sabato, settembre 28, 2013

Parole povere

di Pierluigi Cappello

Uno, in piedi, conta gli spiccioli sul palmo
l'altro mette il portafoglio nero
nella tasca di dietro dei pantaloni da lavoro.

Una sarchia la terra magra di un orto in salita
la vestaglia a fiori tenui
la sottoveste che si vede quando si piega.

Uno impugna la motosega
e sa di segatura e stelle.

Uno rompe l'aria con il suo grido
perché un tronco gli ha schiacciato il braccio
ha fatto crack come un grosso ramo quando si è spezzato
e io c'ero, ero piccolino.

Uno cade dalla bicicletta legata
e quando si alza ha la manica della giacca strappata
e prova a rincorrerci.

Uno manda via i bambini e le cornacchie
con il fucile caricato a sale.

Uno pieno di muscoli e macchie sulla canottiera
Isolina portami un caffé, dice.

Uno bussa la mattina di Natale
con una scatola di scarpe sottobraccio
aprite, aprite. È arrivato lo zio, è arrivato
zitto zitto dalla Francia, dice, schiamazzando.

Una esce di casa coprendosi un occhio con il palmo
mentre con l'occhio scoperto piange.

Una ride e ha una grande finestra sui denti davanti
anche l'altra ride, ma non ha né finestre né denti davanti.

Una scrive su un involto da salumiere
sono stufa di stare nel mondo di qua, vado in quello di là.

Uno prepara un cartello
da mettere sulla sua catasta nel bosco
non toccarli fatica a farli, c'è scritto in vernice rossa.

Uno prepara una saponetta al tritolo
da mettere sotto la catasta e il cartello di prima
ma io non l'ho visto.

Una dà un calcio a un gatto
e perde la pantofola nel farlo.

Una perde la testa quando viene la sera
dopo una bottiglia di Vov.

Una ha la gobba grande
e trova sempre le monete per strada.

Uno è stato trovato
una notte freddissima d'inverno
le scarpe nella neve
i disegni della neve sul suo petto.

Uno dice qui la notte viene con le montagne all'improvviso
ma d'inverno è bello quando si confondono
l'alto con il basso, il bianco con il blu.

Uno con parole proprie
mette su lì per lì uno sciopero destinato alla disfatta
voi dicete sempre di livorare
ma non dicete mai di venir a tirar paga
ingegnere, ha detto. Ed è già
il ricordo di un ricordare.

Uno legge Topolino
gli piacciono i film di Tarzan e Stanlio e Ollio
e si è fatto in casa una canoa troppo grande
che non passa per la porta.

Uno l'ho ricordato adesso adesso
in questo fioco di luce premuta dal buio
ma non ricordo che faccia abbia.

Uno mi dice a questo punto bisogna mettere
la parola amen
perché questa sarebbe una preghiera, come l'hai fatta tu.

E io dico che mi piace la parola amen
perché sa di preghiera e di pioggia dentro la terra
e di pietà dentro il silenzio
ma io non la metterei la parola amen
perché non ho nessuna pietà di voi
perché ho soltanto i miei occhi nei vostri
e l'allegria dei vinti e una tristezza grande.

"Parole povere", da Mandate a dire all'imperatore, Crocetti, Milano 2010.

domenica, settembre 22, 2013

We Read Eugenio Scalfari So You Don't Have To

Odierna situazione italiana = 2 aforismi di Friedrich Hebbel. “La caparbietà è il più economico surrogato del carattere” e “la massa non fa progressi”. Berlusconi ---> caparbietà, masse sedotte da demagogia no progressi, votano Pdl & Grillo.
Fragili istituzioni = mattoni cantiere Italia. Bisogna fare con mattoni che si hanno. Governo Letta = governo Monti = prodotto necessario di situazione senza alternative. Governo Letta bene.
Riusciranno i nostri eroi?
Berlusconi non si acconcia a condanna. Per Berlusconi forze del male = magistrati e comunisti = governo Letta. Prima necessario, ora impossibile, governo Letta non si vuole sottomettere, riscattare Berlusconi & adottarne politica. E allora resti pure in vita ma a 1 condizione: adotti quella politica. Tutto questo dice Berlusconi. Berlusconi abbastanza male.

Problemi interni Pd. Assemblea saltata: cagnara poco decorosa. Continue schermaglie non bene. Renzi non adatto a carica segretario, Renzi non molto bene, ma se maggioranza vuole così che si manifesti pure. Pare giusto. Maggioranza non bene, ma pazienza.
Per maggioranza Pd, Letta ---> lento, meglio trotto anzi galoppo. Renzi cavalca queste posizioni. Renzi torrente in piena. Dice C. De Mita che Renzi = torrente in piena se si vota subito, Renzi = torrente in secca se si aspettano 2 anni. Cioè Renzi non è fiume, fiume ---> lento ma costante e dunque bene. Definizione perfetta, anche definizione di De Mita bene.
Renzi = torrente, Letta = fiume. D’accordo sostenere Renzi finché non ostacola Letta. Altrimenti fermarlo.

***
Oggi voto Germania. Vittoria Merkel, coalizione con socialdemocratici & verdi inevitabile. Ma attenzione a partito antieuropeo. Conseguenze preoccupanti anche x noi. Letta lo sa. Napolitano lo sa. Draghi lo sa. Letta Napolitano Draghi nostri 3 punti di forza, dunque benissimo benissimo benissimo. Europa obiettivo preminente x bene di tutti. Operare di conseguenza.

domenica, settembre 15, 2013

We Read Eugenio Scalfari So You Don't Have To

Scalfari si appella all'avv. Leopardi Giacomo (al tavolo, cammei di Pascal, Baudelaire, Gesù e La Rochefoucauld). 
(Scelta video di Sten)

Ricordate lettera che ho indirizzato Papa?, dice Io (= Scalfari). Tra i tanti articoli scritti su quella lettera ce n'è 1 di Vito Mancuso. Chi sono i non credenti, chiede Mancuso? E si dà risposta. Io (= Scalfari) trovo suggestiva quella risposta. Mancuso crede in Pensiero che porta verso Bene.
Io (= Scalfari) chiedo spesso agli amici se essi credano. Loro sovente rispondono di sì. E allora Io (= Scalfari) gli chiedo "in che cosa?". Loro rispondono "in qualche cosa". Noi = specie desiderante = desideriamo desiderare. (Noi = Scalfari & commensali.)
Citazione di Auden. Convocazione La Rochefoucauld, Pascal, Leopardi, Baudelaire. Esiste amore x se stesso. Esiste amore x altro. Esiste amore x prossimo. Convocazione di Gesù.
Se il mio dialogo con papa Francesco continuerà come ardentemente spero tema = amore x prossimo ≥ amor proprio. Vero culmine Cristianesimo non resurrezione Cristo ma crocifissione Gesù.

***

Segue post scriptum su politica. Politica un po' annoia Io (= Scalfari) perché è 1 po' ripetitiva. Dunque brevità.
Berlusconi ---> perso trebisonda. Berlusconi secondo Io (= Scalfari) ----> dimissioni & richiesta provvedimenti di clemenza Napolitano.
Passiamo a: governo Letta. Governo Letta buono.
Economia ---> guai se cade governo. Letta --- > abbattere cuneo fiscale. Saccomanni ---> sta studiando problema.
Legge elettorale ---> facciamola.
Conclusione: governo Letta bene, governo Letta dura fino a inizio 2015 ---> uscita da tunnel.
Pd secondo Io (= Scalfari) ---> essere compatto su questo obiettivo, ricostruire identità come partito riformista sinistra democratica italiana ed europea. 
Buona sera e buona fortuna.

Estrema sintesi: Viva Gesù, viva Io, grazia a Berlusconi, viva Letta, Letta fino a 2015 causa uscita tunnel, crocifissione > resurrezione, amore prossimo ≥ amore se stessi, bsera bfortuna.

venerdì, settembre 06, 2013

Uomini nudi con le mani in tasca

Spano faceva il professore di disegno nella mia classe. Portava un completo beige che lo faceva sembrare un informatore in un poliziesco degli anni Settanta, o forse un poliziotto infiltrato, sempre che negli anni Settanta potesse esistere un informatore o un infiltrato con lo sguardo di Joe Pesci. A lui piaceva sparare essenzialmente una domanda: "Avete mai visto...", e si guardava intorno. "Avete mai visto il film..." E infine, urlando: "'L'UOMO NUDO CON LE MANI IN TASCA'?". Questo accadeva preferibilmente durante l'ora di disegno tecnico. Lui lavorava sui nervi, dandosi da fare per produrre sobbalzi, rette storte e cancellature. Doveva avere un accordo sottobanco con una ditta di gomme. Era sposato con la professoressa di inglese, una bella mora che si pitturava gli occhi come Nefertiti. Magari glieli pitturava lui prima di uscire di casa, con il goniometro e l'eyeliner. Io mi facevo i cavoli miei. Lui se ne accorgeva, si avvicinava a passi lenti e misurati, si fermava accanto al mio banco e diceva: "Vittorelli". "Sì professore." "Disegnami una saliera di Archimede." Oppure "Fammi una pelecoide". E si guardava attorno soddisfatto. Altre volte invece era di buon umore. In quei casi diceva "Vittorelli. Disegnami un uomo nudo. Con le mani in tasca." Io allora gli facevo una piramide esagonale. "Ti devo dare sette", diceva. Mi dava sette. Spano, completo beige e basette, una moglie bella come Nefertiti, i miei quattordici anni.