sabato, marzo 07, 2009

Lermontov & McCartney

Белеет парус одинокий, Beleet parus odinokij, è il primo verso di una lirica di Michail Jur'evič Lermontov, "La vela" (1832).

La Vela

Biancheggia, vela solitaria
Del mare nell'azzurra bruma...
Cosa in lontana terra cerca?
Al paese natìo cosa ha lasciato?…

Fremono l'onde, il vento fischia,
l'albero piega e geme...
Ahimè! Felicità non cerca
e da felicità non viene!

Sott'essa il flutto più chiaro del cielo;
sopra, del sole d'oro il raggio…
Ed essa inquieta chiede la tempesta,
come nelle tempeste fosse pace!

(Trad. di Tommaso Landolfi, Einaudi, Torino 1963)

È anche il titolo di un celebre racconto scritto nel 1936 da Valentin Petrovič Kataev e ambientato a Odessa nel 1905 sullo sfondo degli eventi della rivoluzione. Dal racconto fu tratto un anno dopo, in occasione del ventennale della rivoluzione di ottobre, un film - il primo prodotto dalla Sojuzdetfilm (gli studi cinematografici sovietici specializzati in film sull'infanzia, in seguito Kinestudija Gor'kij) - diretto da Vladimir Grigor'evič Legošin.

È infine il titolo di una canzone, con testo della poesia di Lermontov e musica del compositore Barlamov (appare tra l'altro in una bella scena del film del 1971 di Kira Muratova, Dolgie Provodi, I lunghi addii).

Dunque a un russo, a un russista, a un post-sovietico o a un filosovietico post-litteram un parùs che belèet odinòkij dovrebbe riportare alla mente varie cose, e vi auguro di non trovarvi nei paraggi quando accade (declama? canta? cita? si dilunga? si entusiasma? si commuove? cazza la randa?).

A Google Translate invece fa venire in mente semplicemente questo (cliccate per ingrandire):



The long and winding road.
Sì.
A noi fondamentalmente ci ha fregato la musica pop.

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