mercoledì, dicembre 13, 2006

Rosencranz e Guildenstern non ce la raccontano giusta

Ed ecco la svolta di oggi.
Secondo la polizia tedesca quel disgraziato di Kovtun il 28 ottobre avrebbe portato il polonio dalla Russia in Germania e da lì a Londra, dove - oplà - sarebbe finito nello stomaco di Litvinenko. Eh, no, dice Kovtun in un'intervista a Spiegel TV: io conoscevo Litvinenko da prima, l'avevo incontrato il 16, il 17 e pure il 18 ottobre. Evidentemente lui all'epoca era già contaminato, io sono stato contaminato di conseguenza e mi sono portato dietro il polonio ovunque, anche nella mia "amata Amburgo".
Comunque per il momento Kovtun è ricoverato nel reparto radioattivi, dove le sue condizioni sono prima peggioratissime e poi miglioratissime. All'ospedale sta anche Lugovoj, che ha definito le conclusioni della polizia "uno spettacolo da quattro soldi". Insomma, mi sa che Rosencranz e Guildenstern ce la raccontano. A questo punto vogliamo vedere la tazzina del Pine Bar con i residui di polonio. A distanza, ma la vogliamo vedere.

Ieri un'associazione benefica ha messo all'asta una sedia sulla quale si è seduto Lugovoj, "testimone dell'affare Litvinenko", alzando ben duemila sterline. Come allure accessorio c'era il fatto che su quella sedia - proveniente dagli studi dell'Echo Moskvy - si era seduto anche Bill Clinton, ma è stato il nome del bell'Andrej, con quella sua aura radioattiva, a fare la differenza.

Intanto ieri è rispuntato Evgenij Limarev (l'anello di congiunzione tra Litvinenko e Scaramella) che aveva fatto perdere le sue tracce in Francia: ha pensato di scrivere a Radio Svoboda dicendo che lui non è scomparso, che ha contatti quotidiani con la polizia "per questioni di sicurezza", e che attorno a casa sua si aggira gente sospetta. Cose così.

Figuriamoci se non si montava la testa: il polonio 210 adesso ha anche un blog (in russo).

Subito dopo la chiusura per polonio le finestre dell'Itsu Sushi di Piccadilly erano state coperte da pannelli neri. "Fa troppo radioattivo, troppo pericolo di morte", aveva commentato qualche giornalista. Allora i pannelli erano diventati rosa, causando un certo imbarazzo nei poliziotti che piantonano il locale. Ok, scelta finale: vistosi tabelloni pubblicitari in cui il ristorante si scusa per l'inconveniente, ma sapete com'è, "siamo diventati improvvisamente famosi in tutto il mondo per una storia di spionaggio internazionale...". Shaken but not stirred, James Bond paga sempre.

Giusto per continuare a tenere uno scacchista dentro la storia: hanno perquisito gli uffici di Kasparov.

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