mercoledì, luglio 28, 2004

Tutti da Madame Tussaud sabato sera

"Beh, ma sei in forma! In vent'anni non sei cambiata neanche un po'!"
"Eh!"
"Se vai avanti così, tra vent'anni, allora..."
"Ma dài..."
"Dico, tra vent'anni sarai pronta per il Museo delle cere!"

lunedì, luglio 12, 2004

5 cent. La piccola posta di Miro Van Pelt



"Gentile Van Pelt,
non so se il fatto la può interessare (per la sua rubrica di posta del cuore, voglio dire), ma sto retrocedendo ad un sentimento primitivo. Ha presente la cosa? Lo voglio confidare a lei in quanto lei rappresenta bene invece il lato oscuro di questo mio stato, cioè quel sagace e brillante orientarsi nelle cose con piglio scanzonato, irriverente, cinico (dissacrante e iconoclasta, anche). Conoscendo, come dicevo, questo aspetto, per simmetria può intendere il significato di un crescente stato di commozione e venerazione, di occhio che cede all'umido e cuore lavorato come il burro quando si preparano i dolci a forma di pesca.
Lei e il blog che le confina tutt'intorno, lei e le sue compagne di merende siete muse corrosive. Siete mie alter ego e, in senso evangelico, mie 'nemiche'.
Il destino di chi è travolto da un sentimento di pietà da cattolicesimo parrocchiale è quello di offrirvisi quale vittima designata, così come ci si affida a laser chilometrici anzichè a lucide stelle. L'avrà inteso perfettamente: non c'è ironia nelle mie parole, nè uno schema sacchiano fatto di buoni e cattivi. Sono solo ripreso dall'elastico di ritorno dello stupore infantile, e non capisco più, per quanto la cosa mi piaccia, se sia un verso di andata o un ritorno, per un piccolo cuore che rumoreggia nel mondo.
Vorrebbe gentilmente dissezionare tutto questo, per me, che non ne sono più capace?"
US

Caro US,
pietà da cattolicesimo parrocchiale, occhio umido e cuore di burro in forma di pesca, ritorno all'istinto primitivo e allo stupore infantile. Mio caro, lei ha scelto le persone giuste alle quali consegnare il suo sbigottito sentire. Non conosco il motivo di queste nuove vibrazioni interiori, ma potrei darle alcuni consigli utili: perché la commozione facile si fa viva quando meno se l'aspetta, immagino; io già la vedo mentre segue con sguardo fanciullesco un volo di tortore dalla finestra aperta del suo open space, o si intenerisce più del dovuto alla vista di un crepuscolo estivo, o mi va in piena petite madeleine davanti a un cielo dalle sfumatore pastello (a questo riguardo, se vive a Milano, sta assistendo probabilmente a un tramonto all'ozono).
Ho una confessione da farle: io al cinema piango. E non solo di fronte ai film di Ken Loach, o a certe visioni teneramente o rabbiosamente socialiste, a certi finali aspri di Scorsese, ai cartoni giapponesi, al solo pensiero che Stanley Kubrick non c'è più. No, io sono capace di spargere lacrime anche per la morte di Godzilla, povera creatura, e ho detto tutto. In quel momento ha il sopravvento la bambina che passava i pomeriggi della domenica alla Stella Matutina (sic), pronta a piangere anche per Braccobaldo. C'è un solo modo per resistere a quella bambina: guardare intensamente un angolo del soffitto nei pressi dello schermo, cercare una macchia di umidità, e concentrarsi, lavorare di fantasia.
Le sto dicendo proprio questo, caro US (come "United States", come "Un Sognatore", come il pinkfloydiano "Us and them"?): da qualche parte, vicino alla sua visione all'ozono, c'è una bella macchia di umidità dalla forma comica o indecente. Di tanto in tanto vi si conceda con generosità, vedrà le soddisfazioni.
Ma tenga anche presente che questo moto elastico di andata o ritorno verso lo stupore infantile le piace, e dunque non lo sacrifichi troppo. Qualcuno ha detto che non è mai troppo tardi per avere un'infanzia felice. Non è forse possibile che lei stia facendo proprio questo?
Un ultimo consiglio: la descrizione che fa del suo cuore denuncia un incontro ravvicinato del quinto tipo con squisiti dolci a forma di pesca. Lasci che glielo dica: il suo feroce allergologo non se la berrà, la storia del fanciullo.

E a questo punto, dichiaro allegramente aperto il forum.

Après-midi di donna e gatto con piccola fuga

Si comunica che la qui presente Miru, lucida e presente a se stessa, dopo aver patito una scossa di terremoto molto intensa, con epicentro in Slovenia zona Bled-Bovec-Monte Nero (5,1 Richter), ha ripreso possesso della sua residenza in seguito a breve fuga con Gitino il gatto. E che a Gitino il gatto, a giudicare da come ha salutato i ritrovati croccantini, i terremoti mettono fame.

venerdì, luglio 09, 2004

Fragili/2

Altra telefonata dei miei.
"Papà mi ha detto di dirti che dal 15 in poi, se non ci trovi a casa, siamo dai pompieri perché seguiamo il consiglio di Pisanu. Quando torni puoi passarci a prendere in caserma. Ci portiamo dietro anche il Gito [il mio gatto]. Ciao ciao ciao ciao ciao."
Ringrazio sentitamente questo governo, che contribuisce a rendere i miei genitori più spiritosi e leggermente più chiassosi del solito.

domenica, luglio 04, 2004

The rady is a tramp



Le comiche disgrazie dell'inglese altrui, in Engrish.com, io le trovo irresistibili.

venerdì, luglio 02, 2004

Different

Gmail is different


Bene, ce l'ho anch'io.
mirumir(chiocciola)gmail.com, e rispondo quasi sempre.
Una volta ho perfino spiegato a un estraneo come potenziare il robomobile per cavarsela nelle miniere di Zelmite.
A dire il vero, non è più tornato dalla grotta numero 7.

giovedì, luglio 01, 2004

Fragili

Il ministro Sirchia ha le idee chiare: sapendo dove sono gli "anziani fragili", dice, "abbiamo la possibilità di assisterli: o direttamente al loro domicilio, grazie anche alla figura del custode sociale già sperimentata ad esempio a Milano, o spostandoli nelle ore diurne più calde in luoghi climatizzati". Questi luoghi, ha affermato Sirchia, "possono essere già presenti nei condomini – a Milano si stanno ad esempio attivando dei locali di intrattenimento dove gli anziani possano soggiornare ed essere vigilati dal custode sociale – o possono essere quelli esistenti nel quartiere". Anche "alcuni centri commerciali, che sono appunto climatizzati".

Elio e Lina sono preoccupati. Tutto questo parlare di anziani deve aver fatto loro sorgere il dubbio di rientrare nella categoria. Credo che tra le loro paure ci sia ora quella di essere trasformati in forzati dell'assistenza nell'era berlusconiana. L'incubo dev'essere più o meno questo: mentre sei lì tranquillo con la Settimana Enigmistica in cucina a pensare al 3 orizzontale ti inseriscono a tradimento in un piano di tutela e ti spostano in una sala-bingo o nell'invisa parrocchia, sotto la vigilanza di un custode sociale. Oppure ti costringono a portare un Beghelli al collo fino a ottobre. Fine della storia.

Allora hanno deciso di costituirsi, da subito, e di darsi arie da anziano sì, ma attivo (tipo pubblicità dell'Algasiv, o le copertine sulla Terza Età del Corriere Salute).
Mamma si è iscritta a un corso di quello che insiste a chiamare taichikong ("Ma io glielo dico subito al maestro che non so respirare!"), da praticare sotto le fronde del parco del Municipio. Lui invece si diletta con gli organismi geneticamente modificati (le spaventose zucchine giganti che ha piantato quest'anno non hanno altra spiegazione).
Poi, come diversivo, ci sono sempre le telefonate-burla all'unica figlia:
"Papà mi ha detto di dirti che domani segue il consiglio di Sirchia e va tutto il giorno al supermercato, perché lì fa fresco. Puoi passare a prenderlo alla chiusura. Ciao ciao ciao ciao ciao."
Ridono e poi mettono giù.