mercoledì, aprile 18, 2007

Facciamo i conti in tasca all'Altra Russia

Ma allora, questa "Altra Russia"? Che ci fanno insieme un ex-campione mondiale di scacchi, un ex-primo ministro soprannominato Miša 2% (perché quella era la percentuale che chiedeva per chiudere un occhio sugli illeciti quand'era alle finanze) e uno scrittore che Solženicyn aveva a suo tempo descritto come "un insettino che scrive pornografia" e che propone una "trasformazione del paese in un conglomerato di comuni armate, libere e orgiastiche"?
Ho tradotto e postato su 2.0 un pezzo di Uwe Klussmann per Spiegel Online; risale al mese scorso (è quindi precedente alla marcia di sabato 14 aprile), l'ho scelto perché non si può certo accusare l'autore di simpatizzare per Putin e il suo entourage, e dunque è abbastanza credibile nel mettere il luce i limiti del bizzarro triumvirato.

Ma soprattutto: lo sapevate che le Marce dei Dissenzienti costano, e non poco? (Per citare Toni_i, non tutti si fanno caricare aggratis).
Ho trovato qui un po' di calcoli interessanti, tanto per sollevare un po' di dubbi sul prezzo della democrazia.
Comunque siamo tutti adulti e vaccinati, dunque consapevoli che da entrambe le parti si fa un discreto uso della propaganda e del kompromat. Sì?
Bene, allora riassumo l'articolo.
Agli inizi d'aprile i compagni di Limonov (Partito Nazional-Bolscevico) hanno preso l'equivalente di 40.000 dollari dal Fronte Civile Unito di Kasparov. Gran parte di questi soldi era destinata alla produzione e distribuzione di materiale propagandistico di alta qualità: volantini, adesivi, manifesti. Se prima il Partito Nazional-Bolscevico era in grado di stampare solo volantini da quattro soldi usando una stampante a getto d'inchiostro e carta economica, adesso il livello di stampa è professionale e la carta è di buona qualità. Nel Partito Nazional-Bolscevico è stata creata una brigata costituita da 45 affiliati, 10 attivisti del semisconosciuto "Smena" ("Cambiamento", "Nuova generazione") e 5 appartenenti al movimento arancione "Oborona" ("Difesa"). Ogni membro della brigata doveva distribuire ogni giorno 600 copie del giornale "Marcia dei dissenzienti", in cambio di un bonus di 600 rubli. Il giornale è uscito in tre numeri speciali con una tiratura di 100.000 copie ciascuno. La rivista è stampata su carta economica e costa 2-3 rubli a copia. Di questo passo si arriva comunque a una spesa totale di 600-900 mila rubli. Dato che ci lavorano giornalisti come Gol'c, Ryklin e Marina Litvinovič, solo lo stipendio della redazione deve aggirarsi attorno ai 50.000 dollari al mese.
Si spende anche in altre forme propagandistiche, oltre al giornale: ci sono cinque varianti di adesivi, prodotte ciascuna in 100.000 esemplari. Ogni adesivo costa 3 rubli, quindi la spesa totale è di 1.500.000 rubli, cioè quasi 60.000 dollari.
Poi gli organizzatori della marcia spendono un bel po' di soldi per convincere i giovani a partecipare: agli studenti dell'Università Statale di Mosca (MGU), della Baumanka (Università Tecnica Statale) e dell'Università Russa dell’Amicizia tra i Popoli (RUDN) sono stati offerti 500 rubli. Nei dormitori della RUDN sono particolarmente ricercati gli studenti ceceni, ai quali vengono offerti - pare - addirittura 800 rubli. L'arruolamento procede poi nelle palestre, dove vengono proposti 600 rubli per prendere parte all'azione.
Il leader dei nazional-bolscevichi ha speso 100.000 dollari per garantire la presenza a Mosca di 800 membri (una specie di servizio d'ordine del partito) dalle regioni, e altri 200, per una cifra inferiore, ne ha forniti Udal'cov con la sua Avanguardia della Gioventù Rossa (AKM). Questi nazional-bolscevichi viaggiano in autobus di lusso e per ospitarli sono stati affittati decine di appartamenti a Mosca e in periferia.
"Altra Russia" e il Fronte Civile Unito hanno mascherato l'afflusso degli attivisti da tutto il paese organizzando delle cosiddette conferenze che si sono svolte il 12 e il 13 aprile al centro "Gamma-Delta" e nel complesso alberghiero "Izmajlovo". Dunque c'è stata una spesa per gli spostamenti e anche per il pernottamento. E poi l'affitto delle sale, il materiale da distribuire tra i partecipanti, ecc. Gli ospiti dell'"Izmajlovo" saranno costati qualcosa come 4,5 milioni di rubli, cioè 175.000 dollari.
Corre voce (e qui siamo davvero in pieno kompromat) che Kasparov abbia fatto un patto con Potkin, leader del DPNI*, cioè il Movimento contro l'Immigrazione Illegale. Potkin avrebbe preso 100.000 dollari in cambio della partecipazione dei suoi attivisti alla Marcia del 14 aprile e ad altre iniziative di "Altra Russia". Il DPNI avrebbe posticipato di due ore il proprio meeting per permettere ai suoi membri di andare alla Marcia. C'era già stata un'azione congiunta di DPNI e arancioni, il 5 aprile scorso sul Novij Arbat.
Per rafforzare la posizione mediatica del DNIP sarebbe stato chiamato Askar Turganbaev, di origine kazaka, creatore di RuTube (lo YouTube russo) e noto giornalista liberale: sarà lui a promuovere la cosiddetta DPNI-TV.
L'effetto dei soldi affluiti al DPNI, secondo l'autore dell'articolo, è già ben visibile: il giornale del movimento, "Dozor" (Pattuglia), è uscito il 31 marzo con una tiratura di 100.000 copie e carta di buona qualità. Il costo di una copia è di circa 20 rubli: in tutto fanno due milioni di rubli, senza contare le spese per gli stipendi della redazione.
Ho sintetizzato le voci principali (per esempio, sono stati calcolati anche i costi delle camere d'albergo in cui sono stati ospitati i partecipanti alle convention), e vi ricordo che naturalmente l'articolo è tutto da verificare, anche se appare abbastanza documentato: insomma, secondo l'autore il costo complessivo della Marcia ammonterebbe a 18 milioni di rubli, o, nella valuta del paese amato da Kasparov e Kas'janov (e molto meno da Limonov), 700.000 dollari.

*il DPNI, cioè il Movimento contro l'immigrazione illegale, è un'organizzazione di estrema destra guidata da Aleksandr Belov (Potkin), già membro del movimento ultranazionalista e fortemente antisemita Pamjat'. Il DPNI è stato fondato nel 2002, in reazione alle violenze etniche tra gli abitanti di un quartiere periferico di Mosca e gli immigrati delle repubbliche del Caucaso Meridionale, e organizza manifestazioni in tutta la Russia (compresa la famigerata Marcia Russa, un concentrato di xenofobia e fascismo mascherato da "orgoglio etnico"). Nonostante il suo nome, il Movimento contro l'immigrazione illegale prende di mira anche cittadini russi di origine cecena e nordcaucasica. Conta 5000 membri in 30 regioni.

Update: che per andare alle marce oggi vada di moda farsi pagare è anche accennato in questo articolo dell'ex-capo della Direzione territoriale di Mosca, apparso sul Kommersant: commento interessante perché distingue tra le reazioni delle autorità alle manifestazioni di protesta di Mosca, Kiev e Biškek, e per la considerazione finale.

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