lunedì, giugno 07, 2004

How I learned to stop worrying

Nell'impossibilità di superare questi D-giorni + morte e beatificazione di Ronald Reagan con l'arma dell'autocontrollo, dell'umorismo e dell'intelligenza, siamo andati al cinema.
Dateci film cretini in cui i poli si sciolgono e New York si glassa per sempre, film in cui si possano riportare indietro le lancette dell'orologio o almeno pronunciare formule magiche. Dove ci si batte con i dissennatori, questo sì, ma alla fine almeno si vince. È quel che ci vuole, in certi casi: non è necessario seguire la trama (c'è sempre un dodicenne seduto due posti più in là che la sta spiegando a suo padre) e ci si può concedere un pisolino di tanto in tanto.
Un altro vantaggio: per trovare la sala basta seguire la scia di popcorn.

Così ho imparato a non preoccuparmi più di tanto.

Per sconfiggere un molliccio, creatura raccapricciante e spaventevole, è sufficiente cercare di trasformarlo nella cosa che più vi fa ridere. Va però detto che Bush e Berlusconi, anche travestiti da mia zia Franca, un certo fastidio continuano a darmelo.

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