimi sogni di riscatto. [...]
Arafat oggi rappresenta l'ultimo baluardo della politica come strumento di mediazione e di soluzione dei conflitti. Espellerlo significa gettare la spugna per tutti coloro che credono ancora in una società laica invitandoli ad affidare il loro destino a chi proclama ed attua la guerra di religione, rassegnandosi all'inevitabilità dello scontro tra civiltà sul quale Israele, ancor prima dell'America, sta soffiando".
Ali Rashid dal Manifesto di ieri.

martedì, settembre 09, 2003

Scettro

"Se credete che l'Islam sia la ragione del terrorismo musulmano, probabilmente il Giudaismo è la ragione per il terrorismo ebraico. Fino ad ora, i musulmani sono riusciti ad assassinare un solo ministro israeliano. Quando gli ebrei si sono impegnati nel terrorismo privato (opposto a quello dello stato), i miei antenati sono riusciti ad assassinare due zar russi ed una sfilza di governatori, ministri, ufficiali, ambasciatori e statisti di Gran Bretagna, Germania, Svezia, Russia e Paesi arabi. Fino ad oggi, il record di terrorismo stabilito dagli ebrei non è stato ancora battuto, e, come fiero ebreo, respingo i futili tentativi di passare lo scettro in questo campo ai musulmani o a qualsiasi altro".
Israel Shamir (dal sito arabcomint)

giovedì, agosto 21, 2003

Azione di rilievo

"L'Autorità Nazionale Palestinese
toglie la voce ai gruppi radicali.
La polizia palestinese ha vietato
interviste sui mezzi di informazione
a tutti i rappresentanti
di Hamas e Jihad Islamica, [...].
Ne ha dato notizia
una fonte della polizia.

'Si vieta a chiunque appartenga
ad Hamas o Jihad Islamica di
rilasciare interviste a qualsiasi
mezzo di informazione,
di persona o al telefono',
ha spiegato la fonte.
L'interdizione riguarda
carta stampata,
radio e televisione".

Da Liberazione, 21 agosto 2003.

giovedì, giugno 05, 2003