mercoledì, novembre 22, 2006

Dalla Russia con il Tallio - Seconda parte

PersonaggiAnnotiamoci questi tre:
Aleksandr Litvinenko, l'ex dei servizi avvelenato a Londra.
Boris Berezovskij, oligarca fuggito a Londra, dove ha cambiato il proprio nome in Platon Elenin (Platon come Platone ma anche come il protagonista di un film sulla sua vita, e Elenin dal nome della moglie); la procura generale russa lo accusa di crimini fiscali e di corruzione e ne ha chiesto l'estradizione, finora rifiutata dalle autorità britanniche. I russi lo considerano un vero e proprio gangster, l'oligarca più corrotto che ci sia, parzialmente responsabile del collasso economico del paese. Su di lui Paul Klebnikov, giornalista dell'edizione russa di Forbes Magazine, aveva scritto un libro, Godfather of the Kremlin (Il Padrino del Cremlino), pubblicato nel 2002, in cui lo descriveva come un boss mafioso abituato a commissionare l'omicidio dei propri rivali. Klebnikov, si ricorderà, è stato ucciso nel 2004.
Aleksandr Gol'dfarb, amico di Litvinenko (lo aiutò a fuggire a Londra sei anni fa), dirige il Fondo per le Libertà Civili di Berezovskij, del quale è considerato il braccio destro. In questi giorni è la voce dal capezzale di Litvinenko.

L'onesto cekista
Due giorni fa ho trovato un articolo molto interessante di Sergej Sokolov, pubblicato sul blog di solomin. Lo riassumo e ne cito degli estratti.
"Chi ha avvelenato Aleksandr Litvinenko? Anzi, a chi ha fatto comodo avvelenare l'ex-colonnello dei servizi o almeno diffondere informazioni su questro strano episodio?
Innanzitutto è interessante osservare che queste notizie un po' 'urlate' sono state diffuse soprattutto da mass media russi che è difficile sospettare di antipatie nei confronti dell'oligarca fuggiasco Boris Berezovskij.
Secondo quanto ha dichiarato Aleksandr Gol'dfarb il 15 novembre 2006, i poveri dottori inglesi si dibattevano negli stessi dubbi che avevano tormentato i medici di Jušenko all'epoca del suo avvelenamento. Si chiedevano disperati se si trattasse dell'effetto di forti radiazioni oppure di un avvelenamento da metalli pesanti o ancora di una reazione allergica. Nei servizi diffusi dai mass media russi il 17 novembre i dottori hanno poi dichiarato che Litvinenko era stato avvelenato con il tallio.
Strano che Gol'dfarb in quel momento non abbia tirato fuori il tentato avvelenamento di Boris Berezovskij da parte degli agenti dei servizi russi nella primavera del 2003 a Londra.
Inoltre va notato che nella logica dei giornalisti russi che seguono il caso Litvinenko c'è un'evidente assurdità.
I media mostrano Litvinenko come un eroico e impavido uomo dei servizi che negli anni Novanta sarebbe riuscito a sventare un attentato contro Berezovskij preparato (orribile a pensarsi) proprio nel ventre della Lubjanka. E chi se non Litvinenko avrebbe sventato un attentato alla vita di Putin, che avrebbe dovuto avvenire durante un viaggio in una nazione europea e che sarebbe stato preparato ancora una volta dei servizi?
E sempre questo generoso cekista al soldo di un oligarca avrebbe regolarmente smascherato i presunti crimini dei servizi federali compiuti sul territorio russo o all'estero per togliere di mezzo gli oppositori del regime di Putin".

La penna avvelenata, ve la ricordate?
"Ma Gol'dfarb e i media democratici per qualche motivo hanno tralasciato di nominare un crimine eclatante dei servizi segreti russi, e cioè il presunto tentativo di uccidere Berezovksij con una penna avvelenata mentre si trovava all'interno del tribunale di Londra nel 2003. Fu proprio quel presunto tentato omicidio a influenzare la decisione delle autorità inglesi di rifiutare l'estradizione dell'oligarca". [se ne parla in questo articolo]
E qua abbiamo un piccolo colpo di scena: testimone e organizzatore di quell'inganno fu proprio Aleksandr Litvinenko.
Sokolov fa notare una cosa importante: la notizia del presunto avvelenamento di Berezovskij nel tribunale di Londra era apparsa prima sul Sunday Times e solo dopo era stata ripresa dai media russi. L'autore del pezzo era un certo David Leppard [il pezzo è qui].
Nell'ottobre del 2003 sul Sunday Times apparve un articolo dello stesso giornalista su un presunto attentato contro Putin sventato da Berezovskij. Autore dell'articolo, sempre David Leppard. La fonte: una dichiarazione di Aleksandr Litvinenko [eccolo]
Invece nel reale caso di avvelenamento di Litvinenko è accaduto l'esatto contrario. A partire dall'11 novembre la notizia è stata diffusa dai media russi, soprattutto l'Eco di Mosca. La storia è apparsa sul Sunday Times il 19 novembre, ma senza riferimenti alle fonti russe. L'autore dell'articolo è ancora lo stesso giornalista. Poi la BBC, a partire dall'una del mattino, ha dedicato moltissimo spazio alla vicenda con collegamenti diretti da Scotland Yard, facendola apparire come una notizia importantissima. A commentare e a diffondere la notizia è ancora Aleksandr Gol'dfarb, come ai tempi del presunto avvelenamento di Berezovskij e del presunto attentato contro Putin.
(Ve l'avevo detto di segnarvi quei tre personaggi, gira e rigira sembra un romanzo di Agatha Christie)

Di questo invece non si parla
Nei giorni passati è stata data notizia (non in Italia, mi sembra) di un memorandum di intesa tra le autorità russe e quelle britanniche per permettere finalmente l'estradizione di persone sospettate di reati finanziari e fuggite a Londra. È la prima volta che le due parti pongono le basi per una collaborazione.
Le autorità russe sono decise a ottenere l'estradizione di persone accusate di gravi crimini fiscali e di riciclaggio di denaro attraverso compagnie offshore: in cima alla lista ci sono Berezovskij e Ahmed Zakajev, (ex ministro ceceno del governo di Aslan Maškadov), entrambi a Londra. Ci sono poi 16 uomini d'affari, per lo più ex dirigenti della Yukos.
La notizia è qui.
E veniamo ai legami
L'omicidio di Anna Politkovskaja il 7 ottobre scorso appare legato agli accadimenti che circondano la figura di Litvinenko e che forse non a caso si sono svolti alla vigilia della visita del vice procuratore generale russo in Inghilterra.
Continua Sokolov:
"Gli uomini di Berezovskij si erano stranamente affrettati a reagire alle parole di Vladimir Putin. Com'è noto, il presidente russo poco dopo la morte della giornalista aveva dichiarato: 'Possediamo delle informazioni affidabili riguardo al fatto che molte persone che si sottraggono alla giustizia russa hanno da molto tempo maturato la decisione di sacrificare qualcuno per creare un'ondata di sentimento antirusso nel mondo'.
Il presidente Putin non nominò Berezovskij, ma i suoi mercenari intesero queste parole come una chiamata all'azione. Come dice il proverbio, chi si scusa si accusa.
Chi può diventare la prossima vittima in questa strana catena di persone sempre in un modo o nell'altro legate a Berezovskij nel periodo della sua permanenza a Londra? Com'è noto, sono già morti tragicamente Vladimir Golovlev, Sergej Yušenkov, Jurij Ščekočichin e ora la nota giornalista Anna Politkovskaja. Tutti costoro, come pure Litvinenko, avevano rapporti con l'oligarca e fino a un certo punto gli erano serviti vivi.
[...]
Se la procura generale russa continuerà sulla strada della pista straniera per l'omicidio Politkovskaja si imbatterà di certo in questioni legate alla concessione dell'asilo politico a Berezovskij, a Iulij Dubov, ad Ahmed Zachaev, ad Aleksandr Temerko, a Natal'ja Černyševaja e a Dimitrij Maruev.
È difficile, in questo caso, che gli inquirenti possano ignorare che alla vigilia dell'omicidio della Politkovskaja su un giornale americano in lingua russa era stata impedita la pubblicazione di un articolo sensazionalistico di Petr Ivanov sull'omicidio di Paul Klebnikov e l'affare Yukos.
Gli investigatori dispongono di informazioni affidabili e della possibilità di interrogare testimoni negli Stati Uniti, in Gran Bretagna e in Russia per dimostrare che la mancata pubblicazione dell'articolo che avrebbe smascherato i dirigenti della Yukos e lo stesso oligarca è direttamente collegata a Berezovskij.
Dunque le polizie degli Stati Uniti, del Regno Unito e della Federazione Russa potrebbero essere in grado di acquisire e confrontare i fatti relativi agli omicidi di Klebnikov e della Politkovskaja e all'avvelenamento di Litvinenko.
Ma allora chi ha avvelenato Litvinenko?
Scrive Sokolov: "Se la catena di tragici eventi collegati al nome di Berezovskij non si interromperà, la procura generale russa avrà le basi per indagare sui diversi casi criminali all'interno di uno schema unitario, che conduce a un unico personaggio noto".

A questo punto
Considerando il memorandum di intesa, che è il primo tentativo riuscito di cooperazione tra Russia e Gran Bretagna, pare perfino sensata la dichiarazione fatta oggi da Sergej Ivanov, portavoce dei Servizi russi: "Litvinenko non è quel genere di persona per la quale valga la pena di oscurare delle relazioni bilaterali".
Oggi Aleksandr Gol'dfarb ha rilasciato (sempre in qualità di "amico" della vittima) l'ennesimo comunicato: non ne abbiamo le prove dirette, ma Litvinenko è stato avvelenato da agenti russi per conto del regime, dice.
Tanto per non farci mancare nulla, secondo Lenta.ru (che a sua volta si rifà a fonti britanniche) Litvinenko quel giorno fatale si era incontrato anche con l'ex guardia del corpo di Berezovskij, Andrej Lugovoj. All'incontro era presente anche un uomo di nome Vladimir, che Litvinenko non conosceva (fonte Daily Telegraph). Secondo Oleg Gordievskij, famoso ex ufficiale del KBG (e agente doppio) fuggito nel Regno Unito nel 1985, Litvinenko aveva preso un tè in un hotel londinese con un uomo vicino a Berezovskij.
Sempre in giro, queste ex-spie, insensibili al detto "An Englishman's home is his castle" (ancora meglio se provvisto di ponte levatoio).

Ancora tutti convinti che in Russia e in Europa, come sostiene buona parte della nostra stampa e di quella inglese, si aggirino feroci agenti del sanguinario Putin armati di veleno a lenta azione? E che l'avvelenamento di Litvinenko non faccia parte di un quadro più complesso di manovre dirette a screditare il presidente russo (per quanto brutto, antipatico e cattivo egli sia)?
Sui blog russi, intanto, si scommette sul prossimo esule che si soffocherà con una salsiccia, ma loro sono fatti così.

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